Il tempo e Dio nella realtà virtuale
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Il tempo e Dio nella realtà virtuale

l'Opinione
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Il tempo e Dio nella realtà virtuale
Il tempo e Dio nella realtà virtuale

 

Attendere è in sé un arriverà. È vedere prima dell'accaduto. È altro dalla profezia o dalla premonizione. È sapere che nulla viene dato a vuoto e che il tempo è uno strumento necessario al fine di ogni accadimento.

Oggi di tempo ne sprechiamo tanto e tra giri e raggiri di pensieri che ci distraggono da ogni certezza. Oggi di certezze non ce ne sono più e ogni evento viene vissuto come una disgrazia o una sorpresa. Anche questa, per quanto possa sembrare dai toni felici, esprime un distacco tra le capacità insite nell'individuo e quanto scorre esterno a lui.
Un passerotto che aspetta sul davanzale le briciole, ripone fede nella sua attesa. La fede è certezza. È sapere che prima o poi la finestra si aprirà e chi abita dentro la casa gli porgerà le briciole. Se ciò non dovesse accadere, non sarà il passerotto a rimanere deluso, ma il soggetto all'interno che avrebbe perso l'opportunità di adempiere a un'azione che è nell'ordine delle cose.

La fede è una chiamata interiore e la fiducia è la coscienza che rende reale quella chiamata. Questo è la derivazione oggettiva di una concezione del tempo maturata all'interno dell'uomo, anziché d'imposizione esterna. La mentalità odierna porta a creare vincoli di sudditanza dell'uomo rispetto al tempo che è alla base della formulazione delle religioni. Un dio distaccato, che opera esternamente secondo solo i suoi capricci, determina una relazione col tempo di sottomissione dell'uomo ed è quanto oggi registriamo e facciamo passare per atteggiamento patriarcale. L'avidità di Dio sarebbe dunque controllata da processi interni maturati su una strutturazione del tempo secondo dinamiche puramente esistenziali da attribuire alla dea madre fattrice della Natura che si sviluppa secondo processi intrinseci.

Quanto oggi definiamo Patriarcato in relazione alla furia omicida, è in realtà il trasferimento di ogni responsabilità a quanto è sciolto dal progetto di vita maschile e femminile e che l'umanità attribuisce e demanda ad altri in verità inesistenti, che operano attraverso la realtà virtuale.

Demandare ogni responsabilità è la nuova forma di nichilismo odierno. Fare riferimento a referenti X che secondo una formazione impartitaci dall'esterno e frettolosamente potrebbero soddisfare le nostre richieste che effettivamente rimangono inascoltate.

La religione nel bene e bel male ci chiama a ruoli di grande responsabilità in nome di un Dio al principio e che regola tutto. L'inghippo dell'assenza di una fede e di un credo religioso oggi risiede nel fatto che l'uomo ha creato la tecnologia avanzata pensando di riuscire a gestirla, ma quanto sta accadendo è assolutamente il contrario. È l'intelligenza artificiale che manovra l'uomo, portando a impietosi squilibri psichici e sociali.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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