Abbiamo visto nel precedente articolo il significato sul piano verticale dell'altra faccia o rovescio della medaglia. In questo vedremo quali sviluppi ha la contrapposizione sul piano orizzontale. A proposito di ciò che è al di sotto, è giusto operare un distinguo tra ciò che è interno da ciò che al di sotto e che contempla un'implicazione escatologica morale e teologica.
Gli Inferi fanno riferimento a un di sotto che è intimità con un contenuto spesso inarrivabile senza l'ausilio fornito dai miti a cui attiene il dio Ade. Altro è l'Inferno, luogo metafisico attribuito a colui che in antitesi a quanto compie il simbolo con la funzione di unire, disgrega l'essere. L'inferno è il luogo del "diaballo" o diavolo il cui fuoco brucia, cancellando ogni principio di trasformazione.
Sul piano orizzontale il rovescio implica la tradizione speculare filosofica che cerca di catturare il mistero dell'esistenza rimanendo ingabbiato nelle sue speculazioni discorsive e intellettualistiche.
Dov'è Dio? Dove intravederlo e coglierlo?
Dio non si lascia cogliere ma avvertire e l'interiorità è la via concessa all'uomo per incontrarlo anche operosamente, attraverso le azioni e le espressioni creative. A differenza degli dei grecoromani, il Dio cristiano non è geloso e superbo. Chi opera sulla base dell'incontro lo incrocia sui propri passi ed è quanto gli artisti antinichilisti, gli asceti e i mistici e i santi ci comunicano e insegnano.
Nel mondo di sopra la realtà dello specchio come simbolo è visto come ingresso non in un palazzo lussuoso o in un labirinto ingannevole, ma in una caverna con infinite gallerie che si ritrovano in un centro. È questo lo sbocco, il centro a cui segue un percorso verso la luce e l'uscita come rinascita. Il confronto con sé stessi è buio e periglioso, ma indispensabile al superamento dell'Io. L'immagine dello specchio nel buio di una stanza con di fianco una candela accesa introduce al cammino di ricerca ora accennato, considerato anche dall'alchimia.
È interessante come il rovescio della medaglia sul piano orizzontale introduca a diversi concetti, tra questi al cambiamento. Voltare pagina è la simulazione di una svolta a seguito di un'azione. Il risvolto è la compresenza del doppio e lo ritroviamo a proposito del dio Giano.
La visione del cambiamento dagli antichi era percepita anche attraverso la forma di intuizione tramite la conformazione del territorio, altro dal paesaggio che viene colto attraverso l'accensione o la stimolazione di un gusto estetico. Un territorio frastagliato che vede la repentineità dei cambiamenti e la costruzione di una propria armonia che ne fanno un paesaggio, richiama e apre a forme di devozione al dio Giano.
In Calabria, nel territorio compreso tra i comuni di Serra d'Aiello e Aiello Calabro, esistono diversi riferimenti toponomastici che rimandano al dio in questione. La contrada Giani e il cozzo Ciani sono quelli più conosciuti. In quest'area a bassa densità di popolazione e che conserva una bellezza selvaggia caratterizzata da una varietà di piante a medio e alto fusto, sono stati rinvenuti siti di particolare valore archeologico che testimoniano un'attività intensa rivolta alla magia. Giano è il dio delle iniziazioni e dell'ingresso in una realtà parallela e accessibile a pochi. Dei culti fondati su rituali che prevedevano prove di accesso e di superamento anche insidiose. Il superamento è cambiamento e il cambiamento dagli antichi era concepito come rottura dallo stato precedente, una rottura che andava affrontata sul piano dell'intimità più nascosta.
Aiutata dalla conformazione del territorio che implica condizioni climatiche di forte variabilità, i popoli calabresi si sono nel tempo adattati al cambiamento che ospita in seno alla sua natura selvaggia la Calabria. Una lingua di monti che si allunga nel mare e che costituisce una penisola non può che sviluppare vari microclimi tutti all'insegna di forti contrasti termici che danno vita a locali e improvvise manifestazioni meteorologiche anche violente. "Cambiamento" in greco si dice "tropos" e in Calabria dà il nome alla suggestiva località Tropea dove spesso si formano temporali estivi ad evoluzione diurna anche di forte intensità, chiamati in dialetto "Trupie".