All'improvviso la luce appare. È il balenio di una presenza cara, avvertita soltanto, che mette a tacere i turbamenti e spinge l'anima in salita, verso il cielo e la leggerezza.
All'improvviso la luce appare. È il balenio di una presenza cara, avvertita soltanto, che mette a tacere i turbamenti e spinge l'anima in salita, verso il cielo e la leggerezza.
Noi da sempre camminiamo sui principi spianati da chi ci ha preceduti. Un principio salva intere generazioni. Un desiderio uccide tutto. Dovremmo imparare a discernere ciò che è principio da ciò che è desiderio. Il desiderio è la caduta di una stella.
Se le ali nella cultura giudaico-cristiana e di derivazione persiana inducono a stati di elevazione spirituale, altro è il messaggio che suggerisce il mondo greco-romano. La catarsi concepita attraverso le ali e che educa al principio di una vita orientata alla santità viene meno nel razionalismo classico secondo cui gli dei provvisti di ali sono da considerarsi sul podio dell'Olimpo per fattori e di derivazione genealogica e per caratteristiche proprie.
Pulsano di sangue e aria. Sono seta che si adagia con una carezza sulla pelle di chi amiamo. Sono palpebre stanche nelle case all'imbrunire. Sono racconto di legno o acciaio nelle mani operose degli uomini dal cuore d'oro. Sono immacolate come il mantello di Maria che culla il Salvatore. Materne sillabe delle donne in dolce attesa.
Aggrapparsi all'aria è segno di arrendevolezza, oppure il risultato della comprensione profonda che tutto passa per ritornare nuovamente stabile. Abbiamo radici in cielo. Non tutti ne sono consapevoli e la grazia di un nuovo inizio proviene dai campi aperti che ci sovrastano e dalle loro isole, grani di luce.
Per le tradizioni intrise di forte razionalismo, l'amore è un sentimento che eleva e altresì capace di forti turbamenti e di inabissamenti senza più nuova luce. È un sentimento, il principale, che regna nella vita e del legato inestricabilmente alla morte.
Il legame tra la coppa, simbolo femminile e il cielo è forte. I simboli da sempre comunicano tra loro e costituiscono la prima esperienza di linguaggio emozionale vissuta dall'uomo.
La sera dilata e distende. Accorcia ciò che è pulsante sogno, rendendo presente a ogni singolo mondo il mistero.
Ogni fiore che sboccia è un segreto appena pronunciato. La primavera è la stagione dei disvelamenti. La neve si scioglie lasciando scoperti i profili delle rocce e delle valli. Eppure in tutto ciò la Natura conserva il suo primigenio pudore.
Tutto ciò che slancia verso l'alto e si ripieghi, a contenere, rimanda alla cupola. Non c'è edificio sacro che non si concluda con una cupola o che all'interno non ospiti nicchie. La cupola dal latino "cupa:botte" accoglie e non separa e parallelamente svolge il compito di slanciarci verso l'Alto. È il cuore (lat. cor cordis) che mette in comunicazione l'individuo e la comunità abbracciata dallo stesso credo, con Dio.
Le labbra, il sopra che si chiude per baciare il sotto. Una visione all'orizzonte che sbiadisce con la sera. La bocca è la fugacità di un incontro verbale o carnale, la rappresentazione compiuta di forme che si richiudono o aprono all'altro.
La decadenza attuale si evince anche dal fatto che pochi sono gli artisti che si propongono nella ritrattistica infantile. Proporre nell'arte equivale a proporsi, a lasciare tracce di sé nella visione oggettiva del mondo.
La primavera esulta irrefrenabile sui suoi passi di fata. È il risveglio dalle notti di danza con il rigido inverno. È il trionfo della ricchezza del singolo che si coglie completo e capace di compiere magie. Per questo è la stagione delle primizie.
È probabile che a giugno o a settembre si vada alle elezioni anticipate. Lo scenario politico ne uscirebbe stravolto. Conviene pertanto ai partiti ora al Governo insistere sulla linea dura? Credo di no, anche se a mio avviso in alcun modo verrebbero più votati.
Dov'è più l'uomo? Sarebbe giusto chiedersi e viene spontaneo domandarselo a seguito delle puntate di questo Festival. Di anno in anno sempre più numerose, incollano con forzature e un'oculata azione persuasiva il pubblico italiano al televisore.
