Se non ci fosse l'ordine, ci sparpaglieremmo alla deriva dell'Universo. Nulla ci insegna più dell'osservazione del Creato in solitaria, o comunque, mentre siamo concentrati sulla sua eloquenza. Perché il Creato ci eleva dal nostro piccolo ad abbracciare l'Universale che respira dentro e oltre noi.
Ho più volte ribadito che ciò che è dentro ci riconduce all'oltre che abbraccia tutti, nonostante i singoli esempi a cui ognuno fa riferimento.
Se non ci fosse l'ordine non conosceremmo l'accentramento, processo e risultato che ci conduce al senso dei ricordi. Il ricordo è riconduzione a noi stessi di una realtà passata non sempre vissuta, che si rende presente. Se non ci fosse il principio di Kosmos (Ordine) ci dissolveremmo nel trascorso. Proseguendo, proprio il ricordo ci pone sulla linea della nostra esistenza, sorvolando sui momenti di sbilanciamento, e ci porta a completare quanto rimasto irrisolto o solo appena abbozzato e non sciupato dall'esperienza.
I veri ricordi sono intrisi di nostalgia e brillano del non ancora assaggiato. I veri ricordi sono desideri che abbiamo bisogno di urlare al mondo e qui subentra la necessità dell'Arte.
Se il ricordo matura dall'ordine, capiamo il nesso profondo che lo lega al Mito più della sterile registrazione della memoria. I miti brillano quanto più sprofondiamo in un amorfo vivere, perché nella loro universalità lasciano splendere i desideri mai confessati a noi stessi e profondamente intimi. Lo slancio eroico oggi nell'uomo scomparso, rivive sotto forma di chimera nella lotta dei prodi antichi. Così il corteggiamento, una pratica oggi pressoché estinta, che proprio gli uomini che si ritengono più evoluti non confessano di apprezzare e di ammirare. È un mondo umano quello del Mito, che respira in fondo al mare del nostro essere.
Cosa ricorderemmo in un putiferio di astri lanciati alla deriva senza una lettura di ciò che avviene in alto ed è trasferito al tempo? Possiamo muoverci ovunque. In lungo e in largo e, sconfinando da noi stessi, verso l'alto, e se quanto ora espresso accade realmente, è perché siamo liberi e assaporiamo questo nostro stato grazie all'ordine che ci forma. Se la realtà in cui viviamo è fatta di controsensi e disordine, altro è la verità infusa nei miti, che ci porta ad essere a contatto con noi stessi, e con le infinite vite che ci appartengono e che al nostro interno conduciamo da presenti più di quanto ci porti a vivere un'esistenza fatta di maschere e di astratta appartenenza. Ci appartiene ciò in cui siamo veramente. Che sia ideale puro o desiderio vitale, poco importa. È ciò che ci prende e ci libera totalmente.