Il regno e il ragno nel dominio medievale
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Il regno e il ragno nel dominio medievale

Amore e Psiche
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King Scorpion, dettaglio della sua testa di mazza, Ashmolean Museum, Oxford
King Scorpion, dettaglio della sua testa di mazza, Ashmolean Museum, Oxford

 

L'autorità divina si esprime nel mantello che ritroviamo tra i motivi iconografici del Centro Nord Europa. Il dio germanico e norreno Mani evidenzia la doppia realtà delle mani e proprio sul doppio è incentrata la cultura simbolica medievale.

Alla base della doppiezza del medioevo c'è proprio quel senso di confusione che spinge l'uomo ad allontanarsi dalla primitiva e autentica visione di Dio. Dio è luce ma anche tenebra e qui è riposto l'aspetto enigmatico di Dio che però è sommo bene. Purtroppo il cattivo esempio proviene dall'alto della Chiesa e ciò fa sbandare il vero sentimento di fede. Tanti sono i vescovi corrotti e attratti non dalla potenza divina a cui obbedire, quanto dalla sete di potere nel mondo, al punto da disporre di un proprio esercito spesso in conflitto con quello di altri alti prelati, così come con quello di feudatari e re.

Il termine "regno" che ritroviamo nel Medioevo ereditato da antiche e illustri civiltà, rende bene la trama labirintica organizzata dal potente che non voleva rinunciare alla sua posizione di dominio e che pertanto disponeva di una schiera di personaggi al proprio servizio, molti dei quali tenuti segreti e che avevano il ruolo di spia. Il termine regno e quello di ragno non sono poi così lontani. Il re o il potente tesse una trama molto elaborata di strade e mezzi anche umani con cui gestire e avere il suo dominio sotto controllo. Punto di riferimento del grande dominatore "dominus:padrone" è il sole che ritroveremo nella monarchia assoluta di Francia secoli dopo, impostata sull'immagine delle grandi potenze feudali.

Ra (il dio sole egizio), "re" (regno) e "ragno" provengono da un'antica visione del sole parallela a quella da tutti conosciuta che fa dipendere la radice del sole "el" dal collocamento dell'astro in alto, sopra ogni cosa. Da qui l'aggettivo "solo" in riferimento alla posizione di chi è in alto nella scala sociale e domina su tutti gli altri.

Ra ci pone a confronto con l'immagine primordiale del sole rapportata a un ragno che tesse la sua tela di luce attraverso i raggi. Di giorno siamo tutti prede del sole che fa dipendere la visione delle cose da esso. "Res: cosa" e "Rex: re" sono collegati da questo sottile rapporto che ci pone nei confronti della realtà nella condizione di saper cogliere i legami nascosti e proprio su questi legami l'antica e faraonica cultura sapienziale insisteva, tramandandosi per millenni in segreto e uscendo allo scoperto nuovamente con la filosofia Naturalista ed Ermetica nel Seicento.

Il ragno è un animale ctonio, ma il sole per i suoi attributi di stella viene riscattato dal regime notturno dei simboli e ricollocato in alto, nel cielo dove splende. Ogni re conserva ad ogni modo aspetti notturni e poco limpidi che gli permettono di mantenere il proprio prestigio.

Il ragno e il serpente da sempre proprio perché velenosi, compaiono nei più antichi bassorilievi anche sottoforma di scorpione, a indicare il potere che soggiace a quello conosciuto. Capiamo da qui perché nella realtà faraonica si usasse il termine "regno" e non "monarchia" a indicare il dominio spazio temporale del faraone.

Il ragno lo ritroviamo nelle civiltà oscurantiste associato alle mani. Le mani dei potenti della Chiesa e degli aristocratici del Medioevo erano coperte di anelli preziosi, a indicare il potere indiscusso che li contraddistingueva. L'anello è un simbolo di forza che rimanda alla supremazia storica e metastorica di chi lo indossa e ostenta. È il serpente uroboro a designare l'anulus, l'arco temporale ad anello che abbraccia l'anno solare. L'anello d'oro è il serpente che regna nel tempo e sopra il tempo, in quanto "unto" della luce del sole.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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