Sentiamo nell'aria prima di vederlo quanto sta tornando, portando il cambiamento. Annusiamo prima di vedere e tastare con mano ciò che torna recando il nuovo. La vita è un continuo tornare che coincide con un andare verso nuovi passi e la primavera ce lo rammenta.
Chi amiamo è in noi e ovunque. È il ritratto di Dio che si fa uomo e ogni singola creatura animata e inanimata del Creato. Chi amiamo abbatte la struttura delle distanze. È il braccio di Dio che s'inarca dal cielo in terra con tutti i colori del Creato. Ricordandoci che c'è ed è comprensivo di tutto.
Verrei sulla terra per cibarmi di te e della tua delicatezza. Non sappiamo se non quando ci misuriamo nella realtà con quanto supposto. È dei santi la dissoluzione, lo smarrimento e poi il taglio netto della conversione che porta ad elevarsi. È dei santi la totalità che conduce alla comprensione e al perdono.
Gli alberi sono pettini che districano il crine delle nubi. Sentieri rovesciati in cielo e rigagnoli di luce che mai si prosciugano. Percorrono e descrivono centrini d'intimità spingendoci a carezzare, ad abitare oltre il cancello bianco delle visioni.
Si aspetta chi o cosa sono già dentro di noi. Il desiderio è la caduta in picchiata delle stelle che perdono la loro collocazione nel gelo del firmamento.
Il tempo è distrazione e costruzione. Nel tempo ci svolgiamo come nastri che si srotolano verso il cielo e s'inventano al fiume caldo della vita. Siamo corrente in ascensione che cammina separandosi dal resto in una compunta o rarefatta identità.
Senza la felicità saremmo asettici, come un cielo senza il suo astro splendente. La felicità è la luce che fa danzare il nostro volto e colma di benessere lo sguardo altrui.
Duriamo oltre le cose, ma spesso le cose resistono a noi. Il tempo è un contenitore che scuote le nostre vite e le rimbalza contro il soffitto del ricordo. È una stanza che, come si chiudono gli occhi del pensiero, cessa ogni respiro. L'amore ci profonde e anima le cose in questa vita. È legato a noi e al nostro mondo, per dissolversi oltre noi, nei campi liberi della verità.
I miracoli accadono e rompono l'ordinario. Il miracolo è quanto già scritto e non noto che buca il presente stravolgendone il senso. Non esiste miracolo lontano dall'amore. È quanto si compie senza forzature, realizzando un destino scritto altrove, su un foglio sotterrato e mai immaginato.
E' attraverso gli altri che cogliamo noi stessi.
L'arte pittorica e la ritrattistica operando sui contrasti riflettono le dicotomie del mondo che consegnano tramite la descrizione e la rappresentazione. Come suggerisce la parola stessa, "rappresentazione" è porre noi stessi col nostro presente in relazione con la Natura e il tutto empirico , interpretando e aggiungendo al compiuto che si palesa e svolge. È quanto le opere del Maestro Maurizio Gattalbi al quale è dedicata questa recensione ci suggeriscono e trasmettono, sollevando i veli alla poesia e alla grazia del mondo.
Maestro Maurizio Gattalbi Artista
Nato a Reggio Emilia, vive a Traversetolo provincia di Parma.
Nel bene e nel male, c'è sempre qualcuno che rimpiange qualcun altro sul punto di morte, dove non si è mai veramente soli. Qualcuno vicino o qualcuno distante che è presente e assiste. Si parte per un viaggio infinito dal quale mai alcuno è tornato nelle nostre sembianze a visitarci. Eppure, chi ha fede e non solo, sa che il dipartito è ovunque e non limitatamente al cuore.
Noi non siamo come loro, abbiamo ancora la spilla d'onore sul petto, che ci definisce persone. Il nostro dolore appesantisce le ali degli angeli che si accovacciano sul nostro cuore a baciarci.
La grazia matura dall'incontro e dalla condivisione, con Dio o con un proprio simile nel quale ci riconosciamo. Riconoscersi equivale a vedere Dio nell'altro.
La forma ci orla e ci separa dalla Natura. Siamo Natura visibile e invisibile, bellezza e intelligenza che a più stati ammanta le cose, ci definisce partendo da esse. La musica è affinamento di un estro che conduce oltre le parti visibili e ci innalza secondo un processo che è naturale e altresì di ribaltamento degli schemi del pensiero. Chiamiamo Natura ciò che è altro da noi e che rimane in noi visibile dal momento della nascita, da quando è la Natura a collocarsi in noi.
