Il nome Maria significa "Amore" e l'amore è nella vita stessa. Il nome "Maria" ci riporta alla primordialità delle religioni e contiene il riferimento all'elemento acqua. "Maria" significherebbe anche "goccia del mare".
L'origine è sanscrita e sempre sanscrita è la radice "mar: morire". "Amore" in rapporto a questa etimologia significherebbe "senza morte" con l'alfa privativa come prima lettera. Per risalire all'origine etimologica di "mare" non dobbiamo riportarci al greco questa volta, ma a civiltà più lontane nel tempo, in quanto "mare" in greco antico è "thalassa" derivante da un'antica lingua mediterranea.
Colpisce l'attinenza sul piano della fonetica della parola greca "thalassa" col verbo anglosassone "to tell: raccontare". Coniugato, tale verbo ha dato "talk" da cui derivano "folk" in rapporto alla tradizione popolare. Sempre allo stesso verbo fanno riferimento parole come "popolo" e "people" a sottolineare che la tradizione del racconto, quindi orale, appartiene al popolo.
Il mare avvicina e allontana. Separa i paesi divisi dalla sua lingua di acqua e avvicina quelli più lontani. Non sorprenderebbe che la definizione mediterranea prima citata di "mare" abbia la stessa origine etimologica dell'inglese "to tell: raccontare". Il mare è un racconto infinito e una tela sconfinata che riproduce tutti i volti degli elementi. Li fonde senza confonderli ed è quanto il mare compiva nell'antichità avvicinando popoli lontani dei quali salvaguardava le singole peculiarità. Il mare non ha principio e non ha fine, eppure muore ad ogni riva dove si dissolvono le onde. Qui trova espletamento la radice sanscrita del verbo morire "mar" e nella forza che ha il mare di ricominciare da se stesso e dalle sue profondità troviamo il significato di "Amore". Il mare è morte e amore. Un inizio continuo e inarrestabile che stimola la vita. Nel grembo di Maria il cui nome contiene entrambi i riferimenti avviene il grande prodigio di convertire da umana in divina la sua sostanza di donna attraverso la nascita del Figlio che la sottrae al ciclo di vita terreno. Maria, come ci comunicano i Vangeli, non ebbe morte. Ascese direttamente al cielo, riproponendo quanto si compiva nell'antico regno sumero tramite il sacrificio dell'ancella del re, che si trasferiva su Venere, ascendendo al cielo, ma a seguito della morte con il suo re. Attraverso la recitazione del Santo Rosario noi accostiamo quanto è ascritto alla tradizione sumera a Maria non a caso definita come "Stella del Mattino" in riferimento a Venere.
Maria è simbolo dell'obbedienza insita nella donna che da serva s'identifica nella vita stessa di cui coglie il significato pieno di amore. Maria è più di un nome. È un'invocazione alla vita stessa che si svolge dal cielo.
Il mare non è forse immagine tangibile del cielo? Non è forse completamento complementare della vita sulla terra? Maria attraverso il mare ci ricorda il traghettamento futuro che ci riporta al cielo, salvaguardando il legame con il femminile che il mare dal principio contiene.
Il mare viene associato al maschile presso molte culture per il carattere di forza e perché riflette il cielo. Le donne sacre che ritroviamo nella nostra tradizione religiosa come in quella induista e mitraica col nome di Maria, ci ricordano il cordone ancestrale con l'origine della vita che da esso ha inizio. Ventre materno e velo di spuma, il mare obbedisce a se stesso come le ancelle e le antiche vestali di sacra memoria.