L'Italia oggi. Il 25 Aprile e il gioco delle maschere
Hanno sciolto per infiltrazioni mafiose la giunta di Tropea, guarda caso proprio della località cuore calabrese del turismo Internazionale.
Hanno sciolto per infiltrazioni mafiose la giunta di Tropea, guarda caso proprio della località cuore calabrese del turismo Internazionale.
La campagna denigratoria verso il diritto alla vita condotta dalle Sinistre, sta incontrando l'apice della sua scelleratezza nella legge sull'aborto, per tramite dell'intervento di precisazioni ulteriori e del tutto superflue.
Quanto sta accadendo in Puglia vi pare che altrove non succeda??
Il serpente associato all'Uovo è il simbolo della rigenerazione. Lo accostiamo pertanto e alla formula massonica del Vitriol, e al Cristo Risorto. La via di tramite è la lettura ermetica dell'Inri, l'iscrizione sulla Croce.
La Pasqua è passaggio. Pass-Qua è andare verso in un incontro. È proiettarsi nella luce dell'Aldilà non solo con tutto sé stessi ma portando dentro coloro che amiamo, affinché la nostra luce possa coinvolgerli.
La dea Flora, la fata Primavera è uscita allo scoperto, rendendosi operosa per i prati e i campi insieme agli altri magici spiritelli. Loro è la legge secondo cui ogni essere di luce deve rendersi presente attraverso la sua opera e non nel suo aspetto. Eppure, sono tante le testimonianze in ogni tradizione di chi giura di aver incontrato qualcuno e visto qualcosa andando ben oltre il muro della realtà illusoria.
Ogni rinascita è sempre preceduta dal silenzio. Nel silenzio trova radice ogni mistero. Il silenzio che anticipa la rinascita prepara al mistero inviolabile che è custodito nelle cose ed è il tesoro di ogni divina creatura. Il silenzio è quanto non dice ma parla e in questo lo leghiamo al Sacro Mistero. È il Cristo che riposa lavato di ogni affanno nel sepolcro e si prepara a ritornare al Padre.
La vera liberazione è dal corpo e ogni liberazione ha in sé un mistero.
Chiamiamo luoghi quegli spazi che possiedono un'anima e che sono dentro l'anima. Spazi in cui si entra e si esce attraverso la luce e che non conoscono la tenebra. Gli altri sono solo posti, circoscrivibili all'interno di paesaggi anche solo umani, in cui andarsi a svagare o amabilmente a rilassare.
Siamo liberi quando creiamo. La libertà è orizzonte e principio. È di slancio a una visione altra della realtà, grazie alla quale percepiamo noi stessi. La fotografia, la parola nella configurazione dell'atto creativo sono musica, musica che si invera nella struttura scultorea delle forme. È quanto l'artista poliedrico Nicola Scanga ci propone nel suo "Incontri", invitandoci a ricercare nuove prospettive di approccio alla realtà delle cose.
Nella prossima recensione:
Siamo liberi quando creiamo. La libertà è orizzonte e principio. È di slancio a una visione altra della realtà, grazie alla quale percepiamo noi stessi. La fotografia, la parola nella configurazione dell'atto creativo sono musica, musica che si invera nella struttura scultorea delle forme. È quanto l'artista poliedrico Nicola Scanga ci propone nel suo "Incontri", invitandoci a ricercare nuove prospettive di approccio alla realtà delle cose.
L'essenziale nelle fotografie riscrive il mondo, per il fatto stesso di essere unità. Unità con le emozioni che scatena. Con il recuperare il filo di un racconto arcaico insieme a chi è in grado di cogliere la pienezza autentica della forma.
Attendere è in sé un arriverà. È vedere prima dell'accaduto. È altro dalla profezia o dalla premonizione. È sapere che nulla viene dato a vuoto e che il tempo è uno strumento necessario al fine di ogni accadimento.
Anche quest'anno si è concluso il Festival di Sanremo. La kermesse canora che mette al centro dei riflettori in Europa e nel mondo l'Italia.
