L'ordine nascosto delle forme nella rappresentazione libera dei pensieri. Incontri di Nicola Scanga
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L'ordine nascosto delle forme nella rappresentazione libera dei pensieri. Incontri di Nicola Scanga

Siamo liberi quando creiamo. La libertà è orizzonte e principio. È di slancio a una visione altra della realtà, grazie alla quale percepiamo noi stessi. La fotografia, la parola nella configurazione dell'atto creativo sono musica, musica che si invera nella struttura scultorea delle forme. È quanto l'artista poliedrico Nicola Scanga ci propone nel suo "Incontri", invitandoci a ricercare nuove prospettive di approccio alla realtà delle cose.

Tutto nasce da un incontro. Una storia, un cammino.. E come ha detto qualcuno, siamo storie che si riesce a rendere in parole, colori, versi, canzoni.

Tutto incomincia da un incontro, come spiega il poeta fotografo e molto altro ancora Nicola Scanga, immergendosi nel tempo di oggi in cui sono aumentate, anche per merito del virtuale, le occasioni per incontrarsi.

L'incontro opera una magia, un'alchimia nel reale. Fa sì che chi è immerso in una situazione, vi conduca anche colui che ascolta e si rende partecipe dall'esterno. Non importa se con gli occhi o con le parole, l'incontro è fatto di ascolto reciproco e di ascolto di sé stessi innanzitutto. Di quella rivelazione che rende il presente percepibile dal sé. Rivelazione dunque, racchiusa nella capacità di soffermarsi sulla cosa in quanto tale. E allora il particolare appare per quello che è, ossia nuda essenza. È quanto emerge dalla fotografia "Calla 2020" che come tutte le opere di Scanga appare in un modo e in cento mille altri modi, a seconda della distanza e della prospettiva da cui la si guarda. Ecco dunque, il senso di raccoglimento che promana da questa fotografia portarci a considerarla un corpo vuoto che ha per sostanza il suo sudario. Un'immagine che vola verso il Sacro nel suo ermetico linguaggio simbolico e attraversa di slancio l'anima di Nicola, trascinando verso il cielo e verso significati ampi che si obliano nella coscienza.

L'effigie brilla di illuminante luce e si confronta col testo che cristallizza gli attimi in cui l'artista si rende presente a sé stesso. Sono stille di sapienza scucite dal momento le parole dei testi che si interfacciano con le fotografie. Stille di anima che riaffiorano dal sordido trascorrere del tempo, per affermarsi nella folla di ombre. Si è svegli quando si dorme e viceversa. Cosa significa ordunque il sonno per Nicola? Vivere nella luce che d'incanto fa scivolare di dosso alle cose il drappo dell'apparenza. Il reale dunque, attraverso l'immagine e il supporto delle parole s'invola in un viaggio lento che conduce alla verità. Termini come Battiti, Incubi, Buio ci fanno pensare alla contrapposizione di veglia e sonno, contrapposizione che Scanga tende a superare nell'incontro tra fotografie e parole. Un ossimoro estensivo che viene risolto da chi crede nella forza del dialogo e nella potenza del confronto tra soggetti diversi. Siamo isole di luce e questo sembra suggerirci la scelta delle fotografie in bianco e in nero.

Siamo isole geometriche tracciate dall'incrocio dello spazio e del tempo, che si fa tagliente e che con il supporto delle parole si lima e si smussa, cedendo il passo all'incontro.

Incontrarsi è schiudere un racconto. Soffermarsi su una tela che viene costruita seguendo lo sguardo in cui la prospettiva circolare della ripresa della volta della Chiesa Santissima Annunziata di Lago, crea abbinamenti simmetrici e stabilisce nella diversità del racchiuso Cosmo, linee percettive di sconfinamento. A supportare l'idea della trama c'è il lampadario che ricorda il ragno nella laboriosa composizione della tela che tiene insieme la rappresentazione dell'Universo. Emerge qui tutto un bagaglio non solo di viaggi ed esperienziale, ma proprio archetipico, di Nicola che scende in profondità per elevarsi nel cielo che sovrasta il cammino di ognuno. 

