L'autunno è un inno al cielo e alla luce. È l'inizio di un compimento. È un voltare pagina rispetto all'estate. Le pozze d'acqua sono specchi che il cammino nei giorni ci dona attraverso cui poter rimirare il cielo e accorgerci della sua vicinanza.
Pestiamo la terra e voltiamo gli occhi al cielo rigonfio di nubi che promettono fertilità e un buon raccolto.
In autunno come in primavera il cielo mostra il suo recondito aspetto materno che glorifica la luce. Tutto profuma di legni preziosi e un elogio antico di fragranze si leva dai rami del bosco che appare vivo di suggestioni cromatiche e di suoni come non mai.
Il gheriglio della noce è l'annuncio di quanto avverrà a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno quando il Figlio di Dio vedrà la luce rinverandosi nel simbolo della mandorla o di un qualsiasi frutto racchiuso nel suo guscio. Il significato di concludere i cenoni del tempo di Natale e della fine dell'anno con la frutta secca si collega a quanto ora detto. E sempre al significato propiziatorio in vista dell'anno nuovo si aggancia l'inserimento di fiori e frutti secchi all'interno delle ghirlande portatrici di luce.
La ghirlanda che cinge e adorna il capo ha ispirato le corone con le candeline accese indossate dalle vergini svedesi durante la veglia di Santa Lucia. L'autenticità e la regalità provengono dalla Natura e proprio da questo concetto universale deriva la conversoone degli abitanti delle ville "villani" in ricchi e nobili possidenti. Inizialmente la natura ha svolto la funzione di avviare il processo di riconoscimento di titoli e sforzi umani poi in seguito acquisito per diritto. È quanto ci porge il Medioevo con l'autentico spirito di ritorno alla Natura.
Il simbolo del Sagittario con la sua costellazione ha contribuito a ricondurre tramite le cose della terra l'uomo sl suo principio spirituale, iniziandolo al cammino tra le stelle, cammino non da intendersi come svago o sollazzo, ma animato da una precisa finalità. È l'evoluzione della Vergine, che apre la conoscenza superiore rappresentata dalle ancelle, le uniche designate a transitare dalla terra al cielo, agli aderenti di piccole e ristrette comunità iniziatiche. L'evoluzione dello Zodiaco quale porta del cielo superiore parte proprio dalla comprensione del segno del Sagittario, un segno guerriero che unisce la casta sacerdotale druidica a quella delle sacre investiture militari. Anticamente la formazione guerriera andava di pari passo con quella spirituale. Il guerriero era animato da principi sacri che lo portavano a lottare anche a rischio della propria vita. È quanto il ciclo dei cavalieri arturiani ci ha trasmesso tramite la percezione della visione nitida della verità affidata a chi, da guerriero, è preparato a centrare. In quanto centrato in sé stesso, egli raggiunge gli obiettivi che non possono che essere nobili, tranciando con la spada quanto è profano dalla luce vera delle cose. È qui il significato dell'incontro col Graal, non un calice qualunque in quanto depositario della sacralità del sangue propria del vero e grande iniziato, l'unico, il Figlio del Padre. Il nuovo Dioniso che abbandona l'ebbrezza mondana del vino per tramutarsi lui stesso in bevanda di salvezza è proprio Cristo Gesù. Oltre l'ebbrezza, l'uomo è arrivato al conseguimento della salvezza che dimora in cielo. All'identificazione della Verità col Sacro.