Ogni rinascita è sempre preceduta dal silenzio. Nel silenzio trova radice ogni mistero. Il silenzio che anticipa la rinascita prepara al mistero inviolabile che è custodito nelle cose ed è il tesoro di ogni divina creatura. Il silenzio è quanto non dice ma parla e in questo lo leghiamo al Sacro Mistero. È il Cristo che riposa lavato di ogni affanno nel sepolcro e si prepara a ritornare al Padre.
Cos'è ordunque la Resurrezione se non un ritorno all'origine? Cos'è il risveglio se non un ripescare dalle profondità umane l'appartenenza al Cielo? Cos'è la rinascita se non la comprensione di quanto ora detto?
Gesù dorme sfinito e lo riteniamo morto. Ma non esiste morte per chi si abbandona al passaggio che separa questa esistenza dalla vita Eterna. Gesù nel sepolcro ci pone di fronte a questo distacco. Non c'è dipartita che non provochi dolore in chi la intraprende e in chi resta. I legami terreni sono il vincolo maggiore da affrontare e che chi diparte, ritiene interrotto per sempre. Rinascere è non interrompere nulla. Si diventa altro, materia leggera restando. Si passa e cammina per tante porte, fino al completo riassorbimento in Dio. Mai Costui ha dimenticato alcuni. Si resta in piedi in un tutt'uno più di prima ed è questa certezza che la fede matura dentro chi è pronto a riceverla.
Il Mistero divino e nostro è racchiudibile nell'espressione Mistero dell'Aldilà. Aldilà dunque e non "al di là" ci compenetra nella visione di totale unità. In questo l'Aldilà acquista la configurazione di essere un luogo che è fuori da ogni luogo e dentro l'anima risplende come luce. È luce che si espande e trasforma in suo nome ogni posto in luogo. Noi siamo già immersi nell'Aldila' ma non lo sappiamo. Dobbiamo morire e seriamente per acquistare questa consapevolezza e allora la morte è un risveglio degno di nota. Un illuminante risveglio.