E così Draghi, per convincere quanti non sono caduti nelle sue strette precedenti, ha deliberato il suo ultimo capolavoro.
Chissà se riusciranno quelli della mia età e poco più grandi a ritrovare il mondo di prima! In tutta onestà non ritornerei più indietro col senno di oggi.
Si sta verificando quanto dai virologi più coscienziosi paventato a riguardo degli effetti più nascosti del vaccino. Nessuno armato di buon senso avrebbe voluto mai riscontrare nella realtà quanto previsto, ma a darne notizia e indirettamente è proprio il conclamato virologo Galli contagiato dal Covid dopo la terza dose. Egli avrebbe candidamente ammesso di essersi curato con gli anticorpi monoclonali.
Tutte le antiche tradizioni spiritualmente più evolute avevano i loro eserciti ben organizzati. Giusto per ricordarlo a quelli che battono sul fronte della pace. I popoli guerrieri più antichi conoscevano molto bene e rispettavano le realtà di limiti e confini.
Cosa rende diverso un No Vax da un Pro Vax?
L'ipotesi di uno Stato nello Stato si sta facendo sempre più veritiera e vicina, intanto nella confusione va facendosi strada una nuova fioritura che guarda verso interessanti prospettive.
Siamo caduti dalle braccia di Dio.
Quanto accadde ai primordi con l'episodio della Caduta filtrato e riproposto dalla Genesi, si sta riproponendo. È un passaggio epocale quello che stiamo vivendo. Un'umanità nuova in quanto riprogrammata artificialmente sul piano genico, va nell'attualità facendosi strada, intenzionata del tutto a soppiantare il mondo che c'era.
Dicembre, una via con pochi passi incisi, che ci saluta da lontano sul far della sera. Quest'anno l'attesa ha un sapore che sfida il tempo e ci porta ad allungare i nostri passi fin dove mai avremmo pensato guardassero.
La novità, la nuova, ha sempre un sapore di gioia. "Buona nuova" è l'intensificazione della nuova tramite il buon auspicio. È pertanto la notizia che apre a un cambiamento positivo. Siamo nell'epoca dell'uso sproporzionato della parola "cambiamento" che vuole uno stravolgimento enigmatico dello stato di cose, frutto di propagande espansive elitarie e antidemocratiche.
Stiamo peggio dell'anno scorso. Non è vero che stiamo meglio. L'illusione è dettata dal fatto che l'anno scorso eravamo tutti in zona rossa e i dati non venivano fuori.
Che dietro la pandemia e gli interventi per contenerla ci sia un disegno perverso, si evince anche dalla canzoncina messa a punto dai tre virologi canterini Pregliasco, Crisanti e Bassetti, vere e proprie stars televisive. Manca all'appello Galli che, astenutosi ha deciso di prestare fede alla sua austera immagine.
Siamo nel sonno, nella piena età della logica. Siamo nel sonno e le porte fatte per aprire e chiudere, per comunicare e far comunicare tempi e ricordi tra loro, ora sono luoghi che catturano e non fanno più uscire. Siamo adulti in un tempo che ha estinto la sua fiammella e di sacro ci ha lasciato poco ed è ciò a cui voltiamo le spalle o schiacciamo col nostro passo da gigante.
Sono vetrate le ore in cui ci facciamo presenti a noi stessi. Vetrate trafitte da fendenti della luce, o semplicemente da momenti che lasciano scorrere l'impurità che portiamo dentro. Il grigio allora è un colore che lascia intravedere nel torbido un alone di luce e sbiadisce, devia in un chiaro d'uovo che annaspa nel cielo sgombro.
Credere che Gates con i vaccini voglia salvare l'umanità è come credere che Riina abbia combattuto la Mafia. Parimenti, ritenere che i provvedimenti adottati dal Governo Draghi mirino alla salvaguardia del Paese, equivale a dire che le zone, dalle gialle in poi, servano a tutelare l'economia del Paese. Ormai le corbellerie non si contano più.
Là dove il paesaggio è scarno, il cielo riempie. È tutto. La leggerezza la associamo al vuoto e invece la leggerezza colma il passo del poeta e lascia impronte di levità che solcano gli animi sensibili. Imparare la leggerezza per non urtare e farsi del male e per comprendere e attuare un grande insegnamento: che il dolore lacera chi per primo il male ha procurato.
