Dovremmo imparare ad amare chi c'è realmente e non chi vorremmo ci fosse. Buon Natale a tutti e che Natale significhi vestirsi di quotidianità e non di virtuale.
Il Natale non è una festa come le altre che ci conducono al di fuori della monotonia dei giorni che trascorrono tra grigiore e consuetudini. Ci riporta a vivere il senso della quotidianità e a riscoprire con occhi freschi chi ci è accanto.
Oggi come oggi siamo tutti insoddisfatti e appesantiti dalla routine che ci spinge a intraprendere percorsi azzardati per sviare la consuetudine. Chiamiamo abitudine la nicchia della nostra completezza, accusando invece di noi stessi per non riuscire a trarre il succo buono dai giorni che ripartono ad ogni mattino, chi ci è accanto. Il Natale diventa quindi la festa dello sguardo che ringiovanisce e ringiovanire significa guardare con sorpresa e meraviglia quanto da vecchi si scorge appena sotto la coltre di polvere. S'invecchia non quando si smette di ricevere, ma quando si smette di dare e forse se durante le feste ci smarriamo dietro futili distrazioni che ci tolgono tanto per regalarci solo fuffa, la Festività è l'occasione per rivivere la famiglia nella sua solidità.
Cosa possiamo definire famiglia? Una condizione in cui ci riconosciamo, riviviamo appieno noi stessi e nella quale ci ritroviamo non per come vorremmo guardarci al mattino ma per quello che siamo, con pregi e difetti. La famiglia è l'amore che diamo a noi stessi e a ciò che abbiamo costruito con chi ci è accanto e ci ha scelti aiutandoci a scegliere noi stessi attraverso di lui, per chi siamo realmente. Il Natale è pertanto la festa della concentrazione intesa come riflessione ma anche come osservazione del nostro mondo racchiuso. Ha il sapore della famiglia e della casa col caminetto, il cuore pulsante che abbraccia il nucleo famigliare.
Non si butta via una vita e il Natale ci ricorda che siamo polvere ma che possiamo dalla polvere elevarci a rugiada se ci lasciamo nel gelo dell'anima baciare dal sole. È la festa della gioia che fa rumore e della neve che si posa sollevando il silenzio. C'insegna il valore della bellezza in un mondo che ha smarrito il sorriso e il saper stare insieme e soffre e tanto per le essenziali mancanze. Ricordiamoci nel Natale che siamo stati bambini e coglievamo nelle foglie che cadevano la certezza di un ricordo. La fede prende nome col Natale, e col Bambinello che ritorna a nascere, sentiamo che tutto continua ma in modo diverso, recuperandoci dall'interno.