Oltre alle parole accomunate dalla stessa radice etimologica ne esistono altre che appartengono a famiglie di vocaboli legati tra loro dal suono. È come se il suono oltre a rappresentarle, ne giustificasse l'appartenenza.
Oltre alle parole accomunate dalla stessa radice etimologica ne esistono altre che appartengono a famiglie di vocaboli legati tra loro dal suono. È come se il suono oltre a rappresentarle, ne giustificasse l'appartenenza.
Il fuso gira sotto il comando della ruota spinta dalla donna. Ciò che è tondo parte già da un impulso rotondo. La rotondità in passato era ricerca e imposizione dell'ordine sul Caos che si esprimeva sulla pelle rugosa e segnata del paesaggio.
Le radici etimologiche ci parlano e ci indirizzano verso il significato di nomi e parole e ci consentono di fare il confronto sulle traduzioni degli stessi etimi in lingue diverse. Spesso uno stesso dio in base alla cultura in cui si diffonde, acquisisce un nome parallelo che apre a nuovi indizi.
La "m" è la lettera della memoria. L'eco che ci riporta alla genesi del Cosmo. È il raggio che unisce la vita al momento dell'origine localizzato all'interno di ognuno di noi. La "m" era la lettera di Aum o Om che apre le preghiere Buddiste e "m" è anche la lettera della parola universale mamma. La si trova nelle forme di vita più evolute, "animale" e "umana".
Siamo soliti accostare la perfezione alla completezza, quando in realtà la perfezione è il respiro dell'assenza traslato in chi osserva. La sublimazione è nell'immaginazione suscitata dall'imperfezione, che si fa stimolo e volo.
C'è sempre un'altra metà delle cose che noi non vediamo. È difficile cogliere il tutto, specialmente ciò che non fa rumore, perché è proprio lì che si annida la conoscenza e proprio nel silenzio crollano i muri di stereotipi e di finte conoscenze montati da un vociare insulso.
Raccogliamo ciò che diventa mucchio. Cogliamo invece, pezzi unici, ciascuno con un suo valore. Questa azione è data da quanto ci presenta il destino e non quanto prendiamo per strada. Certo, entrambe le azioni sono introdotte da una scelta ma la prima è automatica, la seconda è avvertita.
È dei popoli dove si sono combattute aspre battaglie la venerazione dei morti. È delle terre molto antiche, dove ancora forte è la lotta tra il precario e l'eterno, come ci raccontano i frequenti episodi di terremoto.
Da sempre il fiore occupa un posto privilegiato nella rappresentazione artistica. Il fiore, che non sia quello riportato realisticamente, ma che venga riproposto attraverso una ricercata veste estetica, lo si riconosce anche se più che raro è unico.
La figura della Maddalena non può essere separata dall'azione di cospargere i piedi di Cristo con olii e profumi preziosi. È il riconoscimento della santità del Cristo. La Santità porta all'Uno.
Tutto parte da un sogno. E poi da una fune che lega quanto visto interiormente al mondo che si apre. Nel meccanismo di apertura qualcosa va via, viene consumata e altro si aggiunge.
La notte non nasce come dea in quanto opposta alla definizione di dio che è luce. Ma è proprio dalla notte, espressione della vita intrauterina, che traggono origine gli dei. La notte è riflessa nel mare che rintracciamo nell'etimologia del nome Maria, la Madre di Dio e di Maya la madre di Budda.
A proposito di legame forte non ottenuto tramite il filo leggero e delicato, ma che avvince e incatena trascinando giù negli abissi, compaiono nell'immaginario collettivo le sirene, creature mitologiche per metà donna e metà pesce o anche, in alcuni casi, per metà donna e per metà uccello.
Un esempio di Tisis da parte degli dei nel mondo greco in risposta alla Hybris umana ci viene fornito dall'episodio della tessitrice Aracne. Costei, per aver sfidato in bravura la dea Atena, fu tramutata da costei in ragno.
Il cambiamento stagionale è annunciato da squilli e sonagli. I sonagli risvegliano dal letargo invernale e li troviamo nel tamburello contornato da lamine di ferro fragorose. Lo squillo festoso dei fiati è del passaggio dalla primavera all'estate. Dal risveglio alla gioia smoderata.
Il lenzuolo bianco da ricamare è l'attesa che si respira in inverno. È la purezza su cui si poseranno i fili colorati della ricamatrice. Il tombolo è il mondo bianco che respiriamo in inverno spoglio di tutto e pieno del suo beato silenzio. La parola "tombolo" ha la stessa origine di "tomba" e questo mette in risalto l'aspetto sacro iniziale del lavoro del ricamo riservato alla donna.
L'eternità spaventa perché l'eternità è dissoluzione, che si tratti di dissoluzione nella luce o al contrario, nella sofferenza, nelle lacrime e nel buio. Non ricordiamo ciò che eravamo prima di nascere e questa pesante amnesia la paragoniamo al buio. Eppure dal buio ha origine la vita e il buio ci macchia di nostalgia ovunque noi siamo.
Sono diverse le divinità che designano l'amore maschile nel mondo greco. La prima è Ade nato dall'unione di Crono e Rea. Poi, a seguire, Eros figlio di Ares e Afrodite e i figli di Zeus, Apollo e Dioniso.
In Maria madre di Gesù ritroviamo tutte le antiche dee pagane della protezione e dell'amore. Maria rappresenta Gea e Gaia, non rappresenta Rea e Giunone troppo vicine all'altro aspetto del Femminile vendicativo e intrigante.
Il mare è umiltà. Il mare è silenzio. Non c'è silenzio senza umiltà. Il silenzio di chi pretede di possedere la conoscenza è urticante. Lacera i contenuti del mondo, al contrario del silenzio dell'umile che tutto in sé possiede e si rende accoglienza. Maria contiene il mare nella vastità dell'infinito reso immagine attraverso il nome che di esso lei si fa veicolo.
Il nome Maria significa "Amore" e l'amore è nella vita stessa. Il nome "Maria" ci riporta alla primordialità delle religioni e contiene il riferimento all'elemento acqua. "Maria" significherebbe anche "goccia del mare".
Le celebrazioni in onore della Madonna del Carmine chiudono all'incanto devozionale sollecitato dalla Natura che magnifica Dio. Il caldo eccessivo dei giorni a seguire deconcentra e trasporta l'uomo a una chiusura ferrea o al contrario, a distrazioni eccessive nella mondanità.
Proteggere vuol dire elevare e ciò spiega il perché del tetto spiovente. L'interazione uomo ambiente ha portato a questa concezione architettonica della casa in presenza di luoghi montani e o anche freddi.
Proteggere è quanto di più vero sia nell'immaginario archetipico della casa. La casa è emissione del pensiero partorito dall'intimità. È innalzamento della spiritualità più autentica.
La lingua è suono e il suono educa il pensiero espresso dall'intelligenza del cuore. È la lingua che insegna a pensare salvando e dando luce all'eleganza del cuore che non è realtà a sé stante rispetto ai sentimenti, ma una tonalità dell'anima che ingentilisce la forma del pensiero.
L'associazione mare - liquido amniotico ci parla delle origini misteriose della nostra esistenza e ci affaccia sulla finestra visibile della memoria. Nella vita ci muoviamo su un doppio filo: su ciò che perdiamo e vorremmo riconquistare, e su ciò che conserviamo in noi ma che mantiene il suo mistero.
I simboli comunicano tra loro e si scambiano messaggi. C'è da parte dell'uomo la necessità di ritornare all'unità primordiale e di ritrovare la propria metà complementare. Nella vita ogni esperienza finalizzata all'unità androgenica non è mai risolutiva. Ogni esperienza ritualistica attraverso il sangue che scorre implica la morte di una parte di se stessi e la complementarità è un'illusione da concretizzare nella vita attraverso il matrimonio.