Una scia perpendicolare è slancio, è toccare l'oltre. Siamo soliti attribuire l'oltre a ciò che ci aspetta sulla retta del tempo, vederlo sul piano in orizzontale. In questa realtà spoglia di ogni riferimento al Sacro, l'oltre è ciò che ci aspetta camminando verso il futuro sulla linea del tempo.
Fiorisce tutto ciò che è inaspettato. È la sorpresa della luce nella pioggia. Regaliamo fiori per sorprendere in positivo chi amiamo e come gesto di buon augurio per una vita degna di essere vissuta. I fiori sono sorprese che ammantano di calore i giorni gelidi. Sono la primavera che fiorisce nella vita di tutti i giorni. I fiori e la sbocciatura legano a sé la vita e le sue molteplici forme, ricordandoci l'appartenenza che governa tutte le cose e si esprime in amore.
A dimostrazione del fatto che il Green Pass e il Super Green Pass a tutto servono fuorché a tenere sotto controllo la pandemia, c'è l'aumento esponenziale di contagiati che risultano essere di numero anche superiore a quello registrato l'anno scorso. Alla finta sicurezza che arma i possessori del certificato verde si aggiunge il privilegio di libero accesso a tutti gli spazi al chiuso, che favorisce la trasmissione del virus.
Siamo portati a vedere la luce su piani di nuvole. Luce che irrora e cade a pioggia nei giorni umidi. Siamo portati a cogliere il sole nel cielo pulito di un mare senza onde. Eppure, ciò che è azzurro si stacca dal cielo e sorge dal mare, presenza e pienezza di una solidità che è incontenibile e brucia le mani.
Inquadriamo quanto succede sempre e solo dopo che un processo si è ormai radicato nella nostra esistenza. Nulla di ciò che accade ha sviluppi improvvisi, ma cresce lentamente attecchendo, divorando. E così, ciò che è piccolo matura impossessandosi delle nostre vite, mettendo a nudo la vulnerabilità e la fragilità del sistema uomo. È quanto questa pandemia ci sta mostrando, insegnando ai più sensibili l'illusorietà del controllo. È quanto vanno evidenziando l'autrice Maria Teresa Bartalena e l'illustratore Federico Vicari nella raccolta di racconti "L'incubazione. Diario di una quarantena" a cui è dedicata questa recensione.
Maria Teresa Bartalena (autrice)
Nata e cresciuta a Pisa, ha iniziato a scrivere poesie da quando ha imparato cosa fossero.
E' attraverso gli altri che cogliamo noi stessi.
Si nasce e si muore costantemente. Per quanto la morte sia un'esperienza trasversale e democratica, è nel singolo che assume precise fattezze. Nasciamo e muoriamo ripetutamente e questo processo è la benzina di ogni divenire.
Alla fine ricordiamo solo l'anima e il suo profumo. Li ripeschiamo nei giorni che come un velo sdrucito ci scivolano di dosso lasciandoci un nudo pianto. Ricordiamo l'anima, la nostra e quella di chi abbiamo incontrato, avuto o mai assaporato. Il ricordo si ricopre di nullità come un sepolcro imbiancato in solitaria.
I ricordi sono i mattoni che definiscono chi siamo. Certe esperienze camminano sui nostri ricordi e si fanno presente. Ognuno di noi nasce con una propensione che plasma il destino attraverso scelte e decisioni che ci portano a salire lungo lo schienale della vita. Sulle esperienze vissute, scrigni di istanti e intenti, è incentrata questa intervista. Partendo dal romanzo "L'ultimo incontro" lo scrittore Raniero Parlagreco racconterà se stesso attraverso la passione per lo sport che ha tracciato la via della sua determinazione.
Raniero Pariagreco è nato Bologna nel 1963. Sposato con due figli, per lavoro è vissuto in molte città d’Italia, tra cui la bellissima Napoli, Trieste,Torino, Terni e Roma.
E' attraverso gli altri che cogliamo noi stessi.
Chissà quanto tempo passerà e se saremo ancora vivi... in questo imbroglio ben congegnato chiamato Covid il pluralismo di cui tanti politici si erano riempiti la bocca, sta vanificandosi grazie proprio a chi, il Cav. Berlusconi in primis, ne aveva fatto il proprio portabandiera.
