Ciò che respingiamo attrae o richiama, per condurre su altre posizioni. È quanto accade alle personalità complesse o conflittuali. Attrazione e rifiuto sono da sempre la molla su cui s'instaura il gioco erotico descritto con finezza impeccabile ed eleganza da alcuni tipi di ballo, non ultimo dal tango. La passione tra uomo e donna si snoda su un doppio binario.
La donna che vuole essere posseduta, finge di scappare. L'uomo che ama possedere vuole inseguire. È questo il gioco della preda e del cacciatore che ritroviamo sintetizzato nelle sue due posizioni nel mito di Diana e Atteone. Sulla psicologia del maschio contrapposta a quella femminile si sono intrattenuti già i nostri remoti predecessori traendo le loro conclusioni. Se la femmina è stata associata alla fiamma, sviluppando deduzioni curiose alquanto elaborate che vanno dalla via emozionale dell'eros a quella più indiretta e contorta della danza, l'accostamento del maschio al muschio nella sua apparente originalità appare più schematica e meno completa.
Checché se ne dica, la donna anche nell'antichità trasmetteva la sensazione di essere esaustivamente completa. Abbiamo visto a riguardo come la tradizione attribuisca al connotato di completezza quello di compiutezza. Ciononostante, proprio in quanto partoriente e dispensatrice di nuova vita, la donna già nell'antichità, e strano a dirsi proprio con il passaggio dal Mesolitico al Neolitico, ha subito diversi attacchi alla sua Natura e alla sua libertà, tesi a contenere il suo potere e a circuirlo.
In prossimità del Natale, grande valore acquistano l'agrifoglio e il vischio che fanno parte del corredo simbolico druidico molto vicino alle culture cacciatoriali. L'anno vecchio cede il passo all'anno nuovo nel quale precipita, rinnovandosi in un ciclo continuo, accompagnato dalla ripresa in crescita del sole. Fertilità e crescita vanno in comune accordo e in rapporto all'agricoltura sono collegate alla luna e alla sua ritualità. In occasione del Solstizio d'inverno che coincide con l'ingresso nell'inverno, la fertilità è rappresentata, come abbiamo già visto nel discorso condotto sulla melagrana, dall'unione del maschile al femminile, rappresentato dall'incontro del rosso e del verde a proposito dell'agrifoglio e per traslato del pungitopo, e del bianco e del verde a proposito del vischio, dove il bianco sta per l'essenza della linfa che lo lega alle entità fatate ed elfiche che non a caso possiedono nel nome il richiamo alla linfa dalla forte impronta spirituale. Legato ai terreni umidi e alle acque sorgive è il muschio caratteristico delle aree fredde e lontane dal mare. Dallo spiccato odore, ricopre la terra del suo manto vellutato entrando in simbiosi con essa e con la sua componente acquatica. Il muschio è una pianta invasiva dalle forti radici capaci di fendere la roccia. Lo troviamo nei presepi non solo per il suo carattere decorativo ma anche per il suo dignificato che rimanda all'intervento di Dio che come un'ombra si stese su Maria portandola a concepire il Figlio. È il Maschile che si stende sul Femminile. È l'energia maschile che avvolge la nuda pietra e la fa rigoglire.
"Muschio" e "Maschio" si appartengono non solo per assonanza, ma anche per derivazione etimologica . Entrambi si ritrovano negli etimi latini comuni "masculus: maschio" e "musculus: muscolo". Da quest'ultimo deriva "muschio" di cui "musculus" mette in luce il carattere virile proprio di colui che sottomette la donna resa dalla visualizzazione della pietra e della roccia.