Fin dall'antichità l'uomo è stato portato a unificare l'alba e l'aurora sotto l'unica voce di alba legata alla ripresa delle attività dopo la pausa notturna. Già i nomi pongono una distanza tra i due momenti che si compiono in cielo e legati al sorgere del sole.
Il sole versa sangue quando sorge e quando tramonta. Nel linguaggio archetipico il fuoco è attribuito al sangue e il legame tra il metallo e il sangue è il passaggio successivo dato dalla comparsa delle guerre nell'Età del Ferro, che ebbero protagonisti i fabbri.
L'infanzia è un tempo breve, per molti assente, lungo la retta dell'esistenza. L'infanzia dei miti e degli dei invece, può durare tempi lunghissimi, veri e propri cicli che vanno a sovrapporsi alla maturità del tempo diurno. Molti dei nascono nel regime notturno dei simboli e si sviluppano di pari passo con l'evoluzione umana, ricollocandosi nella dimensione diurna. Anche al dio Ares toccò questa sorte.
Un verbo antico che viene ripreso dalla scrittura aulica del Romanticismo è "Rammentare". Lo ritroviamo nella poetica di Leopardi accanto agli altri due verbi simili "Rimembrare" e "Ricordare". Se quella del ricordo è un'attività sottile ma altrettanto pervasiva, il verbo "Rammentare" ne completa la visione.
La via della luce è la via della dispersione. Zeus nasce da Crono e Rea. Crono è colui che evira il padre Urano dalle cui gocce dei genitali nasce Afrodite. Interessante è l'insegnamento che da tutto questo deriva, ossia che l'amore e la bellezza governano gli dei.
L'aratura avviò un processo di trasformazione della civiltà. Arare non significa soltanto mettere ordine nella natura ma anche instaurare un rapporto di fiducia e di scambio con gli animali più vicini all'uomo. L'addomesticazione e l'avvio della civiltà rurale incominciano con l'aratura in cui sembra che il bove conduca l'aratro, ma in realtà è l'uomo che guida l'intero processo.
Il veleno è una pozione dal bivalente significato. Può curare come uccidere. Ed è curioso come in inglese e in francese venga tradotto con "poison", il corrispettivo del nostro "pozione" che rimanda all'intruglio magico.
Se Nix era lo spazio vuoto del nulla, Urano rappresentava il firmamento con i suoi tappeti di stelle. La vita per il Greco dei primordi e per l'uomo arcaico in genere si svolgeva dall'alto verso il basso. La fecondazione era opera della luce che rispuntava all'alba. Il cielo trepidante di costellazioni luminose era la promessa di vita e di fecondità. Come in cielo, così in terra...
È incredibile come i Titani fossero anticamente coloro ai quali gli dei affidavano il cosiddetto lavoro sporco tramite cui vendicarsi di offese e torti subiti. Interessante è l'episodio riportato nella Teogonia di Esiodo in rapporto a Urano, Dio primordiale del cielo, evirato da Crono, il figlio, per volere della moglie madre Gea.
Noi europei siamo figli del progenitore del bue, l'uro. Il nome "Europa" fa riferimento al territorio molto esteso dove l'uro si sarebbe diffuso a partire dall'India, circa due milioni di anni fa. Era l'animale più consumato dall'uomo di Neanderthal che a quanto pare, da esso ricavava ogni materia prima utile al sostentamento.
Beati coloro che pur non avendo visto crederanno. È questa la benedizione che Gesù rivolge a tutti tramite Tommaso, comparendo davanti ai suoi apostoli dopo la sua Morte e Resurrezione. Sembrerebbe che Egli come unica traccia del Suo passaggio sulla terra ci abbia lasciato la Sua Parola filtrata dalla dagli Evangelisti.
L'estate è il tempo della fine. Ci sono fiori ma appassiscono ovunque. Il sole brucia e arroventa disperdendo cristalli di sale ovunque. È come vivere in una stella che fiammeggia e pulsa e ottenebra.
Per i nostri remoti predecessori l'origine della vita era dovuta a un atto di volontà. Volontà e necessità hanno fatto la storia dell'evoluzione umana, a volte incontrandosi, a volte sovrapponendosi, ma tenendo sempre in conto il presupposto di acquisizione dall'esterno che avviene durante il processo di evoluzione che sempre obbedisce a un atto di libertà.
Dell'odio ciò che colpisce è la persistenza. Questo è un aspetto che gli antichi avevano bene in considerazione ed è alla base della legge del taglione come anche dello sviluppo della cultura mafiosa.
Ciò che è peccato per l'uomo è consuetudine per gli dei. È quanto emerge dal rapporto tra gli antichi Greci e i loro dei. L'onnipotenza divina, nonostante non abbia alcun presupposto etico, è di monito per l'uomo affinché non esageri con i suoi comportamenti e rimanga nel solco della legge degli equilibri.
L'abbraccio è una forma intensa di scambio. È la costruzione di due semicerchi che s'intersecano, l'uno a contenere il nettare dell'altro, che è la forma e la sostanza dell'anima.
In ogni periodo dell'anno seminiamo per poi raccogliere, ma, secondo il calendario agricolo, l'inverno è il tempo del silenzio e in quanto tale, contrapposto all'estate, stagione della libertà sfrenata preceduta dal tempo della raccolta.
Il sogno è una condizione di immersione in una dimensione altra rispetto a quella in cui siamo. Per i Greci "sonno" e "sogno" coincidevano e avevano lo stesso etimo distintivo che è "supnos" da cui deriva la parola "ipnosi".
La stella a cinque punte o pentacolo con la punta rivolta verso l'alto ha un valore ontologico metafisico perché ci comunica la natura divina dell'uomo. Il numero cinque in rapporto alla simbologia più antica viene collegato quasi esclusivamente al pentacolo, poco all'arte sacra che invece lo contempla e ci consente con un'accurata interpretazione, di cogliere aspetti della fede ortodossa scarsamente menzionati.
La luce sbriciola i contorni. La luce disperde e confonde, ma grazie alla luce si è avuta l'enucleazione dei simboli partendo dal mondo apparente. Con la luce assistiamo alla rivelazione che non sempre corrisponde alla verità. Da qui l'importanza della figura di Cristo che si fa venendo al mondo nelle sembianze di uomo, non solo portatore ma rivelatore della Verità.
Nel tempo siamo immersi e nel corso del tempo, con il passar degli anni, perdiamo il senso del tempo. È come se la vita dirottata dalle nostre scelte in gioventù, all'improvviso ci sfuggisse di mano facendoci perdere la correlazione tra gli episodi riesumata dai ricordi.
La preghiera è congiunzione di sentimenti e ragione. La preghiera è smussamento di ogni spigolo. È richiesta e ringraziamento della tanto sospirata armonia. Espressione gestuale della preghiera sono le mani giunte intrecciate o con le dita rivolte verso l'alto. Nel primo caso sempre più in disuso, si esprime la volontà di una congiunzione stretta e dinamica di ciò che è terreno con il principio assoluto.
Nel precedente articolo ho sottolineato l'importanza dell'etimo "mensa" sulla base della sua origine, il cui significato è stato poi traslato all'ambito sacro liturgico. Uno dei termini di capitale importanza che meritano considerazione e che si riallacciano alla stessa radice di "mensa" è "mente" dal latino "mens-mentis" col particolare significato di luogo di raccolta.
Leonardo, un vero e proprio genio, esprime anticipatamente nell'ambiguità rivolta al femminile, il pensiero ermetico che prende vigore nel Seicento. Il Femminino incontra con lui l'Arte, trascendendo ogni altra espressione simbolica. Si aprono con lui le porte a un nuovo modo di considerare anche la Chiesa.
