Finché la propria madre è in vita, la sensazione predominante è che il tempo si sia bloccato in un punto sospeso che non lascia scorrere la vita e la porti a ruotare intorno alla personale fanciullezza. La presenza di una madre è l'infanzia. Ci fa essere in un guscio inattaccabile e protettivo.
Che cos'è il sogno se non un soave ricondurci all'infanzia? A quello stato di distanza da tutto, dalla gioia e dal dolore, che nel tempo si coglie come felicità. Semplicemente un ritornare in sé stessi dove i problemi sono altri e si dileguano al risveglio.
C'è da chiedersi se Adamo e la sua Eva sognassero. Che senso avrebbe sognare in uno stato di completezza assoluta? Che senso avrebbe sognare per chi dimora nella pienezza della luce. Quel volgersi indietro a scoprire le tenebre che sono di Dio e della sua provenienza?
La figura della madre è in tutto assente dall'Eden dove Dio compare come unico genitore. Non esiste neanche la donna se vogliamo, in quanto Eva compare derivata dall'uomo stesso. Nel tutto non ci sono domande ed è come se Dio ponendo il divieto di mangiare da quell'albero, chiedesse all'uomo di non spingersi oltre, in avanti, sul suo futuro, né all'indietro sull'origine di Dio.
Molti considerano la religione patriarcale il prodotto consequenziale della cacciata dal Paradiso Terrestre. In realtà, la figura materna come generatrice della vita scompare nel momento in cui compare Dio. Lilith non sarebbe quindi che un richiamo soffocato all'aspetto magico della donna, quello appunto legato alla maternità.
Il distacco dalla luce astrale fa precipitare l'uomo nell'esigenza di ricordare la madre che torna a lui nelle sembianze di sogno. Subentra allora un'altra forma di luce non preponderante, che come fonte di calore coccola dall'interno e protegge. Il sogno è la ricerca dell'infanzia perduta che giustifica l'esistenza umana e pone a seconda, domande o risposte al presente. Il sogno è presenza ovattata di una distanza presente in noi. È discreto nel pronunciarsi. Avvisa ma non toglie la libertà di decidere. Non condanna e non esprime giudizi. Semplicemente abbraccia come solo una madre riesce a fare.
È l'ascolto che rimanda i suoi echi perché se un padre con forza fa crescere gli alberi dritti, la madre è colei che apre alla comprensione profonda, tirando fuori da noi stessi i nostri più cari e veri contenuti.
Forse tutto questo è mancato ad Adamo ed Eva, inculcando il bisogno della disobbedienza.