La visione della realtà e la realtà come visione. Le opere pittoriche di Massimo Emilio Gobbi
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Massimo Emilio Gobbi

Interviste e Recensioni

La visione della realtà e la realtà come visione. Le opere pittoriche di Massimo Emilio Gobbi

Saper dipingere il mondo nella sua impersonale asetticità è più dei filosofi che degli artisti. Questi ultimi tendono a proiettare le loro primavere anche in luoghi aridi, falsando la giusta rappresentazione delle cose.

Chiaramente esistono le eccezioni e tra queste ritroviamo Massimo Emilio Gobbi che in veste di artista rivelatore sa riconsegnarci la giusta visione della realtà senza rinunciare al dono della bellezza e di una cromatica empatia.

L'uomo è eredità in cammino. L'uomo solo è il Presente, raccolta di tutto, del vissuto come somma di esperienze dirette e di quanto ha invece appreso. Il futuro è il mare che lo attende da un trampolino che lo sbilancia sul vuoto. Sono pochi coloro che riescono, deprivati di tutto, a ricostruirsi altrove. E sono proprio quelli che hanno nella fredda indifferenza del mondo tracciato una catena d'oro tra chi erano e le loro vicende familiari e chi sono al presente.

Certe esperienze non solo sconquassano ma ti squassano dentro, facendoti ripartire da un cumulo di macerie che solo i forti riescono a guardare e da queste a innalzarsi. Massimo Emilio Gobbi è tra costoro e il volo a New York gli è servito non solo a razionalizzare quanto gli fosse rimasto ma anche a contemplare le macerie come materiale da riacquisire e con cui ricostruirsi. Così fanno gli Uomini e così lui è andato avanti.

Ricominciare è una parola grossa. È di chi si butta tutto alle spalle e non vuole conservare niente. Massimo invece, forte della sua personalità, ha ripreso da lì dove gli altri avevano interrotto la sua storia inestricabilmente intrecciata alla storia della sua famiglia, e ha iniziato a camminare su un suolo diverso, sul profilo di un altro mare, sotto un cielo che non era il suo. Aveva solo quattordici anni e la vita gli ha dato quello che molti ragazzi della sua età invece respingono: la maturità e la volontà di uomo.

Con questi presupposti non si può essere persone qualunque e continuare significa non solo avere una grande forza motrice dentro, ma anche la capacità di riprendere le redini del mondo ristabilendo il contatto critico con la realtà. Massimo Emilio Gobbi non è un uomo che si è costruito sulle immagini ma è colui che ha saputo vedere il mondo attraverso il filtro dei suoi occhi e ad esso conferire colori, margini e dettagli tuffandosi nel proprio spirito creativo.

L'artista, il pittore contemporaneo non è colui che ritrae il mondo attraverso una propria genialità, ma è colui che attraverso le immagini che la realtà restituisce sa scorgere indizi che lo fanno essere precursore dei tempi in arrivo. Massimo come pochi è stato capace attraverso personalità e sensibilità di confrontarsi col mondo americano e di cogliere quei fermenti che avrebbero deciso le sorti del mondo. Se c'è un popolo che cammina sulla distruzione dei principi delle culture, questo è il popolo americano. È un popolo distrutto ma che continua nonostante ciò a muoversi perché portato avanti dallo spettro dei suoi desideri. I soldi sono nei nuovi circuiti economici avviati dall'America la distruzione dell'uomo che campa saltando da un riquadro all'altro di schermi brillanti attraverso i quali restituire immagini di una realtà che non esiste. Ad esistere era Massimo Emilio Gobbi, solo ma pieno di un'eredità importante oltre che famigliare anche di popolo che ha saputo portare avanti i suoi antichi precetti in cui ancora in molti continuano a credere.

Se New York è una realtà slegata e scollegata perché priva di una tradizione consolidata, lui era unito e integro e questo gli ha dato la forza di costruire.

I primi lavori artistici di Gobbi a New York commuovono per i contrasti tra la forza di un idillio ancestrale che lui nutre dentro di sé e il quadro di una realtà innalzatasi sulle macerie e sulla disperazione umane, che non ha mai avuto la forza di guardare. Questo scontro bruciante la sensibilità artistica di Massimo l'ha riversato sulle tele e ne sono usciti interessanti capolavori.