Ogni stagione ha un suo inizio. Attraverso i segmenti di tempo riflessi nelle stagioni si sbroglia la vita. Nasciamo e siamo freschi, giovani con il fine di sviluppare saggezza e maturità. Si è bambini, poi giovani, e nella fase discendente della curva, persone mature e in ultimo vecchie.
Attorno alla figura di Giovanni Evangelista ruotano non pochi misteri. Su di lui poco si sa e per lo più a livello di notizie frammentarie. Da quanto sappiamo anche attraverso il racconto del Nuovo Testamento, era un apostolo incline alla sensibilità femminile tanto da venire raffigurato con una bellezza e una dolcezza che poco hanno in comune con la virilità e la mascolinità espressa dagli altri apostoli.
Giano e il suo bifrontismo lo ritroviamo e in rapporto a San Giovanni Evangelista e ai due solstizi, così come in rapporto a Gesù Cristo che conclude il Vecchio Testamento e inaugura il Nuovo.
Gesù è la salvezza. Come dice il nome stesso, è colui che indica un nuovo cammino. Come Giano rappresenta la chiusura di un percorso storico e l'inizio di un altro che ha come risvolto la vita oltre la vita. Con Lui si conclude il Vecchio Testamento che aveva in sé il germe profetico della Sua venuta. Gesù, il Cristo, è Colui tramite il quale si adempie la fine dei tempi.
Convertirsi è intraprendere un nuovo cammino di fede. Dico nuovo e non un cammino di fede. Dov'è la differenza?
E si compie la notizia. È Pasqua. La notizia che corre di voce in voce, di gente in gente resterebbe tale e fine a se stessa se non fosse supportata dal fatto. E il fatto consiste proprio nella Resurrezione dalla morte che ha in sé il germe di una nuova vita.
Ci soffermiamo sul valore della gioia che anima la Pasqua senza considerare più quanto avvenuto prima. È come se la sete di vita prendesse il sopravvento sulla precedente sofferenza. La fioritura ci porta a non soffermarci adeguatamente sui momenti di silenzio che restano confinati agli episodi di fustigazione e crocifissione.
Con Gesù abbiamo crocifisso noi stessi e il buono che germogliava allora. Son serviti anni di menzogne, tegole su tegole, a ricostruire con semi marci che divorano la bellezza in seno alle cose. Con Gesù, a quel tempo e nei giorni a venire, abbiamo crocifisso noi e l'eco bella del mondo.
"Capire" e "capienza" derivano dalla stessa radice che contiene al suo interno il riferimento al capo, ossia alla sommità del corpo. Il latino "capere" inizialmente significava "contenere" e ancora adesso nei dialetti meridionali, in quello calabrese nello specifico, viene adottato con lo stesso significato. "Non ci cape: non entra".
Le cose hanno un'anima e l'anima è nella Natura. L'anima nel regno inanimato è il mantello che le avvolge. Se nella Natura l'anima è il senso e il contenuto, nel regno delle cose è il contenente.
Negli esseri viventi contenuto e contenente sono presenti e basta questo a renderli infiniti. Basta questo a rendere la Natura infinita.
Essere nudi è l'opposto di essere spogli. È combaciare con la propria integrità. È un valore morale prima che sensuale. Chi è nudo si ritrova in se stesso e in piena corrispondenza col proprio involucro. È l'evidenza della riconduzione all'uno, di contro alla via dispersiva del molteplice.
Occorre possedere in sé la meraviglia per stupirsi di quanto accade. La meraviglia è una finestra spalancata sul dentro e sul fuori. È la certezza di ogni accadimento. È chiamare da dentro se stessi quanto succede.
Se le ali nella cultura giudaico-cristiana e di derivazione persiana inducono a stati di elevazione spirituale, altro è il messaggio che suggerisce il mondo greco-romano. La catarsi concepita attraverso le ali e che educa al principio di una vita orientata alla santità viene meno nel razionalismo classico secondo cui gli dei provvisti di ali sono da considerarsi sul podio dell'Olimpo per fattori e di derivazione genealogica e per caratteristiche proprie.
Per le tradizioni intrise di forte razionalismo, l'amore è un sentimento che eleva e altresì capace di forti turbamenti e di inabissamenti senza più nuova luce. È un sentimento, il principale, che regna nella vita e del legato inestricabilmente alla morte.
Il legame tra la coppa, simbolo femminile e il cielo è forte. I simboli da sempre comunicano tra loro e costituiscono la prima esperienza di linguaggio emozionale vissuta dall'uomo.
Ogni fiore che sboccia è un segreto appena pronunciato. La primavera è la stagione dei disvelamenti. La neve si scioglie lasciando scoperti i profili delle rocce e delle valli. Eppure in tutto ciò la Natura conserva il suo primigenio pudore.
Tutto ciò che slancia verso l'alto e si ripieghi, a contenere, rimanda alla cupola. Non c'è edificio sacro che non si concluda con una cupola o che all'interno non ospiti nicchie. La cupola dal latino "cupa:botte" accoglie e non separa e parallelamente svolge il compito di slanciarci verso l'Alto. È il cuore (lat. cor cordis) che mette in comunicazione l'individuo e la comunità abbracciata dallo stesso credo, con Dio.
La primavera esulta irrefrenabile sui suoi passi di fata. È il risveglio dalle notti di danza con il rigido inverno. È il trionfo della ricchezza del singolo che si coglie completo e capace di compiere magie. Per questo è la stagione delle primizie.
Verrei sulla terra per cibarmi di te e della tua delicatezza. Non sappiamo se non quando ci misuriamo nella realtà con quanto supposto. È dei santi la dissoluzione, lo smarrimento e poi il taglio netto della conversione che porta ad elevarsi. È dei santi la totalità che conduce alla comprensione e al perdono.
Gli alberi sono pettini che districano il crine delle nubi. Sentieri rovesciati in cielo e rigagnoli di luce che mai si prosciugano. Percorrono e descrivono centrini d'intimità spingendoci a carezzare, ad abitare oltre il cancello bianco delle visioni.
Si aspetta chi o cosa sono già dentro di noi. Il desiderio è la caduta in picchiata delle stelle che perdono la loro collocazione nel gelo del firmamento.
Senza la felicità saremmo asettici, come un cielo senza il suo astro splendente. La felicità è la luce che fa danzare il nostro volto e colma di benessere lo sguardo altrui.
Duriamo oltre le cose, ma spesso le cose resistono a noi. Il tempo è un contenitore che scuote le nostre vite e le rimbalza contro il soffitto del ricordo. È una stanza che, come si chiudono gli occhi del pensiero, cessa ogni respiro. L'amore ci profonde e anima le cose in questa vita. È legato a noi e al nostro mondo, per dissolversi oltre noi, nei campi liberi della verità.
Nel bene e nel male, c'è sempre qualcuno che rimpiange qualcun altro sul punto di morte, dove non si è mai veramente soli. Qualcuno vicino o qualcuno distante che è presente e assiste. Si parte per un viaggio infinito dal quale mai alcuno è tornato nelle nostre sembianze a visitarci. Eppure, chi ha fede e non solo, sa che il dipartito è ovunque e non limitatamente al cuore.
La grazia matura dall'incontro e dalla condivisione, con Dio o con un proprio simile nel quale ci riconosciamo. Riconoscersi equivale a vedere Dio nell'altro.
Chissà se riusciranno quelli della mia età e poco più grandi a ritrovare il mondo di prima! In tutta onestà non ritornerei più indietro col senno di oggi.
Tutte le antiche tradizioni spiritualmente più evolute avevano i loro eserciti ben organizzati. Giusto per ricordarlo a quelli che battono sul fronte della pace. I popoli guerrieri più antichi conoscevano molto bene e rispettavano le realtà di limiti e confini.
Siamo caduti dalle braccia di Dio.
