La morte rivela quello che siamo riconducendoci all'essenziale. È quanto ci rivela lo scheletro prosciugato di muscoli e carne. Lo stesso fa il teschio la cui radice etimologica ci fa approdare e al testum: "vaso di coccio" e alla più plausibile "teca" sempre col valore di contenitore.
Il teschio contiene quanto poi di fatto si polverizza o diviene invisibile, proseguendo il suo viaggio nell'oltre. È curioso come la sostanza animica e spirituale viaggi dentro di noi come mistero e mistero resti oltre la vita. Ciò che ci caratterizza a noi sfugge, comunque si sottrae, ponendoci dinanzi all'evidenza che l'essenza sfugge. L'essenza in profumeria è il segreto vincolato a chi la produce che quindi si ritiene depositario di esso. L'essenza è spirito e questo lega l'antica tradizione profumiera a quella sacro monastica. L'essenza si sottrae alla legge secondo cui ciò che è finalizzato alla nostra sussistenza materiale è di breve durata e viene circoscritto nei limiti del tempo. Di contro a questa legge, l'essenza deve giacere e riposare nel tempo.
Molto antica a riguardo è la tradizione presso le culture mediorientali e dell'estremo Oriente. Dalle essenze trae ispirazione la cultura meditativa che sfida il tempo. Sfidare il tempo non significa di fatto anticiparlo in velocità, ma azzerarne la presenza, riportando mente e interiorità al nulla. Solo ignorandole, le due variabili spazio e tempo si azzerano ed è questa la prova inconfutabile che esse sono prodotti della mente tesa a quantificare ciò che è della dimensione empirica.
Nelle frazioni di lucida saggezza siamo portati a dire che le cose che veramente contano non sono quantificabili. Di conseguenza non si vendono. La mercificazione del corpo ha di fatto portato con sé la mercificazione dell'anima avallata nel Medioevo proprio dalla Chiesa, e che ritroviamo presente già nella prima versione del Faust. La mercificazione delle essenze ha incentivato già anticamente la differenziazione tra le varie classi sociali, consolidando vecchie e nuove forme di potere. È prezioso ciò che produce e alimenta forme di distanza, anziché conciliare le parti. Sottraendosi alle leggi della materia, essenze e basi liquorose diventano appannaggio di chi esprime il proprio potere anche nella società, illudendosi di possedere il mistero di ciò che governa il tempo e lo possiede.