Giulia è morta ed è tornata a casa da morta. Nonostante ciò, continua a parlare molto e non solo di sé. Questo suona davvero strano per l'angelo che era e che riusciva a comunicare tramite la sua gioia pura oggi, al tempo d'oggi, ormai per molti dimenticata.
Giulia parla e nel silenzio sembra essere invece precipitata la sorella Elena dalla comunicativa facile e da una freddezza mai scontata. Entrambe, i risvolti opposti di un'unica medaglia che nell'estrosità odierna fanno la differenza, sollevando un clamore di perplessità.
Viene da chiedersi col senno di poi, a tragedia accaduta, i genitori non si sono mai interrogati su una diversità non solo tanto appariscente, ma soprattutto inquietante?
In un mondo tanto lacerato da una malignità che si traveste da scherzo, il femminicidio di Giulia appare la ciliegina applicata sulla torta al termine di tante tragedie davvero toccanti, camuffate però, al punto da dire tutt'altro.
A tanti è sembrato fuori luogo l'eloquio tenuto dalla sorella dark Elena e caratterizzato da una freddezza inverosimile che non fa che confermare determinate supposizioni. Siamo abituati e da tanto alle esternazioni fuorvianti di menestrelli alla corte di un potere occulto che ci manovra da dietro le quinte di un palcoscenico su cui proprio i fedeli attori sono i primi a cadere. Abbiamo visto Zelensky e il suo servilismo, i Maneskin e i loro motteggiamenti pseudo rock. Che dire di Lauro e di Blanco? Ma qui, al di là delle fiere a buon mercato mediatiche e televisive, c'è un delitto dai toni passionali la cui lettura della persona tra le più vicine alla vittima e mi riferisco a Elena, vorrebbe figlio della cultura patriarcale, proprio la stessa derisa e dileggiata dai tanti menestrelli al servizio del Satanismo mondialista in favore di una femminilità a uso e consumo, trasgressiva si fa per dire, rispetto alla consuetudine retrograda, e invece serva delle manipolazioni sessuali e sociali. Il liberismo della donna oggi sempre più osceno obbedisce proprio ai principi della realtà attuale, innaturale e affatto conservatrice. Donne che scambiano per libertà la prostituzione mediatica che rincorre principi distruttivi a discapito della famiglia sempre più lacerata da una modernità sempre più astratta, eppure tanto inseguita. Siamo tutti figli di un tempo che non è più del fare ma del risucchiare le nostre volontà. Non siamo più capaci non di ritagliare fasulle cornici, ma fette importanti di vita da spendere con e per gli altri, e questo è davvero scandaloso.
Elena a suo modo si è resa complice di questa manipolazione meschina che anziché salvare la donna, la seduce in vista di una libertà che è in realtà complice quiescenza che conduce al baratro. Si è resa strumento dei burattinai nascosti che succhiano a tutti noi il tempo che sarebbe invece prezioso per indurci a profonde riflessioni con le quali cogliere i segnali di una realtà sempre più costruita da altri, e distopica.
Elena ha sganciato la bomba e si è ritirata dietro la cortina di un silenzio distrattivo, capace di distogliere l'attenzione della massa critica dalla povera defunta e attirarla su di sé.
Chi c'è dietro di lei? Viene da chiedersi. Intanto Giulia è morta, vittima di un sacrificio perverso ed Elena la sta uccidendo per la seconda volta, trascinando tutti su una pista errata.