Quanto accadde ai primordi con l'episodio della Caduta filtrato e riproposto dalla Genesi, si sta riproponendo. È un passaggio epocale quello che stiamo vivendo. Un'umanità nuova in quanto riprogrammata artificialmente sul piano genico, va nell'attualità facendosi strada, intenzionata del tutto a soppiantare il mondo che c'era.
Dicembre, una via con pochi passi incisi, che ci saluta da lontano sul far della sera. Quest'anno l'attesa ha un sapore che sfida il tempo e ci porta ad allungare i nostri passi fin dove mai avremmo pensato guardassero.
La novità, la nuova, ha sempre un sapore di gioia. "Buona nuova" è l'intensificazione della nuova tramite il buon auspicio. È pertanto la notizia che apre a un cambiamento positivo. Siamo nell'epoca dell'uso sproporzionato della parola "cambiamento" che vuole uno stravolgimento enigmatico dello stato di cose, frutto di propagande espansive elitarie e antidemocratiche.
Una scia perpendicolare è slancio, è toccare l'oltre. Siamo soliti attribuire l'oltre a ciò che ci aspetta sulla retta del tempo, vederlo sul piano in orizzontale. In questa realtà spoglia di ogni riferimento al Sacro, l'oltre è ciò che ci aspetta camminando verso il futuro sulla linea del tempo.
Siamo portati a vedere la luce su piani di nuvole. Luce che irrora e cade a pioggia nei giorni umidi. Siamo portati a cogliere il sole nel cielo pulito di un mare senza onde. Eppure, ciò che è azzurro si stacca dal cielo e sorge dal mare, presenza e pienezza di una solidità che è incontenibile e brucia le mani.
Si nasce e si muore costantemente. Per quanto la morte sia un'esperienza trasversale e democratica, è nel singolo che assume precise fattezze. Nasciamo e muoriamo ripetutamente e questo processo è la benzina di ogni divenire.
La politica e i governanti hanno in pugno l'informazione, l'opinione collettiva. Sono semplicemente degli scellerati al servizio dell'antiscienza e dell'antinformazione. Nell'ombra lavorano al ribaltamento dei simboli per una lettura contrapposta a quella della verità.
Ci sono famiglie empatiche, le uniche vere sbocciate nel seno della Natura. In un mondo che sembra applicare alla lettera le parole del Vangelo "Sono venuto a separare i figli dai loro padri.." perché ha smarrito la via della Verità, quanto obbedisce in Natura a rigorose leggi, ci fa comprendere l'inviolabilità di un ordine proprio dell'Universo intero.
Osservare è tuffarsi in se stessi. È una forma di scoperta di una relazione segreta che ci fa sentire a casa. L'osservazione è quindi contemplazione di chi si è e del regno di appartenenza. Nella parola "contemplazione" ritroviamo le radici di "intus legere: leggere dentro, che è anche un riflettersi nell'altro attraverso "il leggere in te" che apre al confronto.
I verbi "piangere" e "piantare" provengono da radici etimologiche diverse, ma nonostante ciò sono accomunati da un'assonanza semantica che li colloca in un rapporto di continuità di pensiero, discorsiva.
Dove dimorano i personaggi delle fiabe? Dove dimora ciò che incanta e per i più non è mai esistito?
Il Maestro è l'alunno scelto dalla vita, è colui che lascia fiorire la vita ritagliando isole di infinito laddove riposa il disincanto.
I fantasmi sono più vicini a noi di quanto possiamo sospettare. Sono con noi e noi siamo con loro. Sono fluttuanti e a volte ogni barriera tra noi e loro si dissolve. Siamo fantasmi in una vita che non riusciamo a gestire, e quando ciò accade i fantasmi non sono più coloro che profumano di luce perché vicini all'essenza nascosta di ogni cosa, ma figure scialbe senza alcuna consistenza, disperate perché incapaci di farsi ascoltare.
Le preziosità hanno i loro lati in ombra che non vengono mostrati ma al tempo stesso vengono richiamati da quanto noi mettiamo in evidenza. Nascondere per evidenziare è una delle strategie comportamentali da sempre messe in atto dall'essere umano nel suo relazionarsi agli altri.
In noi c'è un mare in cui proprio noi affondiamo e che chi ci sceglie decide di navigare, porgendoci la sua scialuppa. Come la chiocciola protegge la sua lumaca, così il sentimento d'amore cinge l'amato col suo tetto di stelle.
Oggi pomeriggio mi sono recata con la mia famiglia a Lamezia. Nell'attesa che mia madre completasse la visita, non potendo io sostare nello studio già intasato di pazienti, ho deciso di fare una piccola passeggiata lungo la via sottostante.
Induce a profonde riflessioni come le creature più piccole presenti sulla terra e che vivono a stretto contatto col terreno, come gli insetti, ricordino l'immagine che noi abbiamo delle creature sopravanzate discese dallo spazio.
Ieri sera passeggiavo sul lungomare ma diversamente dal solito, non sul marciapiede che costeggia la spiaggia, bensì sull'altro versante. C'era un'aria calma e il silenzio di fine settembre, che a me piace tantissimo, permeava ogni cosa riconsegnandola al mondo con una sua luce totalmente diversa.
Per guardare nel fondo del pozzo occorre tuffarsi nella notte e avvertire su di sé la presenza magica della luna. Allora apparirà ciò che la luce aggressiva del giorno nasconde. Come pure, occorre essere simile alle cose che s'indagano per comprenderle davvero, ossia nel vero.
Il look è qualcosa che si osserva e che dice molto della persona. La radice etimologica del verbo inglese va a coniugarsi con la radice indoeuropea da cui deriva la parola “occhio".
Inoltrarsi equivale a scendere in profondità ed è quanto oggi stentiamo a fare. La Natura sembra venirci incontro inviandoci messaggi che tuonano come moniti dell'ultimo minuto. I vulcani principali sono tornati attivi e preoccupano, le foreste muoiono portando dentro la loro notte miti e misteri, come è successo alla foresta tedesca che ispirò "La bella addormentata nel bosco" dei fratelli Grimm.
La Bellezza ferisce perché non è mai solo del momento o dell'oggetto che la rivelano, in quanto ha in sé strati di emozioni vissute. La bellezza brucia nella sua veemenza ed eleganza. È nostra, ma di un noi senza tempo. Si stende per noi come un gatto che si stiracchia sul tappeto ai piedi d'un caminetto.
Il cielo d'autunno ci fa volare verso l'alto con lo sguardo e nel contempo ci riconduce alla terra che si fa nei giorni sempre più variopinta. Sembra allora di inoltrarsi in una galleria oscura quanto magica che attende incontri meravigliosi.
La vita ci parla per associazioni simboliche che ci riconducono a un alveo di gioiosa familiarità. La gioia è rappresentata dall'infanzia, età della spensieratezza. La gioia è l'infanzia, nell'entusiasmo della scoperta impariamo cose nuove.
Prima che donazione, l'amore è raccolta. Raccolta attraverso il campo visivo, che diventa nutrimento dell'anima. L'osservazione allora si traduce in arricchimento ed è il primo passo nella crescita dell'individuo.
L'incomprensione nei più sensibili si traduce in malinconia. Nella rarefazione degli stati dell'anima le associazioni tra il presente e i ricordi generano un filo di soffusa unione che assume le fattezze dell'impalpabilità e della sfuggenza. Così ritroviamo il cuore in tutte le cose e ogni foglia è un cuore caduto che s'inoltra in altre vie, in altre vite che inconsapevolmente riecheggeranno in noi.
Può ritornare chi non abbiamo ancora incontrato? Se è vero che la realtà è un sogno collettivo che ha le sue sfaccettature nelle individualità, ciò che è sogno già esiste ma in un altrove che ancora non abbiamo raggiunto.
Abbattono le case popolari ma non si conosce abusivismo che attacchi le ville dei potenti. Accade vicino Napoli, intere famiglie finite per strada mentre i loro sogni si sbriciolano sotto i colpi delle ruspe.