Per convincere l'Arte dev'essere convinta in partenza e così è stato per la produzione di Massimo, un sognatore che cammina nel tempo, solido sulle sue gambe, col corpo e l'anima che racchiudono tutti i colori del mondo e quella trafiggente ricchezza che mai potrà scolpirlo. Oggi Gobbi è un imprenditore attivo in diversi settori e non ultimo nel Cinema. Ma a differenza di altri personaggi di successo, lui non rinuncia a mostrarsi per quello che è. Ha infinite immagini dentro di sé ma usa ed esterna solo quelle che riconosce proprie. Per questo la sua ecletticità la indossa quotidianamente nell'arte come nel vivere. Trascorrere una parte di vita a New York non significa vivere il mondo, ma conoscerlo in tutte le sue sfumature perché New York è l'illusione che si infiltra in tutto il mondo. Le immagini vorticose del consumismo che consuma l'uomo sono il nulla che può sedurre il vuoto umano dedito alla pochezza del fatuo. La giostra dei colori che New York ostenta come vita del sogno americano si annulla nell'anima sensibile di Massimo che sa bene cosa siano i colori veri. Ecco pertanto l'omino nero che nelle opere lo rappresenta, affiancato da palloncini a forma di cuore mentre svolazzano chiare e trasparenti oltre lui, in alto le farfalle della rinascita per sé stesso e per il mondo, rinascita a cui lui stesso collabora in prima persona, affinché gli ideali in cui crede non rimangano visioni. È così che i cuori rossi gli ricordano chi è e per cosa opera. Sono i suoi ricordi, i suoi principi, i suoi ideali che sempre ha tenuto stretti a sé perché senza di essi non potrebbe vivere, né esistere come uomo. Eppure, ne ha passate tante Massimo Emilio Gobbi!... Dalle vicende giudiziarie risoltesi com'è giusto che fosse, a suo favore, ai problemi di salute. È solo in quelle opere ma circondato dalla bellezza che ancora la sua anima proietta all'esterno attraverso anche le esplorazioni delle diverse vie della creatività. L'amore lo affianca in tutto e lui si riconosce nel linguaggio che anima e pervade ogni forma del Creato. I cuori e le farfalle sono stelle che colmano i vuoti insignificanti dell'anima di una città dura e sorda. Il gatto al suo fianco, pur vivendo nella sua dimensione lo ascolta ed è a lui compagno.

È un artista di oggi Gobbi, ma col cuore rivolto a un mondo che non vorrebbe scomparisse e sul quale lui scivola come a bordo di una umile canoa. È un Siddartha del passato che sente di avere un ruolo in questo presente. Studioso, indagatore, osserva e legge la realtà scomposta in frammenti di notizie che vanno svestite e valutate. Qui risiede la scelta dell'artista Gobbi di utilizzare il linguaggio estetico del collage col quale fare ordine in un mondo che si disfa e si perde nel sogno americano in cui risaltano nomi e volti di soggetti legati alla politica e all'alta finanza. Uniti dalla corrente algida e smeraldina del dollaro che richiama nella sua tonalità di verdino lo smeraldo di Lucifero. L'acquamarina oceanica e smeraldina e poi, di controparte, il sangue delle guerre fiancheggiate, se non proprio ispirate dall'America che ama ficcare il naso dappertutto e si crede la padrona del mondo.

Le opere di Gobbi sono presenti nella galleria della Fondazione Visconti e curate in prima persona dal presidente Vidimari. La loro forza espressiva piega lo sguardo di chi le sa leggere e saperle leggere significa inoltrarsi per le strade della visione del mondo che ha l'artista. Sono opere che piacciono a un livello superficiale per il risvolto immaginifico e per la disinvoltura cromatica che le connota, ma entrando in sintonia con esse, scuotono il sangue come solo le grandi opere sanno fare. Non si può rimanere impassibili e indifferenti dinanzi all'uomo spolpato per intero e che ostenta il vigore della sua tradizione investita di quella gloriosa classicità non ancora tramontata e che Massimo rilucida attraverso i giochi cromatici sulla figura in contrasto con l'uomo in nero delle altre opere.

Profumano di speranza e di luce e di sole le opere di Gobbi nella riproposizione di simboli ancestrali come la spirale. I colori dominanti sono il rosso, il nero e il verde che combinato al grigio ripropone il plasma dell'Universo con due grandi occhi che inquietano e perlustrano l'anima di chi osserva l'opera e ha l'illusione di essere lui a vedere.

Ippolita Sicoli