Il borgo e il concetto di civiltà nel Medioevo
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Il borgo e il concetto di civiltà nel Medioevo

Amore e Psiche
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Borgo di Rocca Imperiale, Cosenza, Calabria
Borgo di Rocca Imperiale, Cosenza, Calabria

 

Il mantello è un accessorio dell'abbigliamento tradizionale dei popoli montani. Lo ritroviamo riferito ai briganti, ai pastori e agli zampognari. Il mantello rimanda al triangolo superiore dei monti e suggerisce l'esigenza di protezione.

Gli arroccamenti urbani sulla roccia proteggono la vallata sottostante o la marina e contraddistinguono il paesaggio dell'entroterra appenninico. "Appennino" significa "che scoscende dall'alto"e in Calabria l'espressione che lo contiene "luoco a pennino" significa "giu', sotto questo luogo".

Il "qui" per gli antichi coincide con l'"ora" e grazie al soggetto dà luce al presente. Il luogo assume luce nel momento in cui siamo centrati in esso e la centralità del cuore assume particolare significato nelle località interne e montuose. Il mare difatti conduce alla dispersione e allo sparpagliamento dell'io, così il deserto.

La cultura mitraica è legata a quella delle grotte ed è connessa con l'immagine del triangolo superiore rappresentante il monte. La Calabria è disseminata di grotte, frugali rifugi dei monaci basiliani che attraverso la preghiera mettevano in comunicazione l'energia del raccoglimento del ventre della terra con la dimensione divina rappresentata dal monte che conduce al cielo.

Il culto di Mitra in Calabria è arrivato insieme alle migrazioni di Armeni che soprattutto nel Reggino hanno lasciato importanti testimonianze anche nella lingua. Attraverso prima il tramite dei Balcani e quindi il mar Adriatico, le comunità armene sono giunte in Calabria portando con sé elementi importanti del tessuto culturale mitraico. Considerevole è stato l'apporto dei Basiliani nella fusione di elementi mitraici con quelli protocristiani. In Calabria ma non solo.

Il concetto di rocca è tipicamente medievale e ci parla dell'esigenza difensiva di un territorio. Lo ritroviamo anche in Medioriente associato all'idea di fortezza di matrice persiana e poi araba. In Italia la rocca medievale che governa il borgo suggerisce circolarità. Che l'etimologia rimandi a fortezza o a montagna, il borgo suggerisce l'idea di un luogo appartato, cinto da mura. Lo spazio raccolto tra le mura o borgo suggerisce il Paradiso o luogo recintato in cui si vive protetti e al sicuro dal caos delle invasioni.

I mondi rurali e urbani medievali sono caratterizzati dalla visione ordinata dell'insieme che si contrappone al disordine della foresta dove imperversa la dimensione demoniaca e pagana. I frati che più dei monaci erano soggetti a muoversi per condurre opere caritatevoli, per portare soccorso ai bisognosi, erano costretti ad attraversare quei luoghi, paludi, boschi e foreste, non battezzati dalla luce divina, imbrattandosi dell'aspetto oscuro del regno primitivo pagano. In tanti, tra pellegrini e umili che rincasavano dai contadi limitrofi giuravano di essersi imbattuti almeno una volta nelle ombre di frati incappucciati senza volto. È un chiaro esempio questo della contaminazione dello spirito cristiano ad opera del substrato pagano.

La civiltà nel Medioevo era segnatamente considerata sulla base dell'opera di cristianizzazione apportata. Luoghi e neonati non benedetti e non battezzati erano prede del demonio, ragion per cui nei dipinti medievali trovano spazio neonati e immagini riferite al Bambinello col volto rattrappiro degli anziani, o comunque per nulla infantile.

Il diavolo si nutre di purezza e la purezza è rappresentata dalla Natura vergine e selvaggia. I Santi mistici medievali legati alla bellezza selvatica dei territori erano visitati dal diavolo che sgretola e rappresenta il Caos sul quale va ad agire l'ordine divino, il Cosmos. Sulla base di questi principi capiamo bene la confusione che esisteva tra Soprannaturale e Dio. Confusione ben alimentata dalla Chiesa che cercava ad ogni modo di trarre i suoi profitti. Da questi ultimi principi desumiamo anche le difficoltà a cui andarono incontro i tanti mistici legati al sapore ancestrale della Natura, accusati di rapporti con il diavolo e di stregoneria. Per questo condotti al rogo.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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