Anche la nostalgia è una forma di rimembranza. Ci chiama ciò che ci appartiene già sottoforma di impronta, ombra di luce e che a tratti ci lascia sussultare, spingedoci a travalicare il tempo e ci fa sentire qui e lì contemporaneamente e a questo non sappiamo dare spiegazione.
Per questo la nostalgia è un sentimento puro che non contempla l'intromissione della ragione. Senza la ragione non può esserci il tempo e lo spazio, e si scopre l'unità perduta, l'essere in quella placenta che accomuna i più sensibili. Allora la patria assume le caratteristiche di un non luogo discreto, al di fuori dai riferimenti fisici che adottiamo in questa dimensione.
Che cos'è allora la nostalgia se non un ritorno alla valle perduta dove dimoriamo nell'embrione della vita? E forse studiando Dante a quello stato si ritorna, in quello stato ci si ritrova, nella luce angelica dei beati, all'opposto delle caverne degli Inferi.
La nostalgia è essere parte di tutto e tutti. Contribuire ad alimentare la luce leggera che chi verrà, erediterà e alimenterà. Ritorniamo andando avanti, e oltre il mondo a ciò che avevamo.
Cos'è dunque il sentimento se non ritorno a chi si era? "Era" verbo è anche "Era", la madre lucente primordiale che concepisce nel buio la frequenza della vita sottoforma di scintilla d'amore. Così come è il periodo lungo che segue la Natura nel suo meraviglioso disvelarsi in cui noi eravamo ma come principio in altre forme. "Si era" è la forma verbale corretta della nostalgia che avanza in noi sottoforma di fuoco lento e tranquillo. Siamo benedizione di acqua e fuoco e questa benedizione che riceviamo dal Battesimo è l'impronta che alimenterà la nostra fede.
Fuoco e acqua come amorevoli manifestazioni di Dio che si calano dall'alto e compaiono come un quadro sospeso, a richiamare le cose di lassù dentro di noi. L'arcobaleno: vivida luce brillante di fuoco che ingemma le nuvole. È lo Spirito Santo di intesa e alleanza uomo uomo e uomo Dio. È la pace, il ponte tra uomo e Dio. Così la pioggia che ristagna in alto come nebbia e copre e rivela la potenza di Dio nella sua impalpabile tenda.
Quanta potenza può esserci nella delicatezza! Che il potere invece non conosce. Quanta potenza nella misericordia di Dio che bagna i nostri occhi e a Lui ci eleva, richiamandoci a casa. La lode allora è la risposta a Lui, la chiave che apre la magica porta.