Il Natale era un profumo fino a ieri. Ora, la nostalgia ha il volto sconosciuto di chi ci ha preceduti e ci intona i suoi racconti. La speranza non è più il volto di chi amiamo orlato di luce mentre ci porta una lampada nuova. Sono gli insegnamenti tracciati che resistono ai diari della storia ancora indecifrati. Sono i pianti di uomini e donne che in noi si destano come ululati alla luna che presto sorgerà sulla foresta marmorea d'inverno.
La politica e i governanti hanno in pugno l'informazione, l'opinione collettiva. Sono semplicemente degli scellerati al servizio dell'antiscienza e dell'antinformazione. Nell'ombra lavorano al ribaltamento dei simboli per una lettura contrapposta a quella della verità.
Mia terra amata, che ne sarà di noi fino all'estate prossima? Sei tu, mia consolazione eterna, patria dei luoghi immutati, come lo sono i ricordi cristallizzati nel tempo. Sotto la coltre di apparenti increspature e movimenti che è la vita, alberghiamo noi con il nostro vissuto, misero eppure ebbro di tutto.
In una pozzanghera ti tuffi tu e si specchia il cielo.
S'inizia dai No Vax, poi non si sa. Il lockdown è la risposta dura del Governo rivolta a coloro che non si piegano. Ma non durerà molto e non nel senso della riapertura generalizzata, al contrario! S'inizierà dai No vax ma poi sarà esteso a tutti e non di certo per colpa dell'epidemia nella quale vengono fatti confluire casi di varia provenienza: d'influenza stagionale, disturbi diversi e spesso provocati proprio dal vaccino. Con la terza dose non si scherza e dubito che gli inoculati avranno vita facile. Intanto, potranno gongolare per quella parvenza di libertà agli altri negata.
Chi non lo avesse ancora capito, il Super Green Pass non riconsegnerà a nessuno la tanto auspicata vita normale, e tra i nessuno includo i possessori del Green Pass. I politici, i loro giornalisti al guinzaglio già vanno delineando il profilo delle prossime Feste, privilegiando i vaccinati in piena regola anche nei tempi, facendo loro sognare cene, cenoni e veglioni.
La pandemia da Covid 19 ci ha portati a guardarci dentro nella prospettiva di un mondo migliore. La solidarietà che è emersa, l'umanità eroica di chi ha messo a rischio la propria vita per salvarne altre hanno dovuto confrontarsi con un'altra faccia della stessa medaglia caratterizzata da truffe, inganni e traffici illeciti. Ed è proprio su questi ultimi aspetti che è incentrata questa intervista rivolta al Criminologo prof. Domenico Romeo che ci illustrerà i contenuti della sua ultima pubblicazione dal titolo "Operazione oro liquido", un percorso tra le tenebre dell'illegalità in cui si muovono speditamente le più forti organizzazioni criminali e le cellule del terrorismo mondiale.
E se entrassi tu. Allora la mia stanza diventerebbe il cielo, l'eternità col resto mancato. Rimango immobile per non turbare il passaggio delle nuvole, le loro braccia che ti allevano come un baco da seta. Per renderti qui, presente e visibile come non lo sei stato mai.
La terra ci prepara alla collettività, ci educa alla vita in comunione e attraverso l'amore per la terra e per la Natura, l'uomo è pervenuto alla conoscenza dell'eternità. Tramite il culto dei morti noi respiriamo la vita di chi ci ha preceduti e sui cui passi organizziamo il nostro cammino, come un albero che si allunga verso il cielo partendo dalle poderose radici. Di tutto questo e di altro ancora parleremo nella prossima intervista rivolta all'imprenditore agricolo Angelo Cervino che ha fatto della passione per la terra e della tradizione di famiglia entusiasmanti scelte lavorative e di vita.
L'emotività chiude gli occhi all'intelligenza e negli ultimi due decenni sta trovando sempre più spazio nelle trasmissioni al comando del pensiero dominante, globalista. Lo abbiamo incominciato a vedere con i video truffa legati alle immigrazioni, costruiti a puntino sul modello hollywoodiano, al fine di commuovere e di convincere all'accoglienza e all'inclusione anche i più scettici.
Ci sono famiglie empatiche, le uniche vere sbocciate nel seno della Natura. In un mondo che sembra applicare alla lettera le parole del Vangelo "Sono venuto a separare i figli dai loro padri.." perché ha smarrito la via della Verità, quanto obbedisce in Natura a rigorose leggi, ci fa comprendere l'inviolabilità di un ordine proprio dell'Universo intero.
