L'essenziale nelle fotografie riscrive il mondo, per il fatto stesso di essere unità. Unità con le emozioni che scatena. Con il recuperare il filo di un racconto arcaico insieme a chi è in grado di cogliere la pienezza autentica della forma.
Le fotografie quando si concentrano sulla forma, esprimono un senso di libertà che parte dai singoli elementi e tocca tutti. Il carattere minimale dell'Arte è proprio quello di invogliare a un confronto costruttivo con sé stessi, scevro da ogni condizionamento etico, ideologico e di gusto.
Ogni forma è sé stessa e altro. E per sé stessa s'intende quello a cui è portata, che sia da eseguire o suscitare. Sta allo sguardo ricrearla e collocarla in un spazio altro e mai rivelato, spalancando le porte a un dialogo con sé stessi e che volendo, può essere partecipato o condiviso. Ecco pertanto la scelta del titolo della mostra Incontri voluta dal fotografo Nicola Scanga incentrata sulla sua personale di fotografia che si è inaugurata il 23 marzo a Nocera Terinese Marina e che si potrà visitare fino al prossimo 2 aprile. Organizzatrice dell'evento la prof.ssa Nicole Mendicino, relatore il regista Massimo De Pascale. Incontri e non incroci di chi si sfiora e poi prosegue in un suo impenetrabile e nebuloso silenzio. Incontri è invito a compiere un salto fuori dai propri limiti e dai propri spazi per abbracciare l'altro. È questa la filosofia di vita di Nicola Scanga. Raccontare e dare senso a sé stessi, partecipando gli altri a un proprio e collettivo mistero che è l'esistenza.
Studioso, ricercatore analitico, poeta e anche filosofo, Nicola spazia tra i vari ambiti dell'inesplorato, senza incorrere in anagrammi indecifrabili, ma partendo dalla semplicità con l'intento di fornire con l'indivisibile essenza la radice dell'inspiegabile.
Tutti vediamo ma è di pochi oggigiorno raccontare. Ed è proprio questo che spinge Nicola ad esporsi, mantenendosi timido e piccolo di fronte alle sue affascinanti opere. La forza della sua mostra è nel significato emozionale che a partire da ogni opera come se questa fosse il numero semplice che scandisce il processo di Creazione, o la lettera di un alfabeto magico quanto essenziale si combina agli altri elementi. Così facendo tesse nuovi equilibri in un ritmo che potenzia la staticità in funzione di una spinta dinamica che dà senso a spazio e tempo.
Ha il racconto in sé Nicola e questo lo porta a sconfinare dalla fotografia alla poesia, perché non c'è limite alcuno o frattura tra i vari ambiti emozionali che bastano a rendere l'uomo grato alla vita, senza sotterfugi o aggrappamenti ideologici o religiosi. La Natura è in sé qualcuno o qualcosa e rivela nel confronto con l'uomo che la libertà sta nel sentire l'altro come parte di sé, nel momento in cui scuce e produce profonde emozioni.
Viste da vicino le foto sono qualcosa. Suggeriscono poesia e armonia come la calla che si svolge o l'altra raccolta in sé stessa. Sono d'incipit a un alfabeto emotivo che porta l'uomo a uscire dalla propria posizione di centrismo, concedendosi alla Natura o alle forme di architettura estrapolate da un tutto e che pongono l'osservatore nella condizione di interrogarsi su come il mondo è e tutto cambi, a seconda della distanza e della prospettiva. E in questa danza sottile tra essere e sembrare s'insinua un sentimento di ancestrale sacralità che si traduce in una morbida spinta a riconsiderare il mondo a partire dalla nuda elementarità degli esempi. La forma e il fascio di luce. L'oggetto e il contorno nudo. È la cosa che chiama l'uomo, invitandolo a riscoprire l'ebbrezza di un gioco che ci traspone in un tempo remoto, quando la vita era fatta di niente e di tacite corrispondenze che rendevano il mondo un convincente tutto, pieno e completo.
VIDEO. Incontri 2, Breve carrellata di fotografie presenti nel libro "Incontri" presentato il 23 marzo alle h. 18,00 nell'Auditorium Don Bosco in Nocera Terinese marina insieme alle fotografie in una mostra fotografica.