Il fuoco e la sacralità della lingua
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Il fuoco e la sacralità della lingua

Amore e Psiche
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Jozef Israëls. Quando si diventa vecchi, 1878
Jozef Israëls. Quando si diventa vecchi, 1878

 

E quando manca il focolare, la tavola rotonda col centrotavola rotondo anch'esso, lo supplisce. La tavola dal formato rotondo non solo mette tutti i commensali a proprio agio, invitandoli all'armonia, perché senza spigoli, ma proverbialmente azzera distinzioni e gerarchie.

Ognuno ha la propria storia da raccontare, e questo è tipico attualmente dei giochi da tavola che intrattengono senza sacrificare le interazioni e le relazioni con gli altri. La tavola rotonda è espressione dei rituali di socialità e, a seconda delle circostanze, rappresenta il sole o la luna, quest'ultima relativa alle riunioni di rito calde e famigliari. Celebre in rapporto al nostro satellite naturale è la tavola rotonda di re Artù istituita dal sovrano come simbolo dell'alleanza con i signori del suo regno, tramite la quale assicurò un lungo periodo di pace.

La tavola rotonda suggerisce l'idea di un Cosmo dentro al Cosmo. Del tutto che dal grande procede verso l'infinitamente piccolo, di una sfera in cui ogni elemento ha un valore costitutivo e tutti vanno considerati di pari dignità. Il verso interscambiabile dall'alto verso il basso e viceversa è del fuoco che sale o che scende. Nel primo caso è il fuoco benedetto che ritroviamo nel camino, la bocca di cui il fuoco è la lingua. In questo trova spiegazione il silenzio dell'uomo seduto davanti al camino, perso nella suggestione delle fiamme.

È il fuoco a colmare i silenzi della stanza e racconta nutrendo gli occhi di chi vi assiste. Incantandoci e facendo uscire da noi contenuti che teniamo segreti o che si aprono a profonde confidenze.

Le banalità dinanzi al fuoco del camino scompaiono e noi ritroviamo noi stessi e la nostra congiunzione con la verità. "Parlare lingue diverse" significa non capirsi e accusare l'altro di essere caduto nelle trame ingannevoli dell'illusione. Il fuoco non ha paura ma fa paura. È la verità che brucia. In inglese "fire: fuoco" e "fear:paura" discendono da una comune radice, la stessa da cui deriva il nostro verbo "ferire".

La verità brucia o illumina. L'illuminato è colui che tace nelle banalità e pronuncia solo frasi sensate. Lo Spirito Santo che scende come lingue di fuoco infonde fermezza negli animi degli apostoli che iniziano a parlare in altre lingue superando la barriera delle loro insicurezze e timidezze. Con lo Spirito Santo rinascono ritornando se stessi e abbracciando lo sconosciuto che è in loro e che purtuttavia non avevano ancora veduto.

La fiamma spoglia e riconduce all'essenza. La cenere. La fiamma ci ricopre della sua luce avvolgente rendendoci quasi trasparenti, e della sua lucentezza. Ci fa ritornare nudi e rivestiti di lei, servendo l'opera di Dio. In questo fuoco e luce si appartengono e la leggerezza della fiamma è il lato sacro del fuoco, recuperato dalle vestali, le vergini al servizio di Vesta che indossavano tuniche leggere in quanto simbolo della loro purezza tenute a conservare per mantenersi degne del loro esclusivo ruolo.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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