La Vergine, Santa Marina e la via del mare
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La Vergine, Santa Marina e la via del mare

Amore e Psiche
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Le lampare: quelle meravigliose luci, di notte sul mare
Le lampare: quelle meravigliose luci, di notte sul mare

 

La Madonna, alla luce di quanto detto, è la nuova Eva concepita senza peccato, che continuerà a mantenersi tale anche dopo la sua ascensione. La caduta nella tenebra della morte a lei è negata. È una creatura terrena che appartiene alla luce e in quanto tale, può riversare i suoi raggi d'amore ad illuminare la strada degli uomini.

Per guidarli e consolarli. Lei, in quanto vergine, riflette la purezza del cielo in terra. La sua è una verginità ordinata perché condotta dalla luce delle stelle che proviene da ben più lontano rispetto alla luminosità della luna. Maria è materia rarefatta su cui si stende il compiacimento dell'Universo più profondo e puro guidato dall'alito di Dio. Pertanto sfugge ai moti capricciosi della luna e il suo mantello è la placida pelle del mare in cui si riflette la fertilità del governo di Dio. I pesci, le stelle marine... tutto sembra combaciare col regno delle acque del cielo, anche le onde, spuma tumultuosa che sopra di noi danza con le nuvole.

Maria è Stella Maris, la stella del mare che brilla della trasparenza dell'aria e della luce superiore. A lei si affidano naviganti e marinai, pescatori e amanti del mare, e sempre da lei traggono protezione.

Santa Marina è venerata nell'Italia peninsulare e in Sicilia, ma non solo. Sulla Santa il cui nome è una variante del nome Maria che lega la Vergine ancora di più al mare, sono poche le notizie certe. Pare che sia vissuta intorno al V secolo e fosse particolarmente venerata dalla Chiesa orientale. Si dice che abbia trascorso la vita in un monastero dove si è finta uomo. Le sue spoglie sono conservate in parte a Venezia, in parte nel Salento, ma non mancano i riferimenti a lei anche sulla costa tirrenica dal Lazio a scendere. In Calabria soprattutto, la devozione a Santa Marina è molto avvertita anche in rapporto al suo androginismo. Il mare è fusione di forza maschile e di vitalità femminile. Il richiamo all'androgine è anche nella verginità stessa necessaria in Maria perché da lei ripartisse una nuova umanità del tutto rigenerata. Parlo di umanità e non di stirpe, equivoco maturato all'interno della Chiesa, che ha prodotto alcuni esempi di proselitismo alquanto elitari.

La Vergine è la madre di tutti e non potrebbe essere altrimenti, per la copertura totale di ogni forma vivente suggerita proprio dalla sua condizione di verginità. Ella è fusione e non confusione e il regno fluido lo ricorda. Questo è alla base della cerimonia particolare dedicata a Santa Marina nel giorno della sua festa a Belmonte Calabro, in cui le bambine del paese, le cosiddette verginelle, sono fatte sfilare in abito bianco come piccole spose che la omaggiano insieme alle contadine che depongono le ceste con il raccolto ai piedi della statua.

Maria è il faro che illumina il mondo. La Madre che lascia risplendere la luce nuova di Dio e con questi presupposti la località d'Italia più esposta ad Oriente e punto di congiunzione tra i due mari Adriatico e Ionio, nel nome la ricorda. Mi riferisco a Santa Maria di Leuca dove non a caso sull'ultimo lembo della scogliera sorge il famoso faro.

Marina come nome splende di spensieratezza e negli anni Sessanta un Calabrese scrisse e cantò una canzone che col nome di Marina fece il giro del mondo. Effettivamente tale nome brilla di sorrisi gioiosi e di una felicità da noi oggi dimenticata. Pace e distensione l'accompagnano anche nella profana toponomastica. La marina di un luogo rievoca il sapore di albe o tramonti sul mare. Ci si adagia sul velo delle spose deposto dalle onde a riva, scendendo dal paese montano, nucleo primigenio delle località che si affacciano sul mare. È quanto accade nelle regioni tortuose d'Italia e in Calabria. Qui la Madonna è la Caronte dei pescatori che partono di notte per la loro battuta di pesca con la lampara collegata al peschereccio. È un'usanza antica che collega nel pensiero la lampada alla luna. La lumera è il lume della barca che serve a richiamare i pesci che vivono in profondità, e per la pesca dei calamari. Lumera è anche il nome di un pesce da zuppa. Vedere le barche illuminate dalla riva nel buio della sera è uno spettacolo. Sembrano riprodurre le costellazioni del cielo sul vello del mare e rendono vicino allo sguardo e all'uomo il mistero delle profondità inaccessibili.

Sono gli occhi della Madonna che non dimenticano nessuno.

La Vergine Maria le governa tutte e placa i tumulti delle profondità e dei marosi. Non a caso molte barche sono a lei intitolate, come la celebre caravella di Cristoforo Colombo. Se Caronte conduce nell'oltretomba, oltre la traversata simbolica della morte, Maria protegge i naviganti con la sua presenza dalle tempeste e dalla morte. La sua mantella è la scialuppa di salvataggio del credente, la calma in cui si adagia il cuore smarrito del pellegrino per mare e per terra. La mantella di Maria la ritroviamo a proposito di San Francesco di Paola che a bordo del suo mantello compì la traversata dello Stretto che separa gli ultimi due lembi d'Italia, la Calabria e la Sicilia.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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