Il capolavoro di Amadeus: il Festival parla il ''linguaggio'' di Zelensky
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Il capolavoro di Amadeus: il Festival parla il ''linguaggio'' di Zelensky

l'Opinione
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Fedez - Rosa Chemical
Fedez - Rosa Chemical

 

Al di là del non senso e dello sgomento destati da questa edizione del Festival, c'è la presa di coscienza dell'impegno a vanificare ogni intervento della Scuola compiuto al fine del risanamento della società.

La cultura ormai da tempo non succede e per fare sì che invece accada, occorrerebbe ripartire dal principio di integrità possibile solo attraverso la ricostruzione dell'uomo dalla sua identità. Mi unisco pertanto al dissenso di quella preside che si astrae dall'onda di applausi, al punto da richiedere la restituzione della quota di abbonamento Rai.

I nostri governanti che prendono ordini dalle eccellenze geopolitiche sembrano orientati tutti e senza alcun freno alla rappresentazione di una società sul modello orgiastico americano del "tutto possibile purché". Nulla a che vedere con le scommesse pro audience delle vecchie trovate e bislaccate sanremesi di quando c'era Pippo Baudo come direttore artistico mentre a Carlo Masserini, vero culture della musica, spettava la selezione degli ospiti internazionali.

Nulla a che fare nemmeno, come qualcuno avrebbe osato dire, con le carnevalate stile baccanali che avevano un senso nella brevità del periodo programmato come stacco dalla disciplina del tempo ordinario.

Una classe dirigente che si sbellica dalle risate davanti alle trovate oscene di chi gode di una vita da nababbo, è quanto di più miserevole questa società possa offrire. Questo in un festival che pur volendosi distinguere dagli ultimi per sorprese e colpi di scena, non ha fatto altro che adempiere alla banalità di un pensiero ormai abbracciato da tutti e da una opposizione politica ormai prona al copione atlantista. Tutto scontato quindi in questa edizione sempre più allineata alle esibizioni demenziali del comico Zelensky e alle pagliacciate che non fanno ridere perché fuori da ogni principio di senso e ragione. Un'armonica costruzione globale di tante squallide quanto macabre esecuzioni alle quali è mancato l'effetto disturbatore dagli stravolgenti contenuti, quell'elemento sorpresa che avrebbe quindi destabilizzato il cliché unico e avrebbe potuto fare credere che qui in Italia non si è ancora allineati alla dittatura planetaria resa evidente dall'asse America Ucraina.

Persino l'esibizione dei Depeche Mode rientra in questo bel pacchetto pro Pensiero Unico. Nonostante il loro sia stata l'unico momento musicale e scenico degno di nota. Ciò a dimostrare ancora una volta lo spirito indipendentista anglosassone che si esprime nel mancato allineamento totale alle strategie di pensiero mondialiste.

L'Italia ha dimostrato di essere la seconda Ucraina senza neanche un leader fintamente carismatico come Zelensky. Una caciara di nazione sempre più gestita da un potentissimo Draghi teso in tutto e per tutto a ridurre in frammenti gli individui a partire dai giovani, ottemperando a un programma politico che ha nel cuore solo la morte della nostra nazione e della nostra antica e prestigiosa cultura.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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