La luce sbriciola i contorni. La luce disperde e confonde, ma grazie alla luce si è avuta l'enucleazione dei simboli partendo dal mondo apparente. Con la luce assistiamo alla rivelazione che non sempre corrisponde alla verità. Da qui l'importanza della figura di Cristo che si fa venendo al mondo nelle sembianze di uomo, non solo portatore ma rivelatore della Verità.
La rivelazione è frutto di un'esperienza sensoriale che coglie quanto appare e quasi mai corrisponde a ciò che realmente è. Sulla confusione tra essere e apparire si sono intrattenute la filosofia greca e dell'età moderna porgendo soluzioni non sempre plausibili.
La luce allontana e altresì permette di ricondurre per via inversa il molteplice al principio ispiratore. La presenza della luce tra gli uomini ha generato l'arte sacra che ha consentito, grazie al suo nutrito corredo simbolico, di ricondurre l'uomo a Dio. Dal più piccolo esempio di intarsio scultoreo alle più imponenti piramidi l'arte esprime dedizione, conciliazione ed elevazione, un concentrato di sentimenti non fini a se stessi ma che in virtù dell'esplorazione immaginativa dell'uomo consentono di dare un senso alla dispersione terrena.
Nonostante la variegata espressione di stili che rappresentano ciascuna un alfabeto comunicativo, esistono elementi che consentono all'uomo di cogliere il significato dell'opera sulla base di ispirazioni e aspirazioni universali. Il linguaggio delle punte è frutto delle dinamiche universali ora citate.
Che si tratti della figura geometrica triangolare o piramidale o della riproduzione di determinate parti del corpo, le mani soprattutto con le estremità superiori delle dita, la punta funge da antenna di conversione del molteplice nell'unità divina collocata dentro e sopra l'Universo.
L'uomo già nella preistoria ha colto il potenziale racchiuso nelle mani. Con le mani ha costruito e rassettato l'ingovernato imprimendo la logica della forma, ristabilendo con i contorni l'ordine imposto sul Cosmo. Ma oltre a questo ha compreso l'importanza comunicativa delle mani che ancora prima del linguaggio verbale sono state fondamentali per intessere forme di dialogo, per avvicinare o respingere. L'alfabeto delle mani ancora oggi si rende insostituibile e accompagna in basso allo schermo gli eventi più importanti trasmessi per televisione affinché vengano seguiti anche dai non udenti. Ma prima ancora di rivelarsi mezzo di comunicazione efficiente, le mani sono state concepite come canale di trasmissione energetica. Pensiamo ad esempio ai maestri guaritori in età primitiva cacciatoriale. All'imposizione delle mani ad opera degli sciamani, dei santoni indiani... a Gesù Cristo e alla taumaturgia dei Santi.
Con le mani l'uomo ha espresso se stesso e il primo passo della conoscenza del suo corpo. Come con i piedi, ha lasciato ai posteri le orme del suo passaggio in questa vita attraverso le impronte con colori ricavati dal mondo naturale, dando luogo alla pittura rupestre.
Attraverso il linguaggio delle dita si sono consolidate le comunità attorno a un credo riconosciuto. Pensiamo a riguardo al significato delle dita nell'iconografia ortodossa. Il dogma della trinità e della doppia natura di Cristo divina innanzitutto e poi umana viene costantemente ribadito attraverso la particolare disposizione e congiunzione delle dita della mano destra nell'atto di benedire. Attraverso i segni di un linguaggio corporeo e quindi visivo che si rendono simboli nel momento in cui riconducono il mondo dell'alfabeto iconico al principio divino, consentendogli di essere presente nella vita di tutti i giorni.