Solo quando viviamo un sano rapporto d'amore assaporiamo nel vero la libertà. La libertà è un volo che ci porta nella gioia a superare i nostri stretti limiti, unendoci alla bellezza del Tutto di cui siamo parte. L'amore vissuto totalmente è tensione verso l'infinito che cogliamo come qualcosa di intimo e non fonte di dispersione.
In questa epoca abbiamo tutti paura di disperderci e non ci accorgiamo di un mondo sbagliato, da noi voluto e costruito che va in pezzi. Cadendo il mondo, cadiamo da noi stessi, altro da dire in noi stessi. Precipitare in sé stessi è ragione di elevazione. Altro è cadere alla periferia di sé stessi che è rivivere l'episodio della caduta alla periferia di Dio e della cacciata dal Paradiso Terrestre. In questo mito, dopo un'attenta lettura si giunge alla conclusione secondo cui altro sarebbe stato l'epilogo se ci fosse stato vero amore tra Adamo ed Eva. Partiamo dalla constatazione che i due non si sono scelti ma trovati perché separati dall'Uno iniziale che è l'androgino. Amare è scegliersi in ogni momento e nonostante tutto. Adamo ed Eva esprimono la necessità insita nel progetto esistenziale di Dio di dare vita a un'umanità su questa terra, che fosse il riflesso di una condizione rimasta sul piano ideale e quindi divino. L'amore è ricondurre il reale a questa forma di idealità a cui tende ogni innamorato cuore e che tratteggia le pagine più intense e romantiche dei miti.
Rispolverare l'amore attraverso le antiche romanze significa scegliere se stessi in ogni istante, perché attraverso chi siamo riusciamo a incarnare l'amore a cui tendiamo. Mettersi in gioco duramente, sfidare il caso per amore è condurre una dura battaglia a difesa di sé stessi perché è dentro di noi che trova radici la persona che desideriamo e che merita le nostre attenzioni.
Attraverso quanto sopra detto comprendiamo la forte delusione che prova verso se stesso chi si accorge di non amare più la persona scelta e divenuta compagna di vita. L'amore è fatto di ricordi e di rimembranze. Ossia, di riassorbimento continuo di ogni membra di chi abbiamo scelto al nostro fianco. La confusione, la frenesia allentano la forza dei ricordi e del legame, per cui alla lunga la persona da noi scelta scopriamo essere un'estranea o peggio ancora un ingombro. Dentro di noi il ricordo si fa duro rimprovero del fallimento vissuto e perpetrato in prima persona.
Scegliersi è comprendere il proprio completamento. Vedere nell'altro ciò di cui abbiamo bisogno e vedere l'altro come maestro di vita. È difficile sbagliare se si coglie il richiamo interiore che ci fa scegliere tra tutte proprio quella persona. È nella libertà che matura l'amore e la libertà apre gli occhi sulla scelta che l'uomo lavorando su se stesso ha costruito nel tempo. A partire da quel momento lontano in cui si è colto doppio, con la parte mancante al suo fianco, poi divenuta madre e moglie e prima ancora vissuta come sorella gemella.