L'eremita e la voce del deserto
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L'eremita e la voce del deserto

Amore e Psiche
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l’Ermafrodito dormiente, copia romana di un capolavoro di età ellenistica, realizzato in bronzo dallo scultore Policle intorno al 155 a.C.
l’Ermafrodito dormiente, copia romana di un capolavoro di età ellenistica, realizzato in bronzo dallo scultore Policle intorno al 155 a.C.

 

Il deserto è il luogo del tutto e del niente. È il luogo in cui ci si confronta col proprio sé che è pienezza o nulla, a seconda. Si ha paura del deserto perché si è soli e in compagnia di sé stessi. Pertanto il deserto riflette chi siamo.

Se i popoli mediorientali, gli Arabi e gli Ebrei sono quella potenza che oggi conosciamo, lo si deve in buona parte al deserto con cui hanno imparato a confrontarsi e a vivere.

Il deserto come il suo opposto che gli appartiene, l'oasi, è un luogho di rigenerazione e purificazione. Gesù trascorse quaranta giorni nel deserto dove si confrontò con il suo lato terreno che volle tentarlo ma a cui lui seppe tenere testa. Chi sfida il deserto può superare qualsiasi cosa e raggiungere mete di gloria. È quanto ci comunica la Bibbia in rapporto all'Esodo. Eppure c'è chi del deserto ha fatto il proprio stile di vita. Mi riferisco all'eremita.

Eremita è una parola che proviene dal greco e significa "colui che vive nel deserto" in cui deserto sta per scelta di vita, ossia per solitudine. A differenza degli abitanti del deserto a prevalente carattere nomade, l'eremita ricerca la cavità della grotta in cui rinascere spiritualmente. È una via quella dell'eremita che presuppone una svolta esistenziale dal lusso sfrenato alla povertà assoluta di chi vive in aderenza alla natura e quindi in umiltà.

La parola "deserto " in greco la ritroviamo anche nel nome del dio Ermes e in quello del figlio ermafrodito che aveva la caratteristica di presentare entrambi i sessi. Da qui il nome Ermafrodito.
Quale attinenza possono avere questi due nomi col deserto?

Nel caso di Ermete dobbiamo ricordare la Natura nomade dei primi commercianti ed Ermete nasce innanzitutto come divinità protettrice del commercio. Da qui il carattere di messaggero degli dei e di veicolatore dei sogni. L'aria, il vuoto sono luoghi della trasmissione dei suoni e nel deserto ogni voce spicca. Il deserto è il luogo del raccoglimento nella vastità dello spazio e anche dei miraggi, illusione ottica. Inganno e sogno. Il sogno che reca con sé messaggi ha bisogno di un terreno fertile nell'anima di chi lo riceve e questo senso di fertilità è indotto proprio dal silenzio maestoso in cui fiorisce la voce di Dio. Il deserto è il luogo del tutto e del niente e delle realtà impensabili. Da qui il nome Ermafrodito che in quanto compresenza di maschile e femminile è il tutto come anche l'azzeramento di ogni sessuale definizione. Il deserto schiaccia o fortifica, a seconda. È il luogo in cui le futilità e le definizioni umane decadono e da cui emerge la vera identità. Sta al viaggiatore accoglierla senza alcuna paura.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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