Sorprende molto come nell'epoca attuale particolarmente rivolta a un uso spasmodico e sconsiderato dell'intelligenza artificiale e delle sofisticazioni mediatiche, sia ancora possibile trovare punti d'incontro tra la cultura del corpo fisico e l'estrosa creatività interiore. È come scorgere su un terreno brullo e arso una rosa carnosa che ci richiami per dare ascolto e attenzione alla sua invitante presenza.
È questa la sensazione che suscita Alessia Guidetti, personal trainer particolarmente votata al ruolo di autrice, che nel suo romance fantasy "La Prescelta" riesce a fare incontrare i tempi odierni con i toni romantici e avventurosi di un Medioevo capace ancora di stimolanti suggestioni.
In questa intervista:
Sorprende molto come nell'epoca attuale particolarmente rivolta a un uso spasmodico e sconsiderato dell'intelligenza artificiale e delle sofisticazioni mediatiche, sia ancora possibile trovare punti d'incontro tra la cultura del corpo fisico e l'estrosa creatività interiore. È come scorgere su un terreno brullo e arso una rosa carnosa che ci richiami per dare ascolto e attenzione alla sua invitante presenza.
Dal tempio pagano al tempio cristiano
La dott.ssa ippolita Sicoli, Responsabile delle rubriche di Arte Cultura e Spettacolo de "il Centro Tirreno" invita i suoi lettori il 24 novembre alle 17:00, presso la sede Uniter di Lamezia Terme in via Misiani 4bis, al suo incontro "Dal tempio pagano al tempio cristiano".
Non definiamo moda gli abiti neri con simboli che porgono tutto, fuorché messaggi di energia positiva. Le mode sono altro. Rivelano la personale identità di chi indossa i capi unita a un'operazione critica e a un'azione creativa.
Giulia è morta ed è tornata a casa da morta. Nonostante ciò, continua a parlare molto e non solo di sé. Questo suona davvero strano per l'angelo che era e che riusciva a comunicare tramite la sua gioia pura oggi, al tempo d'oggi, ormai per molti dimenticata.
Il conflitto in Medioriente sta facendo saltare i vecchi schemi politici, gettando luce sulla vera identità di aderenti e simpatizzanti. Sta facendo emergere in modo chiaro e paradossalmente anche nebuloso non solo l'antisemitismo e questo non sarebbe una novità se legato esclusivamente ai gruppi di estrema Destra, ma anche un netto atteggiamento di antiamericanismo.
Ieri sera in trasmissione, Iacopo Fo ha confuso un'azione terroristica con un'azione bellica, sostenendo che la prima sia a differenza della seconda giustificabile, in quanto questa indotta da comportamenti scorretti.
Siamo tutti luoghi in cammino verso qualcuno, qualcosa. Verso obiettivi che invitano a incontri o a scontri con altri individui e comunità. Se c'è qualcosa che rende l'uomo imperfetto è la guerra, la rivendicazione arbitraria di diritti che spesso anche se giusti, si contaminano di morte e sangue. Se c'è qualcosa che all'opposto rende l'uomo vicino all'ideale di perfezione e bellezza, è la volontà di abbattere le barricate della sopraffazione.
La posizione tra Israele e Palestina a mio avviso resta inconciliabile. Il conflitto esploso in questi giorni sta portando a galla non solo quelli che sono gli atteggiamenti contrapposti che già si conoscevano tra mondo Occidentale e le altre realtà musulmane e non solo, ma sta rivelando profonde lacerazioni negli schieramenti politici a favore dell'uno o dell'altro popolo.
In una casa, in una proprietà vi sono elementi che spiegano chi le possiede. Si può mentire su alcuni particolari, ma nell'allestimento e organizzazione di esse marcata risulterà l'impronta di chi le cura e amministra e non ultimo, di chi le abita.
L'Europa, per come la conosciamo oggi, si è costituita grazie all'incontro delle grandi dinastie normanne e sveve. Quanto ha posto le basi nel Medioevo all'età moderna, oggi sembra essere surclassato dalle attuali rotte di incontro scontro che mirano a mettere a soqquadro l'elaborata realtà che ha determinato tra processi osmotici e spinte contrarie, la dinamica struttura psico sociale dell'Europa, nonché la sua identità.