C'è una luce dentro le cose che si affievolisce ma non muore. Muta radicalmente il suo corso per fondersi con l'inclinazione del sole che compie un altro arco.
Esistono persone che si vestono da vittime allo scopo di guadagnare consensi. Il rispetto va meritato. Questo discorso è valido per tutti e andrebbe condiviso ovunque dal più piccolo al più grande luogo.
La lumachina mia è un lumacone adesso. Chi salva una vita, salva una lanterna, una potenziale luce che si accende e si mantiene viva per la continuità dell'Universo. Non sappiamo dove vanno a dormire le vite che si spengono. Nulla in realtà si estingue e resta a consolarci l'ombra che è racconto delle vite che hanno dato a se stesse e agli altri.
La Poesia è un gatto che dorme. La quiete che desta un camino acceso in una burrascosa sera invernale.
Esiste una corrispondenza curiosa tra ciò che è sul nascere e ciò che è sul punto di concludersi e questo richiamo silenzioso ma tanto profondo lo avvertiamo all'incominciamento e sul finire dell'estate.
E nel tempo, i ricordi delle estati si sovrappongono fino a confondersi. Questo accade quando vivi e non vivi, quando la frenesia è sopraffatta dall'avvicendarsi dei giorni e allora, il troppo sciupa in un gioco inutile che fa perdere senso ai giorni e in noi produce disorientamento.
La preghiera ha tanti poteri. Tra tutti quelli che le competono, consideriamo esclusivamente il potere della guarigione. In tanti si accorgono dell'importanza di pregare o ancor più, di avere una fede, durante le avversità e utilizzano la preghiera come mezzo con cui avanzare richieste. Quella della salute innanzitutto.
La vera Bellezza si difende da sola. La vera Bellezza non è mai scorta dalle masse e questo si riflette anche nelle scelte turistiche. La vera Bellezza si accompagna al silenzio e porta l'uomo a leggere in se stesso attraverso la porta che comunica con l'esterno.
La Bellezza è il lato sensibile del Creato. L'amore e la Bellezza da sempre si coniugano e sono il mezzo attraverso cui l'uomo si riporta a Dio. Con l'Homo Sapiens l'uomo ha imparato a guardarsi intorno e a guardare se stesso ragionando oltre il senso dell'utilità che l'aveva governato per cicli di evoluzione al fine del progresso delle sue attività cerebrali.
Alla fine dei giorni forse forse si ricorda solo ciò che non si è vissuto. È lì che abita l'eternità del cuore. In quelle parole non dette, nei gesti mancati, nelle situazioni non rischiate. Soprattutto nelle ultime, e proprio qui giace in sonno l'amore non vissuto, quello vero che altrove fa palpitare sguardi e petto.
Siamo passati dal vuoto mentale da raggiungere durante le pratiche meditative, al vuoto di pensiero, facendo confusione tra contenitore e contenuto. Le capacità che slanciano l'uomo verso la perfettibilità, altro dalla perfezione, si stanno riducendo in rapporto al decremento di stimoli orientati verso il consolidamento e l'ampliamento del corredo ancentrale immaginifico.
Il caldo asciuga, fa evaporare anche i pensieri. L'estate è distrazione ma anche vacuità. Si perde ciò che si è per ritrovarsi poi con i ricordi in autunno. I ricordi fermano quelle poche cose che si hanno nel cuore e per chi non produce ricordi e vive il mare, tutto passa e diventa treno che viaggia. Il mare assorbe e ci fa suoi. La spuma del mare è l'eco dei ricordi che trasforma la vaghezza delle situazioni in nitidezza dei sentimenti.
L'inenarrabile per noi è lo svolgersi delle nuvole in quell'equilibrio precario di pesantezza e leggerezza. Anche lì dove il mare è assente, le nuvole ce lo riconducono, a volte in stormi di cavalloni impazziti.
L'Europa delle sue contrafforti egemoniche è sott'acqua e ciò dovrebbe risuonare come monito a cambiare rotta all'attuale civiltà. Terremoti... cataclismi... inondazioni mentre risorge nei più sensibili l'arcana memoria del diluvio universale.
La carezza è una farfalla che si siede sulla guancia. È un petalo di rosa o una piuma scivolata dal cielo. Non mente e l'energia che la muove è indaco. È la nuvola e la lacrima di gioia o di tenerezza che scivola dalla luna e consola i sogni.
Si poteva fare tanto e tutto quando si poteva. Ora è tardi e nulla più è possibile. Abbiamo rimandato nella nostra vita, nelle nostre singole vite e a livello più ampio all'esterno, pensando che sarebbero arrivati tempi migliori, ma così non è stato.
Le stelle ci parlano dal remoto passato. È curioso parlare di presente associandolo alla luce in rapporto a un tempo remoto che incrocia il suo passo col l'oggi e si rende futuro. Gli antichi sacerdoti sapevano che le stelle irrorano la notte e le sue profondità abissali con il fulgore che affonda in radici lontane e grazie al quale noi ci muoviamo ed avanziamo.
Oggi avrei da piangere e tanto. La tenerezza di un gatto mi tocca sempre, nonostante o forse perché come un gatto, da pochi mi sento compresa. E non so come rispondere o difendermi dalla meschinità del mondo. È delle anime belle, umane o animali a prescindere, ripiegarsi in sé per il dolore o per pregare.
Ci sono luoghi che sono casa e luoghi che ci riconducono a casa. A volte, e ce lo insegna magistralmente l'amore, occorre perdersi per trovare chi si è davvero.
Il Sacro si realizza non solo tramite le pratiche ma ancor prima con lo spazio ad esso riservato. Nel tempo l'uomo è andato smarrendo il legame con la forma, puntando tutto assolutamente sui contenuti. Questo ha aperto una forte discussione dicotomica tra ciò che l'Uomo era, investito di autorevolezza, e chi è nell'attualità, totalmente dedito alla cultura separatista.
In varie occasioni ho indugiato sul variegato tema dei sentimenti, approcciandomi da prospettive mai del tutto esplorate in rapporto ad esso. Siamo soliti associare i sentimenti ai sensi, entrambi capaci di introiettarci nei recessi dell'anima e di porre in relazione il mondo più intimo con quello dei rapporti umani.
La dolcezza è nel tatto delle mani di chi la riceve e la sa ascoltare. Le nobildonne osavano tutto con le mani e tramite queste mascheravano la loro algida ritrosia. I guanti indossati dalle dame servivano anche a tale scopo.
La mandorla o vesica piscis è il simbolo dell'evoluzione di ciò che possiede una sua impronta sacra che viene poi confermata nel tempo ed espressa agli altri. Il vesica piscis è l'alveo che contiene l'embrione del non manifesto che assolve poi a rinascita nel segno della sua vera identità attraverso la rottura delle acque che indica il passaggio dal prima al presente.
Ogni vaso di pianta è un microcosmo che nutriamo e contempliamo innanzitutto con la vista. È un bosco di meraviglie che si erge ai nostri occhi mantenendo la sua componente in ombra, avvolta nel mistero.
Gli uccelli e il simbolo della croce al centro dell'uovo cosmico a significare il volo come espansione. Ciò che rimanda al cielo e alla luce possiede le ali, come ha anche le ali chi dal cielo tende al basso per incontrare gli uomini e la Natura e portarli in alto.
C'è raccoglimento nel dolore, slancio verso i luoghi dove ancora non siamo stati e che abbiamo dentro. Si odia e poi si piange e ci si ripiega su se stessi per ritrovare ciò che abbiamo perduto e l'affetto nella vita più volte tradito.
Un gatto attende sempre qualcosa e risponde alla chiamata che riceve sottoforma di impulso energetico. È fruitore e dispensatore di correnti e flussi magnetici. Come nessuno, il gatto si pone in ascolto quando interrompe quanto stava facendo.
