La sirena, da seduttrice ingannevole a vergine del mare
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La sirena, da seduttrice ingannevole a vergine del mare

Amore e Psiche
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John William Waterhouse - A Mermaid, England, 1900
John William Waterhouse - A Mermaid, England, 1900

 

A proposito di legame forte non ottenuto tramite il filo leggero e delicato, ma che avvince e incatena trascinando giù negli abissi, compaiono nell'immaginario collettivo le sirene, creature mitologiche per metà donna e metà pesce o anche, in alcuni casi, per metà donna e per metà uccello.

In quest'ultima forma le ritroviamo nel ratto di Persefone da parte di Ade. Compaiono come compagne di gioco di Persefone che vengono nell'episodio punite da Demetra e trasformate in uccelli per non aver impedito che il signore dell'oltretomba rapisse la figlia mentre coglieva i fiori sul prato.

E come avrebbero potuto? Le sirene sono figlie di una musa, Mnemosine o Calliope, e del fiume Acheloo. Sono espressione della femminilità e della potenza ammaliatrice dell'arte e della fluidità dell'acqua che si tuffa nello scorrere della vita.

Mnemosine è la musa del ricordo a cui la seduzione della vita ci sottrae, facendoci disorientare e riconducendoci alle origini del mare. Calliope è la musa della poesia che astrae e seduce. Anticamente la poesia era cantata trascinando dietro di sé l'ascoltatore che si perdeva nella bellezza della melodia che intensificava la potenza delle parole. Il canto compie un incantesimo in chi si perde dietro di lui e come ho già più volte spiegato, "canto" e "incantare" hanno la stessa radice etimologica. Le sirene seducono con il loro meraviglioso canto e trascinano negli abissi del mare pescatori e naviganti. Se il canto delle sirene trae in inganno, a riscattarlo subentra l'incanto operato dalla Madonna del Carmelo (una catena montuosa situata nell'Alta Galilea di Israele) capace di elevare e ricondurre l'uomo pagano o non proprio credente alle altezze del Cielo. "Carmelo" ha difatti la radice etimologica di "charme" dal significato di fascino che incanta.

Quella della sirena è un'immagine simbolica che attraversa il pianeta in lungo e in largo e che ci collega all'immaginario ctonio del mare. Il canto è associato alla bellezza e alla fluidità delle movenze da sempre armi di seduzione della femminilità. La sirena nel tempo ha consolidato la sua immagine legata a una bellezza tutta esteriore e per questo ingannevole. Alla base di questo stereotipo c'è la rottura dell'integrità rappresentata dalla scissione del corpo della sirena in donna e in pesce. L'anima e il contenuto interiore prevedono l'integrità della forma che qui trova una sua esplicita definizione.

Il corpo spezzato della sirena invece ci conduce su altre strade anche particolarmente complicate per chi volesse affrontare il discorso già di per sé complesso dell'esegesi mitologica.

La sirena indica proprio per questa fisionomia terracquea il confine che non andrebbe mai oltrepassato dall'uomo semplice e comune, tra la terra e l'altra dimensione. Pena la follia. Per questo la troviamo tra le figure teriomorfiche che arricchiscono il corredo simbolico di edifici sacri o di templi iniziatici in cui si preparano gli adepti a un percorso altro e opposto rispetto a quello profano della quotidianità.

Sappiamo che nel linguaggio sacro simbolico ciò che uccide salva e che il veleno viene tradotto in farmaco. Che la realtà appare ribaltata nella sua fenomenologia profana, aprendo ad altre strade a cui solo chi è preparato a percorrerle può accedervi.

È interessante la parola "sirena" tradotta in inglese. "Mermaid". Essa ci riporta all'inglese medioantico che contiene al suo interno molte parole riconducibili al latino. La prima parte della parola ci riporta alla radice "mare", la seconda "maid" designa la vergine. Il risultato che si ottiene è "vergine del mare". "Vergine" esprime nel nome la sintesi e l'integrità dei due principi che nella donna e nell'uomo sono scissi. La vergine è un "ibrido" dal carattere incostante. Sappiamo tutti quali siano le turbe adolescenziali e la vergine rappresenta proprio l'adolescente. Nella Vergine Maria si dà risalto al carattere dolce e disponibile di colei che diventerà la Madre di Dio, correggendo l'irrequietezza delle adolescenti ben rappresentata nel mondo greco latino dalla dea Diana. Nel Medio Oriente le vergini erano avviate a lunghe preparazioni affinché divenissero le vestali dei sacri riti e la migliore era consacrata ad ancella del re. Tutto questo lo ritroviamo nella "maid" inglese ancora oggi profanamente usata a indicare la domestica e la serva. Tale parola la colleghiamo al "mad" inglese col significato di "pazzo". La vergine è ingestibile. È la donna immatura che presenta alcuni elementi maschili e aggressivi che poi con la maturità verranno smussati. È la pietra scartata dai costruttori che diventerà testata d'angolo. La Vergine Maria è colei che divenuta Madre di Gesù diventerà madre di tutti noi, accogliendoci sotto il suo mantello celeste.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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