Un luogo che sembra uno dei tanti, eppure... Ricordo il mare al mio mattino. Spalancavo la finestra e lui mi attendeva ogni giorno uguale ma sempre diverso. Era estate e lui mi aspettava... Sempre lì, al solito posto, a Oliva, dove sfocia il fiumiciattolo quasi invisibile ora d'estate, nel vasto mare. Il ponte della ferrovia e più giù la spiaggia ampia e acciottolata.
Attorno a un fuoco ci sono uomini che ballano e cantano. Attorno al fuoco ci si raccoglie per bivaccare e per pregare, e per onorare i defunti. Il fuoco è un elemento caro alle tradizioni antiche volte a celebrare il culto della montagna. Il falò è il luogo cardine delle società antiche che attorno al suo perno hanno avvitato storie e leggende, come anche miti dal profumo sacro.
La riforma della giustizia per come la vorrebbero i 5 stelle ridimensionerebbe le capacità degli inquirenti. Il loro lavoro si ridurrebbe considerevolmente e ciò costituirebbe una lama a doppio taglio per due motivi principali.
A quanti scrivono che per Falcone e Borsellino non fu proclamato alcun lutto nazionale, dico semplicemente che oggi è visto come eroe colui che svolge degnamente il proprio lavoro, e questo è un segno grave.
Stamattina ci ha lasciati Silvio Berlusconi. Una notizia questa, che addolora nel profondo e che significa tante cose. Prima fra tutte che è crollato il mondo vecchio e che non è detto che quello nuovo sia migliore.
Contrariamente a quanto si affermava anticamente, traendo ispirazione dai Miti, il mostro è colui che non si mostra. La persona che tradisce il suo aspetto bello e invitante. A determinare questa nuova narrazione del mostro è stato lo spostamento dell'attenzione dell'uomo dal proprio centro alla realtà che lo circonda.
Dalla padella alla brace verrebbe proprio da dire. E questa volta la brace sembra proprio rovente, dal momento che siamo esposti al rischio concreto della Terza Guerra Mondiale. Tramontata l'emergenza Covid, un'altra emergenza si è affacciata.
In questa intervista:
Fare impresa richiede vocazione e forte senso di responsabilità. La difficoltà oggi è accentuata dall'incapacità di fare analisi ben ponderate prima di intraprendere un'attività. Ci si lancia e molte volte a questo lancio segue il vuoto. È ciò il riflesso inevitabile di una mentalità viziata dal tutto facile che non sa rispettare i necessari tempi di attesa e di maturazione del progetto iniziale.
Ci sono storie che come un treno ci attraversano partendo da una remota stazione e dentro di noi proseguono il loro viaggio. ci sono storie che colmano i silenzi di questa modernità prosastica, stimolandoci a vedere quanto davvero ci appartiene e ci relaziona alla comunità di cui siamo parte.
Saper dipingere il mondo nella sua impersonale asetticità è più dei filosofi che degli artisti. Questi ultimi tendono a proiettare le loro primavere anche in luoghi aridi, falsando la giusta rappresentazione delle cose.
In questa recensione:
Saper dipingere il mondo nella sua impersonale asetticità è più dei filosofi che degli artisti. Questi ultimi tendono a proiettare le loro primavere anche in luoghi aridi, falsando la giusta rappresentazione delle cose.
Il Covid è alle nostre spalle eppure, ce lo sentiamo ancora addosso. Lo abbiamo dentro di noi, nella coscienza scolpito e sembra che nessuno faccia abbastanza per riprendere la vita di sempre, o meglio, la vita di prima perché quel sempre, lo abbiamo tutti senza pietà rimosso. Le restrizioni continuano ad attanagliarci come se nulla fosse cambiato. Hanno semplicemente mutato nome, mutando in qualcos'altro al di fuori del Coronavirus.
In questa intervista:
Il Covid è alle nostre spalle eppure, ce lo sentiamo ancora addosso. Lo abbiamo dentro di noi, nella coscienza scolpito e sembra che nessuno faccia abbastanza per riprendere la vita di sempre, o meglio, la vita di prima perché quel sempre, lo abbiamo tutti senza pietà rimosso. Le restrizioni continuano ad attanagliarci come se nulla fosse cambiato. Hanno semplicemente mutato nome, mutando in qualcos'altro al di fuori del Coronavirus.
