In celtico Ambrogio è Emrys tradotto anche come Merlino. Ambrogio è il celta mago Merlino traslato a vescovo cristiano. In gaelico Emrys è Myrddin che significa appunto "mago" dalle radici im-mi (imago da cui immagine) e rddin: vedere.
Teniamo conto che le lingue celtiche sono indoeuropee, e al pari degli Induisti per i Celti saper leggere le immagini e andare oltre le stesse è un dono divino. Da qui il legame della Natura con la sapienza. Merlino quindi è il saggio inteso come sapiente.
La cultura celtica è dunque sapienziale come lo erano quelle indopersiane e mesopotamiche. Il nome "celta" ha la stessa radice indoeuropea da cui deriva "coelo-is: celare, coprire" e il sostantivo "cielo" che era considerato da questi stessi popoli la copertura della terra e da qui dei boschi e da qui dei santuari che sono la configurazione in pietra dei boschi. Quello che si compie sotto il cielo può avere significato denotativo analogico o significato connotativo anagogico che è propriamente iniziatico. L'espressione massonica "coprire il tempio" significa proprio escludere gli elementi profani dal percorso iniziatico che si svolge all'interno.
Come per gli antichi Greci e Romani la Sapienza per i Celti è raffigurata da una dea, ma poche sono le analogie tra questi ultimi e le culture nostrane. La Sapienza per i Celti è quanto noi assoceremmo alla figura dello Spirito Santo. È la saggezza superiore che discende direttamente dal Principio Primo e che l'uomo richiama a sé stesso lavorando sulla propria interiorità alimentata dalla fonte di energia interna che anima tutte le cose. In questo è ravvisabile la componente fondamentale pagana del patrimonio culturale celtico.
La dea della Sapienza per i Celti è Brigit convertita nella nostra Santa Brigida che non a caso è la patrona d'Irlanda. Un'altra Santa Brigida la ritroviamo in Svezia dove la cultura celtica arrivò tramite quella germanica norrena, e la Sacra Triade femminile della quale fa parte Brigit era venerata anticamente fino al primo Medioevo. È curioso come entrambe le sante Brigida avessero fatto voto di castità, una delle quali dopo essere rimasta vedova, e il nero le accomuna. Il nero come il bianco rappresenta il superamento di ogni colore. Il nero come annullamento e il bianco come somma. Il nero è il colore di chi ha risolto dentro di sé l'illusione visiva che governa il mondo, azzerandolo, annullandolo e riportandosi a prima della Creazione. Per i Celti il mago è colui che legge nel cielo nero della notte e a Brigitt è affiancata la notte di luna nuova che rende il cielo buio come la pece.
Il vero sapiente rimane fedele a sé stesso e alla sua ricerca interiore che rivolge a tutti gli uomini. È colui che interviene nel corso del destino degli uomini e lo inclina facendo uso della sua padronanza a riguardo degli elementi della Natura. Il mago celta è anche alchimista, come ci suggerisce Merlino che ha un ruolo formativo importante nell'educazione di re Artù del quale sa leggere anche il destino. Figlia di Thuata (Dio per i Celti dalla radice indoeuropea da cui theos greco) Brigit ha al suo interno la radice del germanico e scandinavo "berg": montagna. È colei che è sopra tutti come del resto la Sapienza e non avrebbe potuto, come del resto Merlino, non essere assorbita dalla cultura cristiana.