"Portogallo" significa "porto dei Galli". I Galli ( Galati) antico popolo della Gallia ( attuale Francia) erano noti per essere strenui difensori del loro territorio, nonché abili conquistatori. L'italiana Senigallia prende di fatto il nome da loro.
Sull'origine del nome dell'animale "gallo" è in corso un forte dibattito tra i linguisti. Io personalmente ritengo derivi dal greco "kalos" in merito alla bellezza del piumaggio dei galli ruspanti, nonché alla loro fierezza. Per altri deriverebbe sempre dal greco ma col significato di lottatore e conquistatore (Galato), come il popolo dei Galli.
La bellezza del gallo era anticamente molto celebrata. Il gallo rientrava nella schiera dei volatili apprezzati per la fierezza e l'impettimento. La cresta carnosa è considerata simbolo di regalità e di virilità e insieme al canto che annuncia il giorno fa del gallo l'articolo e i simboli teriomorfi del regime diurno maschile. Il galletto sul tetto dà il buongiorno a cui corrisponde il levar del sole. "Kalimera" in greco significa "buongiorno" e Calimera è anche una località del Salento, il tacco d'Italia esposto ad Est.
"Bello" e "buono" in greco si ritrovano in Kalos nel significato beneaugurante a cui corrisponde il simbolo del gallo.
Il colore anticamente più inseguito era proprio il giallo perché colore del sole e dell'oro. Nonostante il giallo non sia proprio un colore che direttamente riguarda il gallo, lo si ritrova spesso accostato ad esso per ragioni archetipiche. Il giallo di etimologia incerta, ma dal mio punto di vista derivante sempre da kalos, è il colore del grano e delle spighe dorate anticamente espressione di ricchezza e fertilità al pari del gallo. Giallo e Gallo si appartengono nell'immaginario archetipico e non c'è gallo che non si accompagni alle spighe di grano. È difatti l'animale che unisce il mondo dei coglitori al Neolitico e in quanto a quest'ultimo, l'uovo rappresenta l'inizio di un nuovo ciclo storico in rapporto alla civiltà umana. L'uovo è il nuovo inizio e non a caso in rapporto all'antichità più remota si parla di uovo primordiale in riferimento però al serpente, l'animale più primitivo in assoluto. Prima dell'uovo è venuto il serpente che sembra essere la rappresentazione teriomorfa di un'idea più che un animale vero e proprio. Anzi, sembra proprio che l'idea di primitività temporale abbia partorito il rettile vero e proprio. Se il gallo ci parla dei primordi dell'organizzazione della civiltà rurale e dell'impostazione di un concetto di ordine costruttivo in rapporto al lavoro dell'uomo nei campi, al serpente sono legati la produzione dei primi manufatti in creta e in particolare il passaggio dal vaso all'anfora rappresentazione della donna. L'anfora esprime la ricerca dell'eternità in un mondo governato dal tempo. Numerose sono le storie che parlano di un serpente sgusciato dalla tana che è a forma di coccio o anfora, così come antiche superstizioni invitavano i bambini a non infilare la mano nel collo dell'anfora per evitare che venisse morsa da un serpente cattivo.
Se il gallo è legato a Kalos, il serpente è invece collegato a Kakos (brutto, cattivo) da cui "cacca". Questa è eliminata dal tratto terminale dell'intestino che è a firma di serpente. Anticamente ciò che è interno o scivola in esso era associato al serpente e all'immagine della tana. Il serpente è un animale arcaico e ctonio in rapporto alle profondità buie nelle quali vive e nelle quali s'infila. Il serpente che s'infila, esprime l'organo sessuale maschile e l'invito ai bambini ad astenersi dall'infilare la mano nell'anfora aveva il doppio significato e di preservarli il più a lungo possibile da una prematura quindi rischiosa attività sessuale, e di preservare da germi e da qualsiasi tipo di contaminazione il liquido presente nell'anfora o l'anfora stessa se vuota.
Il legame anfora serpente è molto antico e difatti su molte anfore troviamo dipinte donne e serpenti. Anche la leggenda che vedrebbe Cleopatra morsa dal serpente velenoso sgusciato dal cofanetto, si accorda con qualche debita sfumatura all'associazione iconografica serpente anfora.