Il Destino è il risultato di ciò che noi diamo e mettiamo in tutte le cose. È il frutto dell'amore. Un amore finito male lascerà segni che piegheranno il corso del nostro destino inevitabilmente, verso il bene o al contrario verso il male.
E' bollente ciò che attraversa, algido ciò che si fissa e permane. Occorre passare da uno stato all'altro per fissarsi nelle cose in mutamento. Occorre il ghiaccio perché non cadiano tra le capriole delle ardenti fiamme. Occorre il ghiaccio per riavere in noi le esperienze vissute ed essere riassorbiti in esse.
Io credo che anche solo per un istante, chi ti ama senta la necessità di incontrarti e prenda il primo volo. Non occorre programmare al fine di stare giorni insieme. Basta un abbraccio a salvare tutta una vita. Alla mia età bisogna salvarsi. E ci si salva cogliendo i fiammiferi che illuminano più di una lampada.
L'Universo letterario reggerà finché l'uomo avrà il potere di immaginare e prima ancora di immaginarsi. Siamo, nel momento in cui ci proiettiamo all'esterno e questo è di per sé un'azione creativa.
Anche quando proviamo a ritornare e a ricucire lo strappo commesso, l'ingratitudine mostrata verso la vita resta.
Quanto si associa all'Inferno per immagini burrascose e turbolente, proiettato nel cielo assume carattere liberatorio e connotati di sublime ed esaltante bellezza. Dobbiamo arrivare al Romanticismo e al suo avamposto neoclassico per superare quelle barriere associative che soprattutto nel Medioevo impedivano di cogliere la Bellezza nella sua totalità. Imparare a vedere è delle menti libere, scevre da ogni condizionamento che vada a influire soprattutto sulla Bellezza percepita.
Prendendo spunto dall'esito degli ultimi studi, sarebbe plausibile un Universo più piccolo di quello da noi supposto. Più piccolo non equivarrebbe a dire meno magico o potente.
Il cuore è una finestra spalancata sul futuro che significa tensione e apertura verso gli altri. La proiezione verso lo sconosciuto è anche questo, partendo dalla stabilità del presente che è il tempo del compiuto e della raccolta. Occorre che siamo noi stessi anche nel cambiamento per dare senso alla nostra apertura. Le ali sono propaggini che abbracciano e spingono. Sono lo slancio verso gli altri, slancio che si identifica nell'apertura e nell'abbraccio di ciò che viene.
Dio ha infiniti occhi. È ovunque noi siamo e non siamo. Il mago, pensatore divino, è Dio nelle cose piccole e da piccolo si fa grande. Il Mago è colui che riveste di eleganza le cose. È il poeta che non si lascia andare alle sue afflizioni con piagnistei e autocommiserazioni.
La vacanza per me è questo. Essere dove sei tu, come nella vita. Anzi, ancora di più, dal momento che la vita ci porta a continue distrazioni. La vacanza quindi per me più degli altri periodi è concentrazione. Vivere all'unisono nel e con il respiro dell'altro. Per nulla evasione, forse perché io mi adagio come un guanto allo spessore della mia intimità.
E' purezza il sonno. Dormiamo e ci purifichiamo. Non è anche questo "ritorno a casa"?
La casa di una donna è il corpo del suo uomo. Si è portati a credere il contrario in quanto ogni corpo, sia maschile sia femminile, sguscia dal ventre materno di cui si riappropria il compagno durante l'atto sessuale. Si esce che si è nuovi e si ritorna nella dimensione della casa dopo aver appreso tanto o abbastanza.
La donna è Terra e Materia. Quindi, Madre. C'insegna a compiere i primi passi e in quanto a questo è passato, presente e futuro.
Non so quanto amino le altre, quali parole sul tuo cuore abbiano soffiato. Non conosco nulla del loro sguardo e delle coppie unite dal passo schiumato nel tramonto. Non so quale arcobaleno i loro sogni abbiano sfiorato e quali parole le labbra di quelle donne ti abbiano sussurrato. Non so con quale intensità il loro sguardo a te si sia inchinato. Ma so e questo mi basta, fin dove mi possa innalzare l'amore mio.
Da quando è scivolato, il gatto col Collarino non scende più. Si avvicina alla porta d'ingresso e subito torna indietro per lo spavento provato. Ogni tanto lo si vede passeggiare sul balcone... ma rientra quasi subito come risucchiato dall'atmosfera protettiva della casa.
È straordinario come la Natura si diverta non solo nella molteplicità del dissimile ma anche nel fomentare percezioni e deduzioni diverse partendo dal simile. E così, la forma di un carciofo può ricordare quella di una rosa, porgendo però effetti diversi che si ripercuotono su utilizzo e finalità.
In futuro Cristo verrà con la spada a separare l'Uomo dalla Bestia e quei tempi sono ormai presenti. Già vent'anni fa e più qualcuno ammoniva che la società del futuro sarebbe stata costituita da vaccinati e non vaccinati e che una linea di demarcazione li avrebbe separati per sempre.
Ciò che arriva è la linea di confine tra il non ancora nato e il nulla. Gli odori... imbrattano il naso di altre vite che già vivono dentro di noi, altrimenti non le avvertiremmo. Avvertire è già riconoscere senza aver posto un nome. È qualcosa che spunta come un neonato arrivato or ora.
Una sedia vuota è una sedia che aspetta di prendere una forma e intanto ha un'anima. Una sedia vuota racconta di storie e presenze e incute timore. Non muore chi ha in serbo un racconto da donare e oggi più che un tempo ci lasciamo spaventare da chi è un tutt'uno con se stesso.
Di sera sale il vuoto da dentro. Esplode come un infinito pieno di significato che è tutto il mondo perduto e che coltiviamo dentro di noi.
La Domenica è fatta per concentrarsi su tutto ciò che gli altri giorni ci sfugge. Sulla luce profonda che alberga nelle cose. La domenica è il giorno del riposo ma non per le attività dello spirito.
Nella vita ci sono cerniere ovunque e grazie a queste scorriamo. La vita è scorrere e scorrendo una traccia lascia. È incredibile come la Natura preesista a noi e in questo è la sua sovranità. È eterna e sovrana perché non si pone domande. Ogni suo tassello è un microcosmo individuale che coopera nella struttura del tutto intervenendo alla sua corroborazione. Questo negli umani non esiste più. Esiste l'eternità del singolo da perseguire come fosse un'autorità a parte, disgiunta da tutto il resto.
Il cielo ha sempre qualcosa di unico che sfuma in fumo e profumo. Poesia nascosta nella solidità delle cose, vascello sull'anima.
I colori sono memoria latente eppure fertile di ciò che è stato. Sono il nostro universo nell'universo del tempo. Altro gli odori. L'odore è singolare e trascende le coordinate spaziotemporali. S'imprime e ci fa scegliere chi siamo e cosa portare dentro di noi. Gli animali si scelgono in base all'odore che crea la forma e definisce, diversamente da noi per i quali l'odore è l’infinito non circoscrivibile da alcun amplesso.
Noi siamo il riflesso dell'ambiente in cui siamo. Noi siamo e l'ambiente ci possiede inviandoci il suo riflesso. Lo spazio è il legame o braccio che ci tiene congiunti all'ambiente. In rapporto all'ambiente, noi siamo in relazione a ciò che abbiamo e questa espressione non è rapportabile al trinomio odierno di uomo essere avere, ma va ricondotta all'essenza dell'esistenza umana e quindi ai primordi della scala evolutiva.
"C'è una bellissima storia dietro questo dipinto. L'ho chiamato L'offerta perché vi è Gesù Cristo la notte prima di essere crocifisso, mentre prega per tutti noi. Questa storia mi ricorda costantemente che Gesù ha pregato per te e per me e questo è qualcosa di straordinariamente potente e confortante." (Cristina Rivera Lucioni)
L'infinitamente piccolo è altro dall'invisibile. Molto interessante lo studio che partendo dalla luce e dal suono riporta e rielabora le conoscenze dell'antica cultura sapienziale.