La tragedia che si è consumata nel mare di Crotone non fa altro che confermare i sospetti sollevati da chi vede dietro gli sbarchi l'intenzione di snellire di numero la popolazione mondiale, a iniziare dagli ultimi.
Siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio. È quanto si nasconde sul piano vibrazionale in ciascuno di noi. Sul concetto di contenuto e forma la filosofia ha fornito risposte differenti.
Quando pronunciamo la parola "corpo" ci riferiamo a qualcosa di integro e completo. Abbiamo già visto l'attinenza che unisce integro a compiuto. Il corpo è ciò che non presenta sbavature ma che nelle anime sante splende di luce e riflessi.
Il termine "corpo" si presta a diversi significati e interpretazioni. Abbiamo visto che scomponendo il termine otteniamo "cuore" e "palude o periferia" che determinano difatti la sostanza di una città. Il corpo è anche il nemico dell'anima nella contrapposizione tra fisicità e invisibile. La dicotomia di corpo e anima è alla base delle altre forme di diade come ad esempio Amore e Psiche.
Sul significato di "corpo" ci sarebbe molto da dire. Esso difatti si presta a svariate interpretazioni anche per la derivazione incerta. L'etimo "corpo" dovrebbe ricondurci alla radice sanscrita KRP che ritroviamo in "creare" e in "comporre".
La lingua inglese oltre ad essere avvantaggiata da una struttura grammaticale semplice, si presta ad essere acquisita in virtù del suo carattere onomatopeico che conduce a un'assimilazione rapida. La velocità con cui oggi immagazziniamo dati e informazioni deve essere sorretta da una lingua scorrevole e guizzante che stimoli la metabolizzazione di un fatto in tempo reale.
Tutto nasce dal giallo sembra urlarci la Natura. Il gallo sembra ricordarcelo rivolgendo la nostra attenzione sul tuorlo dell'uovo che racchiude il seme della nuova vita. Alla domanda se è nato prima l'uovo o la gallina, forse la saggezza antica infusa nei giochi industriosi della lingua italiana ci consiglia di rispondere "nessuno dei due".
Siamo echi di una sorgente di luce lontana che richiamiamo a noi coi suoni delle parole. Le parole come agglomerati di suoni sono quanto ci resta di chi siamo stati. Sono i campanelli che ci risvegliano dal torpore antico.
Da quando hanno smesso di testare i farmaci sugli animali, hanno iniziato con le persone. Mi viene da pensare che questa cultura di esagerato rispetto per gli animali venga manipolata dall'alto a fini torbidi, destinati a macabre ricadute sul genere umano che porterebbero a uno sfoltimento della popolazione mondiale.
La vita è un continuo riemergere dalle zone in ombra e allora si prova sollievo. È un rimanere giù negli abissi senza riuscire a vederli e a guardarsi dentro. La vita vera è in quei frammenti incalcolabili in cui afferriamo il respiro di ciò che ci viene nascosto perché ancora non per noi.
Essere presi totalmente da una persona si dice "Mi fa sangue" così come "ho nel sangue" indicando di essere posseduti da una forma di incantesimo. È questo il risvolto magnetico della fascinazione provocato da Venere "dea dell'amore" che come tante divinità ha il suo lato oscuro negli abissi.
Il verdetto finale che assolve Berlusconi da ogni capo d'accusa, ad occhi bene attenti dimostra quanto in grande sta avvenendo nel mondo. Ossia il passaggio da una realtà geopolitica unipolare ad un'altra bipolare se non persino multipolare.
La giornata di San Valentino dovrebbe essere l'occasione per tutti di riflettere sul significato di Amore e su quello che ognuno a riguardo è disposto a dare e a ricevere. Andando ben al di là dell'isola felice e delle cene da favola che molte coppie di accingono a ricrearsi.
Al di là del non senso e dello sgomento destati da questa edizione del Festival, c'è la presa di coscienza dell'impegno a vanificare ogni intervento della Scuola compiuto al fine del risanamento della società.
È ancestrale quanto ha la capacità di sommuovere le nostre stanze più profonde, provocando emozioni e vibrazioni. In una realtà, quella odierna, che dimentica di osservare l'anima dall'interno, preferendo di coglierla nel mondo che ci circonda, trovare echi di un percorso dimenticato e che ci restituiscano a noi, è alquanto raro. L'Arte allora accade e come una benedizione ci accoglie.
