Tau e Tao. Gli orizzonti di una nuova coscienza spirituale
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Tau e Tao. Gli orizzonti di una nuova coscienza spirituale

Amore e Psiche
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Giotto - Predica agli uccelli - Storie di San Francesco, particolare
Giotto - Predica agli uccelli - Storie di San Francesco, particolare

 

Che cos'è la lontananza se non quanto ci separa dalla dimensione delle origini che assaporiamo durante l'infanzia? Tutto il resto è dimenticanza e smarrimento, quest'ultimo la nuova dimensione in cui siamo costretti a vivere.

Nulla esiste in me che non mi riconduca a te e qui trova casa il valore sacro del ricordo. Il suo senso autentico che brilla come la luce del sole. Lo smarrimento dell'adulto, del poeta stanco del suo male di vivere, così come del patriota incompreso, spedito in esilio e colto da atroce scoramento incontrano il ricordo sulla ghiaia sassosa del loro vagabondare, come s'incrocia Cristo nel deserto. È vasta la distesa arsa dalla luce del sole rovente e non tutti scelgono la pista che a Lui conduce. Ma tante e davvero tante sono le occasioni sul cammino in orizzontale di incontrarlo, per chi ha occhi con cui vedere e orecchie per intendere.

La croce abbaglia per la sua lunghezza a cui ispira noi sul piano orizzontale. Tante sono le occasioni con cui Dio ci viene incontro e altrettante sono quelle che sprechiamo. Andiamo alla ricerca tutti di quel punto esatto che ci porti a sconfinare nella pace durevole di un cammino che ci conduca a salire oltre noi stessi, purtuttavia poco facciamo per andargli incontro e riconoscerlo. Ci aspettiamo che Dio venga, si palesi a noi con un fare distinguibile, ma poco sforzo facciamo in noi stessi per ergerci e abbracciarlo. Solo agendo dall'interno di noi stessi comprendiamo il valore vero della croce e non nel suo significato di disperazione e morte. La croce è incontro. È visualizzazione del giusto posto in cui l'uomo colloca se stesso nell'incontro con Dio, che può farsi vana ricerca o traguardo vivo nel presente. In quest'ultimo caso la croce diviene rivelazione per gli animi smarriti. È il lume acceso lungo la strada nera. Più ci innalziamo nel contatto con Dio e più il piano orizzontale diventa leggero fino a lasciar svaporare la solidità della materia. La croce quindi assume il significato di raggiungimento della tanto sospirata pace del cuore, punto di arrivo dei padri mistici.

La croce a forma di Tau la spieghiamo così. Non come rappresentazione della contrapposizione tra linea divina e percorso materico esperienziale. È progresso e nel progresso dell'anima nulla è lasciato nel vago o irrisolto. Tutto è incontro e benzina per andare avanti e qui è la bellezza di ogni tappa conclusa.

Capiamo alla luce di quanto ora detto che vedere il percorso ascetico segnato dalla croce in contrapposizione o comunque separato dal simbolo del Tao è un errore. Tau e Tao si appartengono e non solo nell'assonanza. La croce è la quadratura del cerchio che ritroviamo nel simbolo del Tao in cui il nero e il bianco sono in un rapporto di compensazione e di compresenza. Potrebbe essere incompleta la croce se non fosse inscritta nel cerchio del divino in cui si colloca l'esperienza terrena e l'ascesa al Padre di Gesù Cristo. La croce ci pone dinanzi a un confronto suggerito e da vivere perché l'angoscia che ci sorprende dall'interno venga riconosciuta e superata in vista di un ulteriore passo in salita che nel Tau trova la sua risoluzione. La croce del Tau rappresenta la volta gotica ricavata dagli archi a sesto acuto. È il firmamento che noi cogliamo non più in chiave terrena nella contrapposizione di bianco e nero, ma come fioritura ritmica degli stessi, che si ritrova e insiste nell'equilibrio tra i due elementi. Il bianco conserva la sua memoria e la traccia di chi è stato guardando al suo opposto che si porta dentro dal passato nel presente, e il nero con la sua traccia di seme bianco dal presente si vede sbalzato nel futuro.

C'è un'idea del servizio alla base di tutto questo, un principio profondo che ammiriamo in San Francesco e nella sua filosofia pratica. Nessun cambio di rotta è possibile se non nell'acquisizione della coscienza nuova secondo cui siamo in evoluzione e niente in noi si cancella. Cambia la prospettiva e l'angolazione attraverso cui guardiamo gli errori fatti e commessi. Persino il peccato per San Francesco assume un colorito chiaro nella percezione della nuova alba in cui si trasforma nel momento in cui insegna a trascendere e a portarsi oltre in una nuova prospettiva di vita. Allora e qui forse la sua filosofia prettamente medievale si ridefinisce in piena autonomia. Il progetto esistenziale non è al di fuori del tempo in cui si colloca l'operato umano, ma è nel tempo e nell'uso del quale fa l'uomo. Tutto è stabilito via via dalle azioni umane che delineano il progetto esistenziale dell'uomo che solo operando con una coscienza nuova può raggiungere la comprensione del progetto divino che si esprime nei termini di destino. Capiamo bene quanto rivoluzionaria sia rispetto si suoi tempi la figura di San Francesco che sicuramente attinge dal monachesimo benedettino ma assume una propria forma. Così come assume nuovi contenuti l'osservazione del Creato in rapporto a uno sviluppo che parta dall'interno e non secondo l'azione di un Dio che agisce dall'esterno. Con San Francesco d'Assisi già ci portiamo dal pieno Medioevo del 1200 verso una nuova era che vedrà gli albori sul finire del 1300. Non improprio allora è la definizione di precursore dell'Umanesimo.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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