Partendo dalle immagini primitive: ''Proteggere'' ''Difendere'' ''Addomesticare''
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Partendo dalle immagini primitive: ''Proteggere'' ''Difendere'' ''Addomesticare''

Amore e Psiche
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Casa piccola
Casa piccola

 

Proteggere è quanto di più vero sia nell'immaginario archetipico della casa. La casa è emissione del pensiero partorito dall'intimità. È innalzamento della spiritualità più autentica.

Ho parlato nel precedente articolo della relazione tra uomo e Natura nella formazione di una lingua. Di quanto i suoni a seconda delle loro vibrazioni abbiano influenzato la sensibilità dei popoli. La casa obbedisce a questo processo e come succede per altre rappresentazioni, oggi rischia di cadere in un voragine di confusione. Il tutto dipende dall'incapacità dell'uomo contemporaneo di operare le dovute distinzioni tra l'immagine e la conseguente rappresentazione. La confusione sorge a proposito dei verbi "proteggere" "difendere" "addomesticare".

Il primo verbo risale all'infanzia dell'anima. Proteggere ciò che ancora non è vita visibile è quanto la rappresentazione dell'antica madre ci porge. Essere protetti invece è dell'uomo all'interno della grotta. Entrambe le situazioni sono presenti nella rappresentazione della casa singola col tetto. Il tetto non ha solo un'utilità pratica, ossia non serve solo a far scivolare i fiumi di acqua che precipitano dal cielo nelle abbondanti piogge o a sparpagliare i raggi solari durante le calde estati, ma ricorda la tensione di ciò che è privato verso la vita. È anch'essa un pentagcono nell'antropizzazione di un'esigenza umana racchiusa nel simbolo della stella a cinque punte.

La copertura del tetto racchiude e altresì slancia verso l'esterno infinito. La finestrella incassata nel tetto apre alla visione delle stelle. Un discorso che nella sua complessità i bambini rendono attraverso la rappresentazione spontanea ed elementare della casa disegnata.

Gli archetipi che parlano dell'infanzia non si spiegano. Sono verità.

Difendere è altro da proteggere. Spesso difendiamo ciò che neanche sappiamo di possedere. È una forma sottile di attacco ben resa in Medio Oriente dalle case secondo il modello trilitico, altro dalla rappresentazione del dolmen il cui lastrone superiore sporgendo, è nell'immagine della casa col tetto.

Difendere equivale a offendere. Anticamente era così e lo sappiamo da quanto in relazione ai popoli mediorientali da sempre in conflitto tra loro. La copertura a terrazza serve di fatto ad attaccare dall'alto il nemico.

La casa prepara alla lingua. E l'ambiente in cui il linguaggio primitivo della relazione uomo esterno viene rielaborato in lingua. A raccontare questo passaggio è il processo di addomesticamento del linguaggio attraverso la conversione in lingua. Addomesticare contiene di fatto la radice "domus: casa". Addomesticare a livello psichico significa ricondurre verso se stessi ciò che è esterno. È quanto precede sul piano del pensiero l'indispensabilità di operare nel concreto e sul piano pratico sul mondo esterno, al fine di piegarlo alle proprie esigenze. Innanzitutto con la costruzione dei primi rudimentali utensili come fionde e frecce. Da lì la lavorazione della pietra... fino all'avvicinamento del mondo animale. L'addomesticazione dell'uomo a se stesso è venuto nelle pareti domestiche, luogo adibito alla riflessione sul rapporto e l'interazione dapprima con l'esterno e successivamente con gli altri.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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