Siamo ancora alle prime battute e Sanremo già fa parlare di sé. Il Festival si riconferma ancora una volta la kermesse di scandali e schermaglie, posizionando agli ultimi gradini la qualità della musica.
In questa recensione:
È ancestrale quanto ha la capacità di sommuovere le nostre stanze più profonde, provocando emozioni e vibrazioni. In una realtà, quella odierna, che dimentica di osservare l'anima dall'interno, preferendo di coglierla nel mondo che ci circonda, trovare echi di un percorso dimenticato e che ci restituiscano a noi, è alquanto raro. L'Arte allora accade e come una benedizione ci accoglie.
"Anfora" significa "con due anse" ed è, come da me già riferito, la rappresentazione della donna in rapporto alla sua funzione. I due manici sottolineano l'ampiezza del recipiente e i fianchi della donna che un tempo erano particolarmente apprezzati per la loro rotondità.
"Portogallo" significa "porto dei Galli". I Galli ( Galati) antico popolo della Gallia ( attuale Francia) erano noti per essere strenui difensori del loro territorio, nonché abili conquistatori. L'italiana Senigallia prende di fatto il nome da loro.
Il vaso anfora ricorda la donna per conformazione. Nell'anfora invece che nel vaso venivano inseriti i liquidi puri e destinati all'abbeveramento, oppure olii preziosi. Nell'interno dell'anfora c'è quanto va protetto e l'acqua e il vino, quest'ultimo poi trasferito nei successivi otri ricavati dalla cucitura delle pelli di capra che ha ispirato le zampogne.
"Fame" ha la stessa radice di "fiamma" e di "femmina". Avere fame di vita significa desiderare di godere intensamente della vita nei suoi aspetti soprattutto più libidinosi. La femmina è associata al sesso e a tutto ciò che spinge l'attività umana sul piano orizzontale.
L'anima gemella prescinde dall'attrazione fisica ed è su questo che le culture di ogni tempo si sono confrontate, cercando di trovare giustificazioni plausibili anche ai tradimenti.
Testo significa "vaso" perché raccoglie e conserva contenuti. Anche la parola "testicolo" ha la stessa origine. I testicoli erano considerati vasi piccoli che contengono semi. La desinenza latina "culum" ha il suo valore relativo non tanto al diminutivo che rappresenta ma alla provenienza.
La giornata della memoria dovrebbe fornire a tutti l'occasione per riflettere.
Il popolo ebraico ha sempre sorpreso per la tenacia con cui ha cercato di conquistare la propria identità in relazione al territorio.
Noi siamo le cose che indossiamo e ci fanno esistere. La materia è un velo aggiunto che ci completa e ci identifica.
Ci sono opere di un'attualita' sconcertante perche' riecheggiano nelle stanze dell'anima spoglie di qualsiasi orpello.
La morte rivela quello che siamo riconducendoci all'essenziale. È quanto ci rivela lo scheletro prosciugato di muscoli e carne. Lo stesso fa il teschio la cui radice etimologica ci fa approdare e al testum: "vaso di coccio" e alla più plausibile "teca" sempre col valore di contenitore.
Maria conserva dentro di sé e medita. Per capire l'atteggiamento della Madonna dalla nascita del Figlio, dobbiamo innanzitutto considerare che lei mettendo alla luce Gesù che si rivelerà il Cristo, chi lei ben sa, è assurta a divinità, adempiendo il contrario di quanto si verifica al Padre Celeste incarnatosi nel Figlio.
Il vaso è la base da cui tutto è partito. Nel vaso che è rappresentazione del Cosmo, Dio ha trasferito se stesso. La prima conformazione di vaso è quella semplice, panciuta. Il vaso anfora subentra successivamente con i due bracci che ricalcano i fianchi rigonfi della donna fertile. Il vaso è il principio di Dio che traspone se stesso nella creazione.
L'incontro tra il re Pescatore e Parsifal è descritto nel romanzo di Cretienne de Troyes. Il nome Cretienne era molto diffuso nelle Francia medievale, come variante di Christian. In molti ravvisano una relazione tra il nome Cretienne e il dispregiativo italiano "cretino".
