Saper svolgere appieno e al meglio il proprio compito a cui si è chiamati è un dono che riporta ogni essere a Dio e che unifica terra e cielo. Gli antichi più di noi davano peso all'impegno infuso in ogni opera, dalla più semplice e quotidiana alle più grandi, divenute vere e proprie testimonianze di eccellenza per tutti noi.
I Greci tra tutti i popoli antichi splendevano per lo spirito competitivo diffuso tra loro e verso gli altri popoli. Questa forma di ottemperanza definita da loro Areté da cui deriva il nome ariete, guida del gregge e simbolo solare, è stato di sprone affinché ognuno nella vita impegnasse al meglio sé stesso. Sulla base di questo principio la Grecia ha potuto consolidarsi e affermarsi nella potenza che tutti conosciamo. Ognuno di noi riceve dalla nascita dei doni che, in base alla propria forma raziospirituale, è tenuto a impiegare al meglio. La parabola dei talenti si collega a quanto ora espresso e ci fornisce una prova tangibile del taglio interpretativo dei Vangeli, che riflette il bel pensiero del mondo greco, invitandoci a soffermarci innanzitutto sulla potenza comunicativa e formativa della Parola.
"Al principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" è quanto ci è arrivato grazie all'evangelista Giovanni, in rapporto al Logos al centro del pensiero gnostico che ci aiuta a capire il processo della Creazione fondendo Ebraismo e razionalismo greco.
La parola "talento" a sua volta discende dall'Aleteia greca che significa verità. È il termine di congiunzione tra l'atteggiamento a fare del proprio meglio e la verità. Da come svolgiamo le nostre azioni capiamo chi siamo e gli altri capiscono chi siamo, aspetto questo fondamentale nella cultura greca in cui al centro del processo di conoscenza perpetrato verso se stessi è il confronto dialettico con l'altro. In questo punto si sbroglia tutto il percorso dell'oratoria che tiene conto del senso di rispetto non trascurabile da portare all'altro e sul quale s'imposta l'attività politica greca.
Attraverso l'arete' si giunge alla verità di cui l'arete' è sostegno assoluto, al punto da contenere la radice "rt" della parola verità che ritroviamo anche in altre lingue.
L'elemento di congiunzione tra "Aleteja" e Areté'" è "Eleuteria" che in greco significa "libertà". Qui entra in gioco il discorso della libertà personale su come utilizzare al meglio i propri talenti o inclinazioni a svolgere quei determinati compiti o opere. Abbiamo già precedentemente parlato della Dike e della "Hybris" che spingono l'uomo ad agire nei propri confini regolati dalla Natura e tenuti in gran conto dalle leggi politico sociali. L'uomo è un animale sociale, dirà Aristotele sulla via del tramonto del mondo greco, riflettendo e riassumendo quello che ha rappresentato la civiltà ellenica in tutto il suo percorso.
Che cos'è in fondo la verità se non il riflesso delle nostre azioni? In questo si ritrova il discorso degli stimoli educativi tesi a qualificare la forma di obbedienza insita nell'uomo e in tutti gli esseri viventi.