Le fotografie suggeriscono più impronte di osservazione. La ricerca dell'antico e del principio pregna di valore antropologico diverse immagini da lui scattate. È di sottofondo alle ritornanze di particolari e parole in cui si tuffa Nicola e che ci propone, portandoci a indagare sui misteri dell'umanità.

In "Moti dell'anima" il procedere nella scrittura con uno stile di cadenzata illuminazione lascia emergere una sinestesia di percezioni e di scene ben chiamate alla ribalta della vita che a modo suo sa organizzare gli opposti. In questa composizione "Fuoco di passione" fa da contrappunto a "Battiti lenti" senza sopprimere il climax vitale che contraddistingue ogni singolo componimento.

È un visionario Nicola, un purista che gioca con le percezioni che gli derivano dall'esterno. Riesce a vedere le cose prima ancora che compaiano e per questo è un viaggiatore nel tempo, come un vero surrealista sa essere.

Viaggiare nel tempo è viaggiare a ritroso e a ritroso significa cogliere il minuzioso lavoro alla base della espressività della Natura. Si sviluppa una mente creativa e artistica partendo dai dettagli e con capacità d'indagine minuziosa, Nicola entra nel lavorio silenzioso della Natura che dà vita ad elaborati intrecci. L'intreccio non contraddice l'incontro. Viaggia per corrispondenze l'anima dell'artista che riesce a rintracciarle laddove una sensibilità poco attenta si smarrirebbe. Nicola sa riconoscere perché possiede in sé la visione elementare delle cose, un tempo del vero mago. Ecco pertanto l'obiettivo centrare il girasole come un sole che contiene la sua piattaforma di semi che generano movimenti di onde e curve. Foto emblematica del Principio che Scanga riesce ad accostare alle tante foto, ciascuna specifica, di esempi di scale elicoidali dove la prospettiva ha un ruolo preponderante, offrendo aperture sulle teorie di Fibonacci.

Nella foto Palazzo Mannajuolo di Napoli la scala verso l'alto restringendosi, ricorda un occhio di vipera o di altro rettile. Quest'associazione suscita un richiamo arcaico, soprattutto a distanza, perché vedere con un certo distacco matura la percezione della varietà come lo spiegamento di straordinarie variazioni all'unico tema che è il principio. Un concetto questo che si esprime nella predilezione dello stato di sonno. Quì Nicola sembra abbracciare l'integrità presente nel cuore delle cose, con cui domare la spietata corsa del tempo, e con essa sfiorare l'Eterno.


VIDEO. Incontri 2, Breve carrellata di fotografie presenti nel libro "Incontri"


L'autore

Nicola ScangaNicola Scanga è nato nel 1955 e vive a Lago, in provincia di Cosenza, i suoi studi sono stati sempre orientati verso percorsi artistici. Dopo la Maturità, conseguita nel 1973 presso il Liceo Artistico di Salerno, ha proseguito gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli nel Corso di Pittura, tenuto dal Maestro Armando De Stefano e il percorso di fotografia di Mimmo Jodice, sostenendo i relativi esami. La fotografia, fin dai tempi del Liceo, è ormai più di cinquant'anni, ha rappresentato un interesse costante per Scanga e per diversi anni ne ha esercitato la libera professione.
È stato impegnato come docente di arte nella provincia di Brescia dal 1984, vincitore di concorsi a cattedra e abilitato all'insegnamento di Educazione Artistica, Disegno e Storia dell'Arte e Discipline Pittoriche. Per numerosi anni ha rivestito il ruolo di Preside.
Attualmente in quiescenza, pubblica i suoi scritti e prosegue gli studi archeologici, visitando siti collegati alla pietra: rupi, gravine, strutture ipogee, chiese rupestri. Dal 2015 sta curando, con diversi sopralluoghi, lo studio nei confronti di un cerchio di pietre rinvenuto nel Salento.


 

Ippolita Sicoli