La luna nel Medioevo
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La luna nel Medioevo

Amore e Psiche
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John Collier - Queen Guinevre
John Collier - Queen Guinevre

 

In rapporto al discorso fatto sul tempo, possiamo ben comprendere che la luna nel Medioevo non è percepita come creatura a sé stante ma come specchio della luce di Dio. Il nostro satellite si trova così nella condizione di perdere la sua autonoma regalità, e di conseguenza, l'insieme di riti che la vedevano protagonista con il calendario lunare viene ad essere ribaltato.

È il sole il protagonista che per il suo abbaglio feroce trova nella luna il suo esempio di mediazione. Viene a cadere dunque, l'apparato delle precedenti tradizioni pagane relativo ad Ecate e alla regalità della Natura come principio a sé stante, rappresentata da Artemide Diana. Come spesso accade, la primitività rappresentata dal principio più autentico spirituale scorre al di sotto della tradizione istituzionale e ufficiale. Si attua quindi, una forma di repressione tra le più feroci che viene in seguito dal Romanticismo riscattata con il ripristino del valore attribuito all'arcano quale forma di pulsione regale rappresentata degnamente dalla Natura. È a tal fine che nel Romanticismo la ricerca attenta delle origini dei miti sortisce l'effetto straordinario non solo di recuperare quanto represso dai secoli precedenti da una Chiesa sempre più autarchica e lontana dalle concrete esigenze della gente, è al tempo stesso si porta a frutto per quanto concerne l'attività meticolosa d'indagine, il culto della perfezione scientista illuminista che viene utilizzata per dare corpo e senso alle tradizioni più antiche, attraverso un'opera di severa sistemazione del patrimonio collettivo orale. L'Illuminismo ha insegnato il metodo e il Romanticismo intende servirsene per propri fini. La storicizzazione avviata dall'accademismo filologico romantico darà risposte concrete solo alla fine dell'Ottocento con l'indagine psicoanalitica avviata da Freud e in seguito, nel Novecento con l'impulso conferito allo studio degli archetipi. Si scoprirà via via l'operazione di ridimensionamento se non di vera induzione all'obbedienza perpetrata dal Cristianesimo nei confronti del Femminino. Per Cristianesimo intendo massimamente la Chiesa e la sua autorità che hanno attuato una politica culturale di demonizzazione vera e propria nei confronti delle culture precedenti agendo sul culto della luna.

La sottomissione della luna non è cosa facile. Tante sono le donne nel Medioevo marchiate di stregoneria per il loro rispetto nei confronti della Natura ancestrale e per i riti di venerazione in onore della luna. E tanti saranno gli uomini a finire sul rogo per il fatto solo di aver riportato in vita quanto represso.

Il tema della femmina ribelle che ritroviamo ma per fini ben diversi nel tradimento di re Artù da parte di Ginevra produce storie parallele in cui la disobbedienza femminile incontra la remissività avviando una forma di conversione che non abbraccia solo la fede, ma si concretizza anche in un cambio di rotta comportamentale. Ginevra diviene la Genoveffa che si rifugia nella grotta dopo essere stata cacciata dal marito e dal castello ingiustamente. Non si tratta dell'unico esempio. Ne fioriscono tanti altri che vedono al centro la fanciulla servile e ubbidiente poi premiata dalla buona sorte. Il terreno di formulazione e di propagazione è quello conventuale. Le giovani nobili vengono instradate alla vita monastica spesso per ragioni di convenienza da parte delle famiglie. Nei conventi si trovano ad essere addomesticate con questo genere di narrazione che non sempre porta i frutti sperati. Nei conventi trovano casa i tanti e le tante orfanelle nutrite di questi esempi di virtù femminile che le portano a una forma di triste sottomissione e a un destino che impedisce loro di evolvere diversamente. Spesso si tratta di storie antiche riprese e riadattate con cui consolare e ammansire gli spiriti ribelli.

La sottomissione della luna al sole è testimoniata anche dal taglio dei capelli diffuso tra i frati. La sommità della testa su cui viene apposta negli alti prelati la papalina, riprende l'occhio solare che conclude la cupola delle regioni absidali. L'immagine che deve passare è quella della luna riflesso del sole simbolo di Dio Padre, espressione quindi della Chiesa che però, anziché riflettere e porgere l'immagine giusta di Dio, si perde nella mondanità e nella ricerca delle cose materiali.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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