Sul significato di "corpo" ci sarebbe molto da dire. Esso difatti si presta a svariate interpretazioni anche per la derivazione incerta. L'etimo "corpo" dovrebbe ricondurci alla radice sanscrita KRP che ritroviamo in "creare" e in "comporre".
Il corpo è difatti l'insieme dei tanti elementi che locompongono. Esiste però anche una strada parallela che congiunta spiega la doppia anima dello stesso etimo.
"Corpo" risulterebbe in seconda analisi la congiunzione di "cor: cuore" e "po". Soffermiamoci su quest'ultimo elemento.
"Po" che conosciamo in rapporto al fiume che porta questo nome, nel suo suono semplice e monosillabico ha dato adito a diverse interpretazioni. La più convincente è quella che farebbe derivare Po da "palude". Sappiamo bene quanto il territorio attraversato da questo fiume risulti umido e acquitrinoso, non a caso adibito alla coltivazione del riso. "Po" deriverebbe da palude, ma non è da escludere che derivi da radici più vicine a noi di quella orientale di "palude". Ossia da quella greca di "polis: città" e di "polemos: nemico". Diciamo che tutte e tre le radici riflettono il fiume e le caratteristiche del territorio che esso attraversa, mettendo in risalto anche aspetti della civiltà sicuramente stimolati dalla presenza del grande fiume. In merito a questi ultimi, la storia ci viene incontro ricordandoci le grandi civiltà che sono fiorite sulle sponde del Po, spesso in contrasto tra loro.
Riportandoci a "corpo" senza sorvolare su quanto ora detto, l'insieme di elementi che lo compongono considerano in primo piano il cuore che anticamente era considerato il motore e il serbatoio di energia di tutto l'organismo. Il cuore era il centro pulsante o il sole dell'intero corpo. Il "po", ossia le propaggini periferiche, sono raffrontabili con le aree frastagliate e paludose del delta. L'acqua anticamente era il margine oltre il quale il paesaggio cambiava e si spalancava una nuova dimensione. Era il confine oltre il quale incominciava una natura nuova e una nuova visione del luogo non più definibile come patria. Le parti terminali del corpo ci aprono a quanto non rientra nella forma della più intima identità, ma con il quale possiamo tessere dialoghi e confronti tesi ad arricchire noi e l'altro.
Nel concetto di corpo c'è la rappresentazione più ampia di "organismo" che in termini militari contempla l'estensione di un dominio fino alle sue frange più estreme. Nel "corpo" in senso più esteso si fa rientrare il concetto di espansione, frutto della forza esercitata all'esterno e dell'interazione con le nuove realtà acquisite.