Sono diverse le divinità che designano l'amore maschile nel mondo greco. La prima è Ade nato dall'unione di Crono e Rea. Poi, a seguire, Eros figlio di Ares e Afrodite e i figli di Zeus, Apollo e Dioniso.
Ade, il dio dell'oscurità, ci parla dell'origine irrazionale dei sentimenti.
Nell'Asia Minore e in Fenicia, l'antico Libano, Adon era il signore indiscusso del mondo tenebroso che abita al di sotto della coscienza e spinge gli innamorati a compiere azioni impensabili. Da qui poi si giungerà al binomio classico Eros Thanatos.
Ade come Adonai è l'Adone affascinante che diventerà Dioniso, il figlio impuro di Zeus che conserverà il lato oscuro del suo predecessore Ade trasferitosi nel padre dalla natura mortale della madre Arianna, una donna comune. Ciò che amiamo sfugge alla nostra comprensione. Si usa dire che se spieghiamo a chi dovesse domandarci perché ci siamo innamorati proprio di quella persona, non si tratta di amore. L'amore scorre e non ha risposte. Si vive e ci conduce. Il motivo per cui il mondo greco abbia designato ben quattro divinità alla configurazione dell'amore è spiegato dal fatto che esso doveva essere difficile da accettare da una cultura che ha fatto della speculazione razionale il suo elemento distintivo e di forza, così come sotto molti aspetti anche di debolezza.
Ade, signore dell'oltretomba, rappresenta il trionfo dell'amore sul tempo e sulla vita stessa. È il subbuglio primitivo a cui ci conduce un sentimento che è padre della vita e che ci spinge alla visione superata della vita stessa, in rapporto al caos primordiale in antitesi al Cosmos sul quale si intrattiene la conoscenza per via razionale. Le origini di Ade ci spiegano il caos che conserva dentro di sé ben rappresentato dal contrasto tra il tempo come ordine in successione degli eventi e Rea, la componente femminile irrazionale.
Ade riconduce al Signore del mondo ebraico "Adonai" come anche al dio dell'amore e della bellezza Adon (Adone) della ricca e antica Byblo città fenicia. Questi riferimenti erano preesistenti alla cultura greca e l'hanno influenzata sul nascere così come più avanti la influenzeranno, portandola all'identificazione di Adone con Dioniso.
La radice etimologica di Ade non è certa. Personalmente propendo che riprenda i connotati onorifici propri della cultura ebraica e fenicia. Non dimentichiamo che all'origine le lettere greche come tutte le lettere delle culture antiche avevano un valore anche rappresentativo. L'alfa di Ade che precede la delta apre a una condizione antetempore che si tuffa nel tempo e nella vita attraverso il delta capovolto, rappresentazione dell'utero femminile. Nel dio Ade riposano i connotati del buio primordiale, l'aspetto femminile precursore della vita confluito nell'idea fisica della bellezza. Pur essendo figlio del tempo Cronos, Ade spinge la cultura greca all'indietro, a soffermarsi sull'origine, prima di andare avanti nel racconto teogonico. È importante l'elemento del mistero associato alla notte e al caos interpretato da Rea per comprendere non tanto le affinità con le culture a quella greca limitrofe, ma e soprattutto per cogliere i meccanismi interni al mondo greco che hanno determinato oscillazioni e floride contraddizioni poi concretizzatesi nella tragedia.