Osservare è tuffarsi in se stessi. È una forma di scoperta di una relazione segreta che ci fa sentire a casa. L'osservazione è quindi contemplazione di chi si è e del regno di appartenenza. Nella parola "contemplazione" ritroviamo le radici di "intus legere: leggere dentro, che è anche un riflettersi nell'altro attraverso "il leggere in te" che apre al confronto.
È privato ciò che non fa rumore e dipinge solenni sfumature sul cuore. Il privato è calda tenebra che vira in accecante luce quando si tuffa tra gli altri. È un mondo a sé che non conosce preclusioni ma serietà e verità che altrove non troverebbero spazio.
Il profumo è incontro e dall'incontro matura la conoscenza. Trova spazio in noi solo ciò che incontriamo e si ricolloca in noi trovando nome e affermazione. È così che riemergono dalle oscurità tracce di vita sepolte prima a noi sconosciute. È così che chi amiamo, attraverso l'odore ci riconsegna immagini e suoni, i complessi segreti della vita.
I verbi "piangere" e "piantare" provengono da radici etimologiche diverse, ma nonostante ciò sono accomunati da un'assonanza semantica che li colloca in un rapporto di continuità di pensiero, discorsiva.
Questa avventura che chiamiamo Covid ci sta portando a riconsiderare l'uomo cellula pulsante dell'intero organismo che definiamo Natura. L'attenzione riposta su quanto ci circonda, ci invita a contemplare stili di vita che non possono prescindere dalla salvaguardia dell'ambiente. Portare a frutto e non sfruttare è l'obiettivo verso cui guardare con le nuove politiche economiche ambientaliste ed è al centro di questa intervista rivolta ad Angelo Modica, imprenditore delle aziende leader nel settore della stampa sublimatica vera ecologica.
Nel tempo dimentichiamo anche noi stessi, chi e cosa eravamo. Dimentichiamo l'aria che ci appartiene e diventiamo pesanti, ingolfati da una finta pienezza che in realtà è concretezza. Si dimentica il volto bambino e la natura prende altre strade in noi, lontane da quegli orizzonti alle nostre spalle divenuti cenere.
Come spesso accade quando l'esasperazione tocca punte altissime, la dittatura vigente si rischia di sostituirla con un'altra. Io personalmente non credo che Lamorgese e il suo carico di ministri se ne vadano a casa in pace e in tutta tranquillità sotto la pressione di cortei e sfilate rumorose, né ritengo che siano loro il vero problema.
Dove dimorano i personaggi delle fiabe? Dove dimora ciò che incanta e per i più non è mai esistito?
La Fabian Society che s'impone nel 1834 in Inghilterra è indubbiamente alla base delle politiche sindacali filoperaie di propaganda dell'Inghilterra di quel tempo.
Non è un caso che proprio i Paesi europei caratterizzati da un esasperato Sovranismo che ha impregnato la loro storia del Novecento, risultino attualmente impegnati in una campagna vaccinale condotta ad oltranza a sostegno di provvedimenti restrittivi come il Green Pass.
"Io le taglierei la testa" è quanto si è lasciata sfuggire in uno dei suoi accessi d'ira la De Girolamo, durante una puntata della trasmissione condotta da Matano su RAI 1 di cui la suddetta signora a spese di tutti gli abbonati è ospite fissa. Mi chiedo come la RAI ben attenta sempre a tutto, taccia e mostri di sorvolare su una espressione di minaccia urlata per di più in una fascia oraria ad alta fruizione da parte anche di minori e soggetti fragili.
Vorremmo tutti aver vissuto di più i luoghi e le persone che poi ci hanno lasciato. Quel tempo... ma non possiamo essere in due e più posti contemporaneamente e questo ci lascia insoddisfatti. I luoghi ci chiamano nel passare delle stagioni e degli anni. Ci vorrebbero riportare a sé come se nulla fosse cambiato o mai dimenticato.
Il canto incanta e in questo assolve alla sua funzione sacra di reintegro dell'Uomo nell'Assoluto. In una società che ha fatto delle suggestioni profonde di arricchimento dell'anima un prodotto del pensiero rivolto alla nuova etica consumistica, la capacità di incantare tramite il canto è di quanti ancora s'impegnano a preservarlo nel suo significato più vero e profondo, aprendo alle vibrazioni dell'anima e alle esplorazioni dell'interiorità. Tra questi