Pescatore e pesce si equivalgono. Il mare bagna chi lavora a contatto con esso e anticamente questo faceva sì che il pescatore fosse considerato anticamente una figura sacra. Il pescatore è colui che non si separa mai dal liquido amniotico che lo preserva dall'impurità della vita terrena. È come se fosse in contatto con un altro cielo, fluido e misterioso.
Sul legame tra l'ebbrezza e il Sacro mi sono già occupata ampiamente, prestando attenzione, laddove fosse opportuno, a contestualizzare le posizioni e gli atteggiamenti osservati, di cultura in cultura.
Non è un caso che Santa Brigida patrona d'Irlanda ricorra l'1 febbraio, il giorno prima della Candelora. L'accostamento della Sapienza alla luce lo ritroviamo non solo nell'attributo di eccelsa riferito alla santa in questione, ma anche nella derivazione del nome secondo la radice greca che unisce la sapienza alla luce.
In celtico Ambrogio è Emrys tradotto anche come Merlino. Ambrogio è il celta mago Merlino traslato a vescovo cristiano. In gaelico Emrys è Myrddin che significa appunto "mago" dalle radici im-mi (imago da cui immagine) e rddin: vedere.
La dea Vesta è strettamente connessa già nel nome al rito di accensione del fuoco. La parola Vesta la connettiamo al termine Estate che ha il suo significato in Essere così come in Bruciare. Siamo presenti con la consapevolezza più piena di noi stessi, nel momento in cui bruciamo la dimensione del tempo.
L'identificazione del vuoto col nulla è quanto accade ai nostri giorni. La mente umana si sta talmente raffinando da sconnettersi da tutto il sapere antico che aveva l'impronta di certezza. Il vuoto implica il concetto di dilatazione ed espansione attraverso cui si compie l'azione creatrice di Dio.
Sul concetto di vuoto s'innesta il dibattito medievale sul fronte etico e teologico. Più che in termini di metafisica, in rapporto al Medioevo dovremmo esprimerci con termini di derivazione teologica in quanto ben chiaro è il riferimento al Dio della fede.
È del male odierno associare il vuoto a una condizione di inermità asfissiante. Il vuoto interiore si traduce nella forma di nichilismo che vivono tanti artisti ed è stimolata dall'impossibilità di trovare un varco nella solitudine. Il vuoto è il nonsenso esteriore venuto a galla nella dilatazione della società sorretta da legami sempre più lenti e ossidati.
Chi legge, è figlio degli alberi. Ha braccia tese ovunque, non per proteggersi o attaccare, ma per estendersi. È bella l'associazione del finito che cerca di costruirsi le sue aperture e di tracciare nuove vie di respiro per sé stesso e per gli altri.
Prima dell'anno Mille, il Medioevo era molto legato allo spirito paleocristiano d'ispirazione bizantina. Il contatto con le stelle e gli astri sono manifestazione diretta della venuta di Cristo e della presenza di Dio che pervade la vita nel Cosmo.
L'uomo, illudendosi di arrivare a conoscersi, ha cercato di circuire Dio. Circuire Dio è equivalso a limitare la propria libertà espressiva.
Se il ricordo è precipitare in sé stessi, la nostalgia è mantenersi sulla corda di confine tra la dimensione prima del tempo e quella in cui siamo. Esiste la soglia in ogni caso, ad accomunare entrambi e la soglia guarda verso l'interno del fuoco, nel primo caso. Su un paesaggio bellissimo nel secondo, in cui lo sguardo si perde.
Dove c'è Dio c'è l'amore e il cuore è il suo centro. Il cuore con la sua simmetria a foglio che si ripiega raccoglie le storie vissute interiormente e le conserva, a volte le tramanda in terza persona, per sottrarsi a pettegolezzi e invidia attraverso il ricorso all'universale.
Lo spirito indipendentista dell'Inghilterra lo ritroviamo ben evidenziato nella decisione impugnata di slegarsi dall'autorità papale. Lo scisma d'Occidente e l'istituzione della Chiesa Anglicana nasce però da radici più profonde.
