Il Medioevo. L'uomo nella prospettiva di Dio
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Il Medioevo. L'uomo nella prospettiva di Dio

Amore e Psiche
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Castello di Gioia del Colle, interno, sala del trono
Castello di Gioia del Colle, interno, sala del trono

 

Vedere l'altro come rifugio è un'ingenuità che nel Medioevo i meno accorti commettevano. Come una medaglia la luce aveva il suo triste opposto che spesso nei rapporti umani non mostrava. Il mito era il luogo del raccoglimento dove tutto si rendeva possibile e dove era possibile costruirsi una dimensione lontana da padri e mariti padroni.

Esistevano i casi splendidi di amore sincero ed erano senza dubbio più resistenti di quelli odierni. Nonostante la dimensione quotidiana si mostrasse spezzata in più punti, i valori risanavano quanto l'uomo era portato a interrompere. Il luogo è il tempo nel Medioevo, la vita all'unisono con il flusso delle stagioni. E questa corrispondenza di luogo e tempo dà ragione di essere ai contenuti simbolici. I luoghi sono Inferno o Paradiso e si ha bisogno della dimensione raccolta in cui proteggersi. Il letto a baldacchino con le tende protegge la sacra alcova degli sposi dagli occhi indiscreti di cortigiani o serve maligne. Lo si usa anche per i letti a una piazza a salvaguardare il sonno dall'intrusione di spiriti maligni, ma anche per proteggersi da parassiti e animali indesiderati come scarafaggi o scorpioni. Era normale in un tempo in cui i materiali usati nell'edilizia erano legno e pietra e le pareti erano ricoperte se non da affreschi, da arazzi di stoffa pregiata.

L'oscurità costruisce una dimensione di difesa o aggancio al regno della luce governato da Dio. È il bisogno di rettitudine spesso violata a rendere gli interni duri, nonostante le stoffe colorate e la sgargiante presenza di oggetti preziosi di vetrina a chi entrasse perché era di nobili e Clero ostentare la propria condizione privilegiata, al fine di stringere ottime alleanze o di favorire nell'ambito familiare matrimoni utili.

Chiaramente per il popolo la condizione era diversa.

Gli interni dei castelli comprendevano ambienti ampi e spaziosi che con tutti i camini presenti si mantenevano freddi. Gli interni dobbiamo comunque immaginarli molto movimentati a eccezione forse proprio delle sale di rappresentanza polarizzate verso il trono feudale o reale, a seconda. Gli ambienti privati erano costellati di archi e rientranze dove spesso ci si rifugiava in raccoglimento personale.

Nell'immensità si ricercava se stessi attraverso il contatto con la pietra e con il legno e con il fuoco. Nella luce si aveva bisogno dell'ombra per non perdere la lucidità di supporto alla riflessione. Se c'era l'una si andava incontro al suo opposto e lì si aveva la percezione di ritrovarsi in Dio. È un continuo inseguire ciò che manca, il Medioevo. Di raggiungere quel senso di completezza a cui spesso la vita sottraeva, creando un solco profondo tra reale e Verità.

Dio è nel raccolto, negli spazi piccoli che allontanano l'uomo dal deserto della perdizione. Il raccoglimento è nella suddivisione in tanti spazi del grande edificio del castello che include anche alloggi e magazzini. I borghi sono ristretti e le case sembrano ravvolte sotto l'edificio dominante della fortezza sulla rocca. Il monte è protezione e sotto di esso si accoccola la geografia urbana come un fedele genuflesso. Gli archi ad ogiva, a tutto sesto e a sesto acuto rimandano al simbolo del monte. Finestre e porte piccole, così come piccoli vengono dipinti i merlettamenti delle torri e i tetti servono a ricordare quanto effimero sia il mondo creato dall'uomo al cospetto di Dio che anche quando non si mostra, è e resta sospeso su lembi di cielo nella nebbia effusa sulla valle.

Un capitolo a parte rappresenta all'interno di quanto ora detto, Castel del Monte che richiama in tutto il mondo arabo anche per la visione del mobdo in rapporto a Dio. Manca il concetto di torre svettante e il castello presenta una conformazione tutta sua, ribadita dalla ricorrenza delle forme ottagonali. Il piano superiore di Dio scorre sul piano inferiore rappresentato dalla dimensione umana. Sta all'uomo unirli e intrecciarli attraverso un'intensa attività alchemica nell'edificio che consta della presenza di più camini che ricordano le fucine degli alchimisti. È tutto fuorché un castello. È un luogo nel vero senso del termine, ossia, centro di luce, in cui l'ombra è dettata dall'incapacità di noi moderni di compenetrarci con quanto c'è e non si vuole rivelare, rendendo palesi i nostri limiti.

Nell'arte pittorica medievale le figure più grandi servono a ribadire il rapporto uomo Dio a cui l'uomo non deve mai sottrarsi e che deve sempre avere a mente nel cuore. L'uomo a immagine e somiglianza di Dio spiega l'arte pittorica e scultorea medievale nella sua funzione simbolica che la astrale da ogni assoggettamento a regole e codici espressivi realistici.

La necessità di riadattare al proprio tempo i contenuti delle Sacre Scritture pongono il Medioevo su una linea di continuità col mondo antico. La Storia è Dio. La fiamma che si protende dall'alto e incrocia sui suoi passi l'uomo. La manifestazione dello Spirito Santo compare con l'azione purificatrice o deflagrante del fuoco a cui nel primo caso affidare tutto ciò che esula dai contenuti di fede e necessità di essere bruciato e quindi cancellato.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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