Riforma della giustizia, le ragioni del no a più intercettazioni
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Riforma della giustizia, le ragioni del no a più intercettazioni

l'Opinione
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Il Ministro della Giustizia Marta Cartabia
Il Ministro della Giustizia Marta Cartabia

 

La riforma della giustizia per come la vorrebbero i 5 stelle ridimensionerebbe le capacità degli inquirenti. Il loro lavoro si ridurrebbe considerevolmente e ciò costituirebbe una lama a doppio taglio per due motivi principali.

Partendo dal primo, gli inquirenti si troverebbero con maggiore tempo libero a disposizione e questo costituirebbe un serio pericolo per la democrazia. Andrebbero difatti a sostenere partiti e deputati a favore del provvedomento influenzando il voto degli Italiani. Così contribuirebbero loro malgrado alla trasformazione dell'Italia in un vero e proprio stato di polizia. Ne deriverebbe un aumento considerevole del tasso di corruzione.

Secondo motivo del no ma non meno importante è la trasformazione della società a cui questo provvedimento porterebbe. Ossia sempre a una maggiore influenza della realtà virtuale nella vita dei cittadini con le inevitabili ripercussioni (e anche i relativi condizionamenti) sulla vita privata. Per non parlare poi di una sempre maggiore ingerenza dei meccanismi virtuali nei più importanti apparati dello Stato. La domanda che tutti dovremmo porci è la seguente: giustifica una giustizia efficiente e perfetta la resa della libertà individuale? E poi, non ultimo, quale sarebbe di rimbalzo l'effetto sulla qualità dell'apprendimento scolastico? Accreditare l'operazione di controllo nei cittadini giustificando il metodo delle intercettazioni ridurrebbe e di molto il margine di libertà di cui i cittadini sono dotati per diritto costituzionale, essendo la nostra una democrazia fondata sul lavoro e sul libero pensiero. Questo abuso di controllo andrebbe a rinvigorire la percezione che tanti hanno ormai da tempo e da prima ancora che iniziasse la Pandemia, che l'Italia non è più uno Stato libero e democratico. È uno Stato dipendente da sistemi di alleanze e non ultimo da ideologie che fanno capo a personaggi di cui non è dato pronunciare i nomi. E se le intercettazioni finissero nelle mani dei nemici della Repubblica? Degli agenti segreti e di chi dall'Estero in tutta segretezza ci comanda? Sarebbe questo un elemento in più a favore della crescita di un pensiero libero e svincolato di cui tanto la scuola pubblica si fa paladina? O forse abitueremmo sempre più i ragazzi a usare la mente e le capacità espressive secondo gli algoritmi che governano il mondo della rete, e sempre meno secondo le qualità propriamente umane?

Sarebbe questo provvedimento un ulteriore passo verso la disumanizzazione di introduzione al Transumanesimo che proprio i paladini dell'onestà, i Pentastellati, si rifiutano di comprendere o considerare.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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