Se la separazione è del diaballo da cui ha origine la parola diavolo, lo stesso compito è affidato al fulmine che è un elemento naturale ma a cui viene affidato un corredo di simboli. Tra questi la spada.
La spada è elevazione. Verticalità e trofeo della verticalità a cui inneggia nei diversi compiti di obbedienza al sovrano o al capo di turno. La spada è anche la guglia sulla sommità delle cattedrali, che trafigge le nubi e arriva a Dio. È simbolo di affidabilità e di dovere che contrassegna il mondo superiore. Nel corrispettivo mondo degli Inferi incontriamo il tridente che oltre ad essere strumento utile nell'agricoltura, è usato per arrostire la carne sulla brace. A questo segue il banchetto divoratore.
Dove non c'è amore, il buio è assenza di prospettive. Il rigore dell'immobilità non deve mai rinunciare al fattore amore che muove il sole e le altre stelle. I simboli che introducono alle analisi di una civiltà dal punto di vista del suo approccio al sacro, non dovrebbero mai precludere l'avvicinamento al fattore amore. L'amore non come viene mostrato sulla terra, ma come complessità che abbraccia ogni cosa risolvendo fratture e discrepanze.
All'amore congiunto al fattore bellezza ha sempre guardato l'Estremo Oriente dove la ricerca estetica non è stata un passo ulteriore nell'evoluzione umana, cosa che invece risulta essere nel mondo Occidentale, ma chiave di accesso alle verità più grandi a cui ci ammette l'amore. Se il sole è tagliente e separatista, la luna è avvolgenza di un candore che non è solo espressione di purezza ma di quell'esaustività che tramite la ricerca estetica viene concepita come vuoto pieno e Cosmo. La luna è il ritratto nudo e quindi libero del Cosmo, a cui guarda il Microcosmo rappresentato dall'uomo. La luna in quanto legata alla donna, pone costei in una posizione privilegiata, in quanto chiave di accesso ai segreti dell'Universo non indagati dall'uomo.
Se il ventaglio nella cultura occidentale è servito alle donne innanzitutto per scacciare i propri odori sgradevoli, in Oriente è espressione di magia. Il ventaglio orientale è diverso dal nostro. L'apertura regolabile indica il potere che ha la donna nel governo dei mondi soprastanti e sottostanti e non può essere separato dalle mani che lo reggono. È lo scettro della donna, di un potere mistico e spirituale che influenza molto la ricchezza invisibile della sua cultura.
Il ventaglio occidentale riproduce l'alba e la sua freschezza. Il giorno che si schiude e il sole che lo rappresenta. Nei secoli del Seicento del Settecento e dell'Ottocento spesso nelle pratiche di seduzione veniva accostato al volto, fino a coprirne la parte sottostante provocando la seduzione maschile. Era il separé di accesso alla bellezza da conquistare da parte dell'uomo.
Il ventaglio orientale introduce la cultura della geisha. Può essere aperto a 360 gradi, e sconfina con il significato del bianco che caratterizza la maschera neutra. Questa rappresenta la somma di tutte le esperienze umane che, raggiunte durante la vita metafora del viaggio, vanno in sé stesse annullate. Il ventaglio è il volto della donna e il sesso è vissuto dall'uomo al cospetto della donna come esperienza mistica. Il ventaglio è la luna nelle sue fasi crescenti e decrescenti e, aperto del tutto, rappresenta la luna piena. Chiuso, è la luna nera. La donna lo chiude ritirandosi nella sua sfera privata, lontano dal mondo, o per assolvere al suo dovere di moglie o concubina o di geisha.