L'ora, l'adesso e la sottrazione del pensiero
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L'ora, l'adesso e la sottrazione del pensiero

Amore e Psiche
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Giovanni Boldini, La principessa d’Isenburg-Birsten (1896 ca) – collezione privata
Giovanni Boldini, La principessa d’Isenburg-Birsten (1896 ca) – collezione privata

 

La bellezza la troviamo in ciò che è giusto e a cui non sempre forniamo una spiegazione. Allora potremmo dire che la giustizia è quanto si compie e basta a giustificare il passaggio su questa terra. Questo principio apre alla percezione del Sacro, ben altro dal sentimento di fede.

C'è chi considera l'anima e la sua evoluzione concluse qui su questa terra insieme alle relazioni di affetto che s'intrecciano con cose e persone. Sarebbe triste pensarlo e anche solo mininamente sospettarlo dal momento che in noi albeggia il sentimento d'infinito che si esprime anche in nostalgia.

Che senso avrebbero se fossero finiti come tutto ciò che ci circonda un sentimento, un abbraccio, uno sguardo tremolo?

È proprio il pendolo del sole sull'orizzonte a inviarci messaggi che purtroppo sull'uscio delle porte socchiuse non penetrano e rimangono lì, come sul davanzale di un momento bello. Quanto ci accade e ci rende partecipi è sì finito, ma spalanca ben altre percezioni che in quanto indefinite si protraggono per spazi tesi. L'anima stessa, la coppa di quanto ci attraversa interiormente non è finita. A suggerircelo è il fatto stesso di avere movimenti che non sono proprio logici o comunque inerenti alle leggi fisiche che ci determinano.

Siamo qui per proiettarci con la nostra luce in coni di ombre che diverranno nella conquista del vero, nuova luce a tappezzare il nostro cammino in una leggerezza senza fine che è anche rarefazione dei tratti solidi.

Ho accennato al sole poc'anzi, immagine lapidaria che dal finito spinge ben oltre la visione analitica del reale.

Usiamo un'unica parola per esprimere due concetti diversi ma legati tra loro. La parola è "ora". Tale parola ha la stessa radice latina di "bocca" e "oro". "Il mattino ha l'oro in bocca" siamo soliti dire riferendoci a quanto accade e all'incomincimento di ogni azione a cui corrisponde il nuovo giorno. "Ora" è il momento in cui accade la vita nonostante le nostre mille distrazioni. Del resto viviamo in un contesto finito e non potremmo essere ovunque anche con il cuore.

Interessante è l'altro riferimento alla parola ora associato al periodo di tempo scandito dalle lancette. L'ora per gli antichi era associata a un avvenimento insolito che rompe il flusso monotono della vita e irrompe spezzando i pensieri. Ha una sua sacralità perché esprime la volontà divina. La Passione di Cristo ci dà un assaggio eloquente di ciò che per gli antichi rappresentava la scansione del tempo in ore. L'ora nona, L'ora terza... sono citate in rapporto a quanto sta per compiersi non solo in riferimento all'esperienza di Gesù, ma in relazione al mondo intero. Attraverso le ore, Dio lavora e interviene nel mondo.

Una concezione questa molto antica, ripresa e riattualizzata dal Medioevo.

Se per noi moderni la vita accade e si sbroglia nelle ore come anche nel momento, i nostri predecessori latini ponevano invece un distinguo tra l'ora ( frazione estesa del tempo) e il momento.
Per gli antichi romani l'"Hora" aveva un suo valore reso dalla stessa radice in comune con "oro". Era sintesi dell'operosità umana vigilata strettamente dagli dei. L'adesso, "nunc" invece esprimeva la sottrazione da ogni sistema di controllo. Rappresentava l'esperienza di caduta dell'uomo dal progetto divino. "Nunc" è il "non hunc: non questo". È quanto si compie tragicamente, ossia indipendentemente dall'uomo, ponendo così una seria separazione tra il pensiero che ha bisogno di tempi lunghi per affermarsi e tradursi in concretezza, e l'azione.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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