La casa è l'autunno. La cantina è l'inverno. Nell'inverno respirano le radici e i germogli a riposo nel silenzio del freddo o sotto la coltre di neve. A queste due stagioni più che alle altre è legato il gatto. Il gatto conduce all'intimità della casa, con cui instaura un rapporto di scambio energetico.
Lo stesso accade con le persone verso cui si sente portato. Le persone sono casa e al di fuori dell'ambiente a lui caro spesso non le riconosce. È del gatto infilarsi nei luoghi più appartati e non solo perché è un animale freddoloso. Proviene difatti dalla Persia e mal sopporta il freddo, ragion per cui d'inverno si acciambella davanti al camino. Così come mal sopporta il caldo eccessivo, per cui d'estate lo si trova nei luoghi all'ombra. Il gatto predilige i luoghi stretti, gli angoli per scambiare con essi energia. Gli spazi raccolti conservano l'anima dei luoghi ed è lì che i più sensibili colgono la presenza degli spiriti o dei trapassati. Tra i luoghi a maggiore scambio di energia che conservano le impronte di altri e le porgono ai più sensibili vi sono proprio gli archi che definiscono le nicchie e gli angoli della casa destinati alla preghiera e al ricordo dei defunti. L'arco eleva, mostra una profondità che non è legata alla muratura, e contiene. Contenendo trasmette e al tempo stesso spinge ad andare oltre, trasportando verso il cielo. È l'angolo del Paradiso in casa, o del Purgatorio per chi ha bisogno di smaltire le proprie colpe in terra attraverso la preghiera. Il termine arco lo troviamo presente in etimi e nomi antichi come "arconte", "Arcimboldo", "Arcibaldo" e nel termine in uso "arcipelago".
L'arco in sé indica il percorso più breve per raggiungere una meta attraverso la corda che unisce i due punti opposti. Attraverso questa corda si compie l'evoluzione dell'essere ben messa in risalto nell'Architettura Sacra dalla sezione aurea. Nella nicchia chi prega opera il salto sulla corda dove incontra il defunto. Qui sulla corda avviene il ricongiungimento tra chi scende e chi sale. La corda che nella radice riconduce al Kardion greco (cuore) è il luogo sospeso nel tempo che racchiude la magia della Sacralità più mistica del Medioevo e altresì più tenebrosa.
La corda la ritroviamo nell'immagine della traversata che collega due sponde. È nell'inferno di Dante che viene traghettato da Caronte, così come nel percorso dalla terraferma all'isola di Avalon. È nella contemplazione di un luogo lontano e nel desiderio che richiama chi guarda e vorrebbe essere lì.