L'infinitamente piccolo è altro dall'invisibile. Molto interessante lo studio che partendo dalla luce e dal suono riporta e rielabora le conoscenze dell'antica cultura sapienziale.
Quando si rappresenta un Santo, lo si porge in modo fotografico, in base a quello che è riuscito a trasmettere e ad evocare al suo tempo e nelle epoche successive.
Le persone sono luoghi e i luoghi sono anime. Ciò che perdura e slitta sul piano del luce è anima. Si è anima nel prima e nel dopo. Nella pancia della notte che risiede nel prima, e nei bagliori della luce che sono il dopo.
Viviamo nell'epoca che ci porta a riconsiderare il coraggio, l'azione che parte dal cuore e che domina i rischi.
Un gatto che soffre e implora aiuto al padrone che resta in piedi tutta la notte ad accudirlo. Sappiamo chi siamo tra di noi ma non chi siamo per gli esseri minori, ardite stelle dell'Universo. Noi ammiriamo e amiamo e nella Bellezza ci riconosciamo parte di un disegno che va oltre noi e che per i più sensibili si ritrova in Dio.
La seduzione è del Cielo e nelle epoche di svuotamento si è soliti prediligere il ballo alla danza. Il ballo è puro svago ed evasione al fine di svuotarsi interiormente. All'opposto la danza è arricchimento sulla tensione al cielo.
Niente capita e tutto accade. Siamo nell'epoca in cui ogni cosa acquista tratti ben definiti e il destino sposa la nostra anima, l'anima dei più sensibili. È questa l'epoca degli accadimenti, in cui nulla si verifica per caso e tutto acquista un senso compiuto. È qui il senso del Presente in cui acquista veridicità ogni tappa del nostro passato, in virtù di una sua consapevole posizione nell'attualità.
Chiunque agisca contronatura sbaglia e il rischio di ammalarsi diventa alto. Non siamo stati creati per vivere l'uno contro l'altro. È tutto molto semplice e mi dispiace che ci siano ancora persone non in grado di capirlo.
Per i giovani sognare equivale a evadere, nel tempo invece si impara a comprendere che sognare equivale a ritrovarsi e per altre vie ciò rimanda alla valenza del sogno per i più piccoli.
Giovedi si è aperto il Triduo Pasquale che prepara alla Resurrezione di Cristo. Come da tradizione, dal giovedi si osserverà l'astinenza dalla carne. Questo è quanto ci ha tramandato l'osservanza ai precetti cristiani, decaduti nel tempo a mera tradizione popolare che mantiene un contatto molto labile con i contenuti di Fede veri e propri. Il giovedì Santo è di fatti il giorno in cui viene istituita l'Eucarestia di anticipazione al sacrificio vero e proprio.
A che servono i simboli se non a essere capovolti? È quanto c'insegna la perversione che ciclica ritorna nel corso delle ere antropiche. Siamo alla fine del Kali Yuga in cui la sensuale e avvenente Kali danza sul ferro delle armi. Non a caso i vulcani terrestri in questo periodo sono tutti attivi e il sottosuolo si riscuote. Shiva è nella sua veste più irrazionale e pericolosa.
Dovremmo ritornare semplici, ma la semplicità ha bisogno di chiarezza non fuori, ma dentro chi la cerca o implora. Altrimenti è propaganda.
Più ci vacciniamo e più Rossi diventiamo. È un circolo vizioso. Forse forse chi ha rallentato la distribuzione, male non ci vuole. Si sarà messo la mano sulla coscienza? Credo piuttosto che questo fatto rientri nella strategia consumistica secondo cui, esasperando il mercato, aumenta la richiesta e quindi la vendita.
Guardare dall'alto equivale a tuffarsi dentro se stessi. Per capirlo, occorre sviluppare una visione panoramica che consente di penetrare nell'interiorità.
Non può esserci dignità della persona senza identità. L'identità apre a una visione nitida e pertanto critica di se stessi, in quanto là dove c'è trasparenza e limpidezza, è possibile applicare una trasformazione costruttiva. Occorre vedersi dentro per acquisire quella forma di rispetto verso se stessi utile a intraprendere legami relazionali convinti e duraturi, non solo sul fronte delle esperienze private.
Fa male tutto ciò che trapassa l'anima e martella la nostra mente. Se togliamo il pensiero, diventiamo insensibili, perché il pensiero appartiene anche al registro dell'anima. Il Pensiero è leggero ma ha un suo peso ossia, una sua consistenza. È volo che s'inabissa nel cielo paragonabile alle profondità dell'anima. Il Pensiero è volo di nuvole e trasporto di ali oltre il visibile. È un filo interminabile che ci porta lontano, unendo orizzonti e paradisi. Il Pensiero, come già dice l'etimo, è legato proprio all'attività della filatura.
Stamo diventando tutti senza gambe, ciechi, sordi, mutilati da una guerra che non riconosciamo. Quanto era attinente alla definizione di diverso e di malato perché non autosufficiente, ora è la regola, anzi, la legge a cui inchinarsi tutti.
La Natura è una grande campana che eleva e protegge senza comprimere. La Natura non è solo quanto a noi si rende percepibile e visibile. È composta di vuoti che si corrispondono tra loro con giochi di armonie. La campana è tensione verso l'alto e ricorda per forma una montagna vuota al suo interno.
E' proprio questo il senso dell'amore. in tutto ciò che fluendo svanisce, ci ricorda la nostra esistenza. Chi siamo e il nostro valore. Il significato che portiamo qui su questa terra attraverso il corpo che ci ricopre. Quando amiamo, siamo in noi come non lo saremmo mai, nonostante l'euforia. Ma è proprio questo l'euforia d'amore. Ci fa scoprire attimo dopo attimo significati prima invisibili e sepolti da strati di chiacchiere e di cose inutili.
Ogni giorno è una scoperta. La vita ci invita a perlustrare. A salpare per nuovi lidi che non ci chiedono necessariamente di andare lontano. Tutto ciò che serve e di cui abbiamo bisogno è intorno a noi. Intorno significa tante cose. Strati su strati, veli sopra veli, tende e tappeti. Ogni giorno il miracolo è in ciò che si compie a portata di mano e che noi non cogliamo perché viziati da una visione sofisticata della vita.
L'amore non è mai sottomissione. Sempre e solo elegante sentire che ci rende grati della semplicità che portiamo in noi e offriamo col cuore. La semplicità è eleganza per il fatto stesso di partecipare e collaborare all'ordine naturale che è implicito alle cose e si racconta ospitando il Creato dentro di sé.
Prima si soffre e poi s'impara. La sofferenza è legata allo scontro con la realtà dei nostri desideri che vanno in caduta libera. Questo è quanto tutti riteniamo accada, sorvolando sul fatto che anche la luce ha la sua gabbia.
"Per sempre" è desiderio che si tuffa nell'infinito. Nel momento in cui pronunciamo dentro di noi questa frase, già risiediamo nell'Infinito e col desiderio ne protraiamo la presenza. Il desiderio allora esprime la volontà che si realizzi l'effetto di questo protrarsi.
È falso il mondo dell'apparire, eppure è qui che c'incontriamo e ritroviamo. La giustizia allora non è forse obbedienza a un mondo ordinato che a sua volta rispetta regole precise e prestabilite che sfuggono alla nostra comprensione razionale? La Bellezza guarisce e questo è il suo compito nel mondo. Guarire significa elevarsi dal pattume creato e determinato dall'uomo.
