È già una vera fortuna poter dire di averle vissute infanzia e vecchiaia, perché tanti si ritrovano adulti già da bambini e altri ancora si spengono che sono giovani gemme. È una fortuna poter dire ho vissuto questo e sono diventato quest'altro.
Ci sono persone che si fermano a un livello di potenzialità perché nascono nel luogo sbagliato (pensiamo ad esempio ai bambini del terzo mondo) oppure per volontà del fato che scippa la vita a tanti, nel cuore della loro giovinezza.
Tutti siamo potenzialmente qualcuno, ma a tanti è precluso diventarlo. Diamo per scontato che la vita sia maturare se stessi dagli stadi iniziali attraverso le quattro fasi dell'età e invece, la vita è ben altro.
Quante volte siamo stati veramente vivi? E la vita che cosa sarebbe se non riemergere dal buio in lampi di coscienza? Spesso non viviamo e ricordiamo determinate situazioni a posteriori come qualcosa di vissuto e intensamente, e splendido che però sul momento ci era sembrato nulla. E allora, come agisce il ricordo? Si sdoppia in fantasia? O semplicemente, è la coscienza del dopo a conferire sfumature bellissime all'insignificanza del momento?
La vita è un rincorrere un treno di appagamenti che restano irrisolti. Pochi raggiungono il compimento di tutto. Tanti si completano da soli, ma questa è un'altra storia. Altri ancora assaporano la vita nella sua esaustiva sazietà, leggendo. Tanti libri, tante storie in cui si disperdono per ritrovarsi più interi di prima e senza pregiudizio alcuno. C'è chi si ritrova nella moglie insoddisfatta e poi, passando all'altro romanzo, in quella foglia che cade o nello sguardo del cane che s'illumina all'improvviso dinanzi all'affetto del padrone. Siamo tutto e siamo niente, a seconda. È tutto nel mistero di un istante, la vita. È in un istante che avviene la vita e si viene alla vita. I minuti e le ore e i giorni sono preparatori. È nell'istante che verrà o mai accaduto che si compie il passaggio.