A Lago, l'occupazione francese rivive tra i tradizionali vicoli
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A Lago, l'occupazione francese rivive tra i tradizionali vicoli

Cultura Calabra

A Lago, l'occupazione francese rivive tra i tradizionali vicoli

Siamo tutti luoghi in cammino verso qualcuno, qualcosa. Verso obiettivi che invitano a incontri o a scontri con altri individui e comunità. Se c'è qualcosa che rende l'uomo imperfetto è la guerra, la rivendicazione arbitraria di diritti che spesso anche se giusti, si contaminano di morte e sangue. Se c'è qualcosa che all'opposto rende l'uomo vicino all'ideale di perfezione e bellezza, è la volontà di abbattere le barricate della sopraffazione.

Visti i tempi non facili, che vedono il ritorno di forme di atrocità che si credevano debellate da tempo, rievocare pagine e momenti di storia anche se locale, torna più che utile a tutti. La rievocazione è altro dalla conoscenza libresca che la scuola ci riconsegna. È partecipare a un film che è esistito davvero e che abiti, atteggiamenti congiuntamente a rifiniture e armamenti ci rendono vero. È come guardarsi allo specchio e scorgere in profondità chi eravamo e cosa abbiamo dato, inflitto e patito. A seguito della pandemia che ci ha visti fragili e scaraventati in una modernità che si è rivelata presunta e fittizia, confrontarsi con trucidi episodi di un passato non del tutto ascoltato ed esplorato, diviene un importante monito a non riproporsi più su già tentati percorsi di distruzione.

Insieme a tanti altri, è stato questo l'obiettivo prefissato da coloro che animosamente, tra cittadini, curiosi e parti attive hanno commemorato l'invasione napoleonica a Lago in provincia di Cosenza, il 23 ottobre di quel lontano 1806.

Diversi i quadri di ricostruzione scenica che ci hanno ricondotti a quell'episodio. Diversi i gruppi teatrali e le associazioni di rievocazioni storiche (tra queste la "Gioacchino Murat" di Pizzo Calabro) che hanno fornito il loro contributo alla manifestazione davvero ben congeniata e capace di appassionare tutti: giovani, anziani e bambini. Il taglio coinvolgente e da teatro happening degli attori fuori scena ha fatto da contrappunto ai momenti più salienti della rievocazione che ha visto un interessante excursus di musiche napoleoniche ben introdotte e annunciate. A seguito la performance di un'artista che scomponeva e assemblava profili e sagome con la sabbia. Un pensiero rivolto alle guerre di ogni tempo che distruggono e riducono a macerie un mondo che avrà comunque la forza di rialzarsi e ricostruirsi. Così si spera. E questa speranza ci ha condotti per mano verso l'ultima parte della rievocazione. Della fucilazione dei briganti ostili all'occupazione di Lago da parte dei Francesi.

La zuppa del soldato ricostruita con rigore storico e distribuita ai partecipanti ha concluso l'evento nella periferia boschiva del comune di Lago. Nel nuovo parco in cui la voce sonante dell'acqua si mescola alla lucentezza delle fronde, porgendoci l'assaggio di una natura immacolata che continua il suo corso fra gli alti e i bassi di un'umanità in cammino.

 

Ippolita Sicoli
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