Il sorriso e il volto disteso o stranito accalorano. Contagiano le labbra che si appianano sul volto contratto degli altri, facendo emergere il sole dentro gli occhi. La scena si risveglia e si solleva il sipario, mostrando oltre la parete in fondo, altri orizzonti che nella cecità distratta o compressa non spiccano.
Siamo soliti associare la nebbia all'amorfo scialbore che è tenebra e contrario della luce. La nebbia è invocazione soffusa, muto sentire che abita un'altra dimensione della luce ed è in essa presente. La luce è nebbia. Pulviscolo che confonde a seguito dell'abbaglio feroce.
La Natura è ritmo e in esso si esprime il miracolo della danza dei colori. La danza è vita perché nasce dalla vita e la pittura converte i colori in ritmo sulla base di ciò che è stato tramutato in dinamico e da qui nuovamente in statico. Ciò che è statico acquisisce carattere dinamico e viceversa, e in tale alternanza si palesa l'impronta artistica della pittura.
Non solo il dolore personale ma anche il male causato negli altri e di cui poi ci sentiamo in colpa ci aiuta a crescere. La vita sa essere perdono e il perdono si manifesta nel porci davanti ad altre e seconde possibilità. Per questo ci vuole vigili e distanti dallo schema delle forme nella loro statica fisicità.
Il gatto col Collarino vuole riprendersi la sua proprietà ma Gattone Nerone Panterone non intende mollare. Costui è un tenerone, è dolce e mansueto ma verso il gatto col Collarino diventa implacabile come non gli succede con alcun altro gatto delle vicinanze.
Un solo attimo a volte è tanto. Gli attimi decidono tutto. Negli attimi nasciamo e ci consumiamo. Tutto parte da qui e la nostra voglia di non arrenderci. Così come qui, in queste rspressioni che traducono pensieri, trovano senso la vulnerabilità e la fragilità del nostro esserci.
Se ripenso a tutta la bellezza incontrata e vissuta, allora sorrido e mi viene voglia di continuare a vivere. Grazie anche alla musica che ricordo e mi parla ancora.
Sei tu la tenerezza. Ciò che sporge dal letargo il viso all'uscita del passaggio segreto, la prima volta. Ogni passaggio ha una sua prima volta. È la prova a cui siamo chiamati tutti nella vita. È l'inizio della nuova vita che nasce e si sviluppa dalla dimensione erotica.
La speranza è figlia dell'attesa ed è uno dei doni che Pandora era tenuta a custodire nel suo vaso. La speranza è legata alla vita e alla morte e al passaggio delle stagioni.
La Creatività è instaurazione di una nuova armonia che ha per principio la rottura di leggi e schemi. La Creatività è una forma di luce naturale che succede alla luce precedente ormai convertita in buio. È delle epoche che constano di un basso numero di esempi culturali e artistici adagiarsi tra le tenebre, mancando stimoli e nuovi impulsi.
La casa ci rappresenta e ogni persona ha dentro di sé il suo mistero spesso insoluto anche dopo la morte. Non è mistero ciò che si nasconde agli altri, ma ciò che indaghiamo in noi e resta senza una risposta razionale. Il mistero allora diventa terreno inesplorato che si traduce in maschera agli occhi degli altri. Il mistero è la nostra ricchezza impenetrabile. È il contenuto che rende bella la nostra casa.
Siamo soliti rapportare l'Età del Ferro al ciclo epocale delle guerre e dell'egoicità chiamato anche Kali Yuga, perché contraddistinto da un approccio feroce dell'Uomo verso il proprio simile e da un comportamento di abuso sulla Natura in genere.
La profondità oggi è scomparsa, così come la serietà. La gente oggi ride poco e là dove non dovrebbe. Parimenti è scomparsa la profondità. Sembra strano al solo pensarci, ma serietà e profondità sono tra loro collegate.
La Creazione è un campo di battaglia, l'atto erotico che si consuma. Tutto parte da lì, dal combattimento della coppia che è però sconfitta di se stessi, della coscienza egoica.
Cos'è il passato se non il presente che ritorna per rimpossessarsi di noi e noi di lui, perché ci teniamo presenti a noi stessi? Cos'è la vita se non un soffio, una piuma che si stacca dell'eternità?
Il cuore è una costante nella Natura, e lo ritroviamo come formazione di quelle parti e in rapporto a quegli esseri che sembrano slegati dalla materia pur appartenendole, come uccelli, ali e mani. Nel cuore, come ricorda la raffigurazione in sé delle due ali che s'incontrano, c'è l'impronta di una coppia.
Il buono per l'anima è il bene. Una carezza sul cuore. Se fai del bene, l'anima sorride. Ciò che è buono fa bene al cuore. Ma non sempre ciò è vero. Questa regola di associare il bene al buono spesso per i nostri sensi più edonistici non risulta valida.
Un figlio è nella madre e una madre è nel figlio. Non c'è legge in Natura più bella di questa che esprime perfettamente l'idea di specularità che per esteso traduciamo in empatia. L'empatia in Natura non sarebbe forse la capacità intrinseca a tutte le cose non di confrontarsi l'una con l'altra ma di cogliersi l'una attraverso l'altra?
L'orgasmo sensoriale non è mai qualcosa di assolutamente tangibile. È l'ineffabile che non è traducibile con gli strumenti propri della ragione umana.
La Natura è magia. Oltre l'apparenza è un mondo meraviglioso che le storie e le antiche credenze mantengono in vita di contro alla modernità.
Vorrei entrare in questa foto per rivivere il non vissuto che mi porto ancora dentro e lasciar sbocciare la speranza del cambiamento alle svolte della mia strada. E soprattutto, per scoprire me attraverso te.
L'amore sviluppa la gratitudine e questa accede al ringraziamento. L'amore fa sospirare ogni dolore e nelle persone troppo stanche si spegne l'amore prima che esse spengano loro stesse. Il dolore è l'altra faccia dell'amore che rende gioioso e possibile ogni tragitto e il passaggio attraverso le strette porte.
Ogni cosa nasce e muore dentro di noi. Dentro di noi si compie ogni inizio e ogni fine. Dentro di noi è la chiave della vita che spegniamo o aiutiamo dando risposte.
Il dolore è scomparire. Assentarsi dal mondo per dileguarsi nel nulla che è una stanza senza luce. Nessuno è più solo e più distratto di colui che è immerso nel dolore.
L'amore ha più forme in questa vita. È fatto da un'unione che va oltre il concepito e l'ammissibile. Spesso siamo portati a pensare che la morte sia il limite dell'amore, quando invece è il dispiegamento del sentimento in tutte le sue incontenibili manifestazioni.
La morte ci osserva nella distrazione della vita, ma la ritroviamo anche in ciò che sfugge. La logica della consapevolezza legata alla condizione di presente non è solo una componente del pensiero orientale, essa trova riscontro in tutte le religioni e ancor più in quelle in cui la forte dicotomia tra gli opposti è avvertita.
Siamo sfuggenza reciproca che ritrova le ali dell'anima nel rapporto amoroso. Nei cunicoli stretti s'intrattiene la vita e da lì sguscia la nuova semenza che s'inalbera verso il cielo nutrita del fremito della liberta'. Eppure, nella gola profonda che la donna possiede nel basso ventre, la sacralità prende forma, divampando col suo incontenibile anelito di elevazione, protetta dalle pareti del nudo corridoio.
Si è tutt'uno col tutto anche con la nascita, e l'appartenenza alla madre lo ricorda e ne è conferma. La Madre è il tronco che ci mette al mondo e in quanto tale assorbe le caratteristiche e le qualità della figura materna. La linfa della pianta è direttamente connessa con le radici dalle quali trae sostentamento.
Cos'è il languore se non quello stato di scioglievolezza che ci coglie? Il languore che passa attraverso lo sguardo è rimandamento all'Assoluto primordiale e a quello stato di sacra latenza in cui ognuno era custodito e conservato dal Tutto in attesa di essere seminato.