Vedere l'altro come rifugio è un'ingenuità che nel Medioevo i meno accorti commettevano. Come una medaglia la luce aveva il suo triste opposto che spesso nei rapporti umani non mostrava. Il mito era il luogo del raccoglimento dove tutto si rendeva possibile e dove era possibile costruirsi una dimensione lontana da padri e mariti padroni.
Anche la nostalgia è una forma di rimembranza. Ci chiama ciò che ci appartiene già sottoforma di impronta, ombra di luce e che a tratti ci lascia sussultare, spingedoci a travalicare il tempo e ci fa sentire qui e lì contemporaneamente e a questo non sappiamo dare spiegazione.
Ogni epoca s'impone puntando sulla propaganda che a sua volta si basa su un doppio registro: ufficiale e ufficioso. Il Medioevo non fa eccezione e l'apparato iconografico tende a rimandarci il suo aspetto ufficiale. Come già detto, l'azione mantiene l'uomo nella dimensione di purezza, come l'etimologia suggerisce ("purezza" dal greco "pur-puros=fuoco).
Convertire l'ebbrezza delle emozioni e l'estasi estetica in santità è la prerogativa del Medioevo restio a concepire i piaceri legati alla dimensione umana e quindi, non necessariamente sbagliati. L'uomo è la bestia se non contiene i suoi istinti primari di istigazione ai peccati.
L'Avvento è il periodo che ci prepara alla venuta dell'Emmanuele, di Dio tra noi. Venire è altro da tornare. E' l'incontro che si rende palese insieme allo spirito di comunione. L'Avvento prepara a questo, ad accogliere chi viene per noi.
La vita è ciò che ci sfugge proprio mentre lo viviamo. Essere presenti equivale ad essere assenti e la morte è il sorriso della vita. È la rosa che ci invita sotto le sue spoglie di bellezza a cogliere e comprendere prima che tutto precipiti in vaghezza e nell'oblio.
La rosa è un simbolo vissuto. Nel Medioevo è promessa di amore per l'eternità. Tra le varie compagnie dell'epoca menzionate ancora oggi c'è la Compagnia della Rosa Bianca simbolo di purezza. La rosa ha una costruzione a incastro dei petali che convergono verso il centro, suggerendo il ciclo di incarnazioni in cui le anime gemelle si tengono per mano prima di raggiungere la luce di Dio.
Ci sono trame nascoste, fili illeggibili che uniscono come in un'unica casa, gli aspetti del nostro essere artistico e sensibile. Ognuno di noi è in sé una famiglia di rapporti retti dalla capacità di traghettare chi si è in quello che si fa, ma è dei migliori realizzare questa operazione.
È curioso come proprio nel Medioevo le distanze fossero colmate dal sentimento del Sacro capace di avvicinare persone distanti. E in questo trova compimento la rilettura dei nostoi omerici.
L'autorità divina si esprime nel mantello che ritroviamo tra i motivi iconografici del Centro Nord Europa. Il dio germanico e norreno Mani evidenzia la doppia realtà delle mani e proprio sul doppio è incentrata la cultura simbolica medievale.
Il presente è il luogo della preghiera e dell'incontro con Dio.
Pregare e Ora si appartengono, perché con la preghiera siamo nel Presente, ossia in noi stessi. L'ora è il momento che tutto raccoglie, l'eredità e chi siamo, ponendo le basi del nostro futuro.
Il mantello è un accessorio dell'abbigliamento tradizionale dei popoli montani. Lo ritroviamo riferito ai briganti, ai pastori e agli zampognari. Il mantello rimanda al triangolo superiore dei monti e suggerisce l'esigenza di protezione.
Non esiste cavaliere che si rispetti che non abbia il mantello. Il Medioevo eredita dal vecchio Impero Romano l'importanza attribuita al mantello indossato dagli alti uomini di stato. Chi è insignito di un'investitura sacra o di un titolo prestigioso indossa il mantello che venne consegnato a Gesù insieme alla corona di spine, a mo' di scherno.
Il mantello appartiene al patrimonio iconografico calabrese, in quanto mistico e ascetico impregnano questo territorio da tempi immemori. Non sempre l'ascetismo e il misticismo sono attributi esclusivamente cristiani. Li ritroviamo in ogni religione e in chi superi il concetto di religione stessa.