È l'imperfezione che ci rende umani e più cerchiamo la perfezione nelle persone, tanto più ci allontaniamo da Dio. Dio ha creato l'uomo con l'anima affinché si concentrasse su altro dalla perfezione la cui ricerca si esprime nelle conoscenze matematiche e nella coltivazione di ciò che è esatto.
L'esattezza è altro dalla perfezione che nell'essere umano dovrebbe essere presente come anelito di perfettibilità attraverso cui avvicinarsi il più possibile al respiro di Dio. Il respiro dell'uomo è nelle creazioni e nella creatività che le ispirano e che trasferiscono l'uomo al di fuori di se stesso e nell'incontro con gli altri.
Se Dio attraverso la Creazione si è calato nell'Universo e nell'uomo, l'uomo attraverso la creatività azzera lo spazio tempo e si riconduce a Dio.
Al termine del processo di Creazione perfezionato attraverso l'evoluzione umana, Dio si è incarnato nell'uomo dando origine a una nuova stirpe che rendesse la perfettibilità in riferimento alla Sua immagine e quindi indirizzata verso la concretezza che si esprime attraverso le opere. La Santità opera attraverso le mani che caratterizzano l'alba di un nuovo mondo e di un nuova umanità. Le mani dei Santi ci ricordano proprio questo e sembrano emanare luce beata.
Il mondo dei Romani figli dei Greci assegnava a mani e piedi altissimi significati. Il piede è del combattente e del gladiatore che in base all'equilibrio riposto nella pianta riesce a trarre la forza muscolare da se stesso con cui avversare il nemico. Le mani però sono anche l'elemento di forza dei grandi oratori che usano accompagnare con la gestualità l'arte discorsiva. Le mani quindi racchiudono la sapienza dell'uomo in quanto guidate dall'intelligenza intellettiva e da quella del cuore. L'uso gentile delle mani che accompagna l'evoluzione verbale e artistica dell'uomo è l'anello conclusivo di tutto un percorso partito da lontano, da quando l'uomo primate utilizzava mani e piedi per arrampicarsi e procacciarsi il cibo.
La mano si raffina con l'affinamento del pensiero dando luogo a un nuovo inizio rappresentato proprio dall'espressività gestuale al servizio dell'arte della parola. Teatro e scultura ai massimi livelli ci parlano proprio di questo indirizzo evolutivo delle mani e della gestualità. Le mani sono la conclusione e il punto di un nuovo inizio di affinamento della civiltà del pensiero, che si traduce anche in ricerca estetica.
Quanto detto lo troviamo espresso in un avverbio latino che indica l'arco del giorno che va dall'alba al mezzogiorno. È questa la metà che l'uomo romano definiva "mane", espressione della nuova civiltà nata sullo sviluppo delle potenzialità delle mani. Come ho già spiegato, l'aurora trae ispirazione dalla stessa etimologia che ha dato luogo alle due parole "oro" e "bocca". Detto questo, il mattino "mane" che ritroviamo nell'italiano "stamane" e "domani, ossia: due mattine" succede allo spuntare del giorno.