Ciò che divide unisce e i simboli non sembrano fare alcuna eccezione a questo principio. L'arte esprime il mezzo con cui purgarsi dalle brutture del mondo e l'immagine del fiume sembra calcare questo bisogno. Il fiume scorrendo lava, facendosi esso stesso ponte tra principio e fine.
Il fiume è racconto fluido che lenisce in un testo scritto la rappresentazione tagliente della parola. La spada come simbolo che separa l'inutile dal necessario, il vero dal falso viene addolcita dal flusso stesso del racconto e dal suo effetto liberatorio e catartico. Alla costruzione di un racconto e alla sua elaborazione che tiene conto dei ponti che lo scrittore instaura tra le parole, di grande importanza sono i richiami tra le parole stesse. Richiami semantici o immaginativi, così come le assonanze che associano le parole tra loro distanti apparentemente per contenuto e significato.
È crescendo che frugando tra le parole si scoprono collegamenti in prima analisi ignorati o ritenuti impossibili. E sulla rottura di questa tipologia di legami insiste la narrativa odierna fatta di periodi brevi e scarsi di suggestioni emozionali e figlia dell'attuale cultura mordi e fuggi che rientra tra le proposte e le finalità del virtuale. Se un tempo ciò che divideva veniva legato dalle associazioni verbali che traevano spunto dall'esigenza vitale di incontrarsi, oggi la cultura odierna tende a fare l'esatto contrario. Sembra che il virtuale unisca, in realtà crea iati strutturali tra le persone a iniziare dall'infanzia. Un tempo ai bambini si insegnavano le filastrocche che per quanto vuote o apparentemente sciocche, invogliavano a cercare legami e significati compiuti nel treno di parole, e quei ponti resi poi effettivi dallo stare insieme. Un esempio è la filastrocca che diceva, ne riporto solo l'inizio "Ponte ponente ponte pi..." che non ha alcun senso ma aiuta a sviluppare l'attitudine a creare suggestioni convertite poi in immagini dalle affinità dei suoni.
Le parole sono ponti e sta all'individuo maturare e percorrerli aprendosi al racconto e innanzitutto andando incontro agli altri. I punti che ritroviamo scorrendo una trama insieme alla virgola e agli altri segni d'interpunzione non servono a separare, ma a proseguire lo stesso percorso incudendo altre ramificazioni, torrenti diramati o che si versano nello stesso fiume. Il punto è una pausa nel percorso delle parole. Serve a meditare e a preparare quanto accade dopo. Il lettore seguendo il punto si sposta, va da un margine all'altro del foglio che è il terreno su cui si sbroglia la trama. Leggendo, il punto che è l'individuo acquisisce una propria luce, cogliendo nella trama legami sottesi e portando a partorire la propria identità.
Un grande contributo in questa operazione è fornito dalle metafore e dalle altre figure retoriche indispensabili a intrecciare le parole tra loro e a rintracciare un senso compiuto, altro e originale, a ciò che la realtà dispiega.