Convertire l'ebbrezza delle emozioni e l'estasi estetica in santità è la prerogativa del Medioevo restio a concepire i piaceri legati alla dimensione umana e quindi, non necessariamente sbagliati. L'uomo è la bestia se non contiene i suoi istinti primari di istigazione ai peccati.
La privazione è un tratto distintivo della scelta di vita monastica in cui il novizio è addestrato al rigore morale attraverso una serie di rinunce tese a fortificare lo spirito. Il rigorismo non è solo necessario a chi intraprende la via della santità. Esso serve a lenire le pene del mondo. In questo si coglie l'importanza della via missionaria costellata di opere di carità. La "Carità" è una dimostrazione di amore verso il prossimo, che ha delle ripercussioni sulla coscienza di chi compie le opere. Fare qualcosa per gli altri lasciando risuonare nella propria interiorità quanto si è compiuto, riecheggia attraverso il rintocco delle campane che assume questo particolare risvolto oltre al significato di ordine pratico che consiste nell'invitare frati e accoliti alle funzioni. Le campane scandiscono col loro rintocco il quotidiano tra tempo ordinario destinato alle attività lavorative e tempo da dedicare a Dio. I momenti di preghiera collettivi e individuali erano a loro volta completati da quelli destinati alle opere pie.
Per gli umili la vita era scandita dalla ruota delle stagioni come per i loro antichi predecessori. Lavorare con le mani e con il corpo era un rito che occupava mente e spirito e manteneva lontani dalla vita peccaminosa.
Abbiamo visto il significato elaborato e simbologico del regno nel Medioevo, che ci parla della trama fitta di rapporti interpersonali che lo reggeva. Checché se ne dica, il Medioevo si sostiene grazie a questa visione osmotica tra dentro e fuori che implica inevitabilmente anche il rapporto con gli altri. Questo principio vale per ogni fascia sociale. Impegnarsi per sé stessi e per gli altri rende la dimensione quotidiana varia e variegata e allevia lo spirito dal terrore di cadere preda di demoni e spiriti.
"Ama il prossimo tuo come te stesso" si esprime nel senso del servizio inteso come espiazione delle colpe commesse. Pertanto, soprattutto tra gli alti ranghi della Chiesa i favori erano visti in tale prospettiva e contemporaneamente servivano a tessere nuove trame utili al potere e al prestigio personali. La memoria come per gli antichi era molto considerata e difficilmente chi riceveva o subiva dimenticava. Altro era la ritualità quotidiana che conferiva stabilità alla vita sdrucciolevole di quei tempi.
Attraverso la ritualità l'uomo si purificava e prendeva parte al banchetto di Dio su questa terra. Si cercava l'intesa con Dio in ogni momento andandogli incontro attraverso le richieste di perdono che si sperava venissero esaudite anche ricorrendo alle punizioni corporali.
Carità ed Eucarestia s'incontrano nel Medioevo in cui la Consacrazione è il momento nel quale si rivive l'angoscia per la Passione di Gesù. L'atto penitenziale e il sacramento della Confessione diventano il simbolo di un tempo in cui riconciliarsi col Padre equivaleva a ricevere l'assoluzione dal prelato incaricato a concederla. È grazie a questo sentimento di remissione che si contribuirà a rinsaldare il potere della Chiesa che punterà su ricatti e minacce per consolidare la propria autorità. I canti Gregoriani e le tinte cupe suggerite ancora oggi dalle opere in muratura non fanno che ribadire il clima oscuro di forte assoggettamento verso chi aveva il potere e reclamava rispetto e sottomissione.