La continuità nel tempo e la fertilità della saggezza
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La continuità nel tempo e la fertilità della saggezza

Amore e Psiche
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Cerimonia matrimoniale romana
Cerimonia matrimoniale romana

 

Dell'odio ciò che colpisce è la persistenza. Questo è un aspetto che gli antichi avevano bene in considerazione ed è alla base della legge del taglione come anche dello sviluppo della cultura mafiosa.

Dio ascolta le nostre suppliche e richieste se sono reiterate nel tempo. Chiedere per ottenere è un meccanismo che riscontriamo diffusamente nella trasmissione dei contenuti delle civiltà più antiche e ormai sedimentato nella cultura collettiva.

Dio ascolta ed interviene forse perché disturbato di continuo o forse perché vuole prima metterci a dura prova. Sono comportamenti questi che portano a considerazioni odierne curiose. Chiedere insistentemente allo scopo di piegare l'altro alla propria volontà è un comportamento tipico dei bambini che ci fa comprendere il percorso evolutivo compiuto dai popoli più antichi.

È curioso come le civiltà più remote avessero al principio costumi molto discutibili e questo spiega come il ringiovanimento di una società vada di pari passo con l'accumulo della saggezza. Più si è saggi, più si è giovani e questo sembra in contraddizione con quanto si compie nel percorso esistenziale di un individuo. Oggigiorno riteniamo che più si invecchi, più si ritorni bambini. Il ringiovanimento però è altro. È interrogarsi sull'anima in continuazione, cercando di trarre da sé le risposte. Diversamente dai bambini che invece domandano agli adulti riponendo chiara fiducia nella persona a cui chiedono. Questo comportamento è associato alla buona fede, per noi purezza, dei bambini che non sanno cosa sia mentire e prendono sul serio quanto gli adulti rispondono o dicono a loro. Da ciò deriva il comportamento sbagliato di noi adulti che molto spesso raccontiamo ai bambini bugie col rischio di tardare il loro processo di maturazione o di disorientarli nella crescita.

Il giovane, al contrario del bambino, si pone le domande e cerca da sé di darsi delle risposte. Più scende in profondità nel contatto con la vita, più le domande che si porrà acquisteranno valore. Il giovane è il saggio che non smette mai di domandarsi e di trovare da sé le risposte. Questo accade perché dentro di lui c'è un terreno fertile alla seminazione e alla raccolta.

La parola "giovane" ritrova in sé la radice di "Giano" e di "Giunone". Giano è il dio del cammino (da "eo - is, ivi, itum ire"). Giunone è la dea della fertilità. La sposa di Giove e madre premurosa verso la prole. La fertilità è nella mente e nella mente è collocata la vivacità di pensiero del filosofo. Per gli antichi di grande valore era la giovinezza mentale. I sacerdoti, i filosofi, gli insegnanti erano tutti attempati. Al contrario, i soldati dovevano essere giovani e scattanti nel fisico, ma spesso erano di animo irrequieto. I grandi condottieri avevano allenato insieme al corpo il pensiero e dopo anni di esperienza e studio raggiungevano la saggezza che è una conquista interiore. Gli errori di gioventù dei soldati erano puniti severamente. Sbagliare una mossa o un bersaglio in guerra era una dura sconfitta che metteva a dura prova i rapporti di fedeltà con il superiore se non con il sovrano. Pensiamo a Lancillotto che a causa della relazione con Ginevra sigla la fine dell'Impero di re Artù. Si tratta di una narrazione mitologica che però contiene tracce di verità. E se anche così non fosse, sarebbe di monito alla formazione di tanti cavalieri spesso accecati dal mondo effimero al punto da mettere a repentaglio le proprie responsabilità e il proprio mondo.

Oggi l'ideale di gioventù riguarda esclusivamente il corpo. Oggi ormai, non si è più giovani, non si è più anziani, non si è più saggi e non si è neanche più bambini. La fretta di crescere ha sciupato la scala delle età. Si cresce con la voglia di vivere e ci si ritrova adulti senza essere stati mai giovani. I bambini impoltroniti e ipnotizzati dai giochi elettronici trascorrono il loro tempo come in sonno e si ritrovano giovani senza essere stati ancora bambini e con la voglia di diventarlo nella fase di crescita sbagliata. Ogni fascia di età ha le sue responsabilità e i suoi picchi di maturità, sorpassati i quali si entra in una nuova fase che dovrebbe corrispondere a un nuovo ordine di idee. Così era in passato e i riti che contrassegnavano il passaggio da un'età all'altra ce ne rendono testimonianza.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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