''Augellus'' e ''agellum''. La terra e il volo degli uccelli nella memoria collettiva
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''Augellus'' e ''agellum''. La terra e il volo degli uccelli nella memoria collettiva

Amore e Psiche
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Àugure che impugna il lituo mentre trae un “auspicio” osservando il beccare dei polli
Àugure che impugna il lituo mentre trae un ''auspicio'' osservando il beccare dei polli

 

Le parole "campo" e "uccello" in latino sono molto simili e hanno la stessa origine da cui deriva la parola "agro" e "agnello", così come "agile" in rapporto a "giovane". Alcuni paesi della Calabria, come Aiello Calabro e Serra d'Aiello, traggono ispirazione nei nomi dal latino "agellum" che significa appunto "campo", incontrando anche la radice del latino antico conservata nel nome "augellus".

L'associazione terra uccello è molto antica e ha portato gli auguri a rendersi interpreti del volere degli dei. L'italiano "augurio" trae origine dalla lettura del volo degli uccelli. La frazione "Augurato" tra il territorio di Campora San Giovanni e quello di Serra d'Aiello trae ispirazione già nel nome da quanto sopra detto.

Il termine "podere" deriva dalla stessa radice di piede, in merito alla base, ossia la fonte di arricchimento del possidente. Un tempo la proprietà terriera era garanzia di ricchezza per tutta la discendenza e forse, proprio la sicurezza che ne derivava, ha reso superficiali nello stile di vita i proprietari che si sono spesso dati a sollazzamenti eccessivi e a vizi come il bere e il gioco a carte con cui si sono indebitati fino al fallimento. Si decade se non si ha l'accortezza di sapersi gestire e saper di riflesso gestire le proprietà. L'albero sovrano che inaugura il viottolo che conduce alla casa padronale, ricorda tale accortezza.

Gli uccelli erano utili al fine della divinazione. Gli uccelli avevano la funzione di rinverdire la memoria perché associati a uno stile di vita ordinato e metodico. L'uomo addomesticando la natura ha addomesticato se stesso, e se in un primo tempo è stato l'uomo a imprimere il proprio ordine sulla base dei propri bisogni all'animale, nel tempo è successo il contrario. È stato l'animale a chiedere all'uomo di rispettare i suoi ritmi e ciò ha sviluppato tra le due specie uno stile di vita compensativo.

Il gallo che canta è stato la prima sveglia dell'uomo agricolo. Il gallo ha ricordato nel tempo che è ora di alzarsi perché la giornata di lavoro è iniziata. I ritmi in campagna sono lenti ma serrati e occorre rispettare il senso del tempo che oltre ad essere segnato dal mutare dei mesi e delle stagioni, viene scandito dalla crescita degli animali. La vita agricola si sviluppa per fasi come i cicli della luna e questo è un elemento che unisce i due mondi. Si sviluppa così un ritmo che s'imprime biologicamente nella vita di tutti gli organismi, anche dell'uomo.

La memoria è la forma del rispetto di una cultura semplice. La memoria diviene educazione a sapersi comportare e gestire. La memoria degli uccelli guida il loro volo che si esprime nelle grandi migrazioni, compiendo così il loro destino fatto di partenze e di ritorni. Il ritorno è nella scansione della vita concepita per fasi, suggerita dall'immagine della luna. Ciò apre a una cultura di arricchimento e transitiva. Vedere un agnello crescere e tramutarsi in pecora porta l'uomo a ricostruire la propria infanzia e a riviverla. Si crea così un parallelismo che conduce l'essere umano a sviluppare una propria cultura che travalica quella dei bisogni, portandolo a spostare sempre più in là l'orizzonte.

La campagna nei suoi ritmi circolari ha sempre un carattere di novità da mostrare e la memoria confrontandosi col nuovo si articola in tradizione. La compensazione frutto dei legami forti porta il soggetto a confrontarsi con la comunità, dando vita a una struttura precisa che si esprime anche nella costruzione fisica del villaggio. Tutto è un tenersi insieme e sottratto questo principio, si creano quegli squilibri che hanno portato la vita dei potenti a franare travolgendo le esistenze di tutti. La possibilità di salvarsi è stata riservata ai più umili che hanno mantenuto l'aderenza alla terra respirandola, entrando con essa in un rapporto di vitale simbiosi al punto da elevarsi come alberi e di crearsi nuove prospettive, andando lontano ma tenendo sempre un piede nel ritorno.

Agellum e augellus si appartengono. Le due parole sono unite dalla stessa radice e sono tanti i perché. Tra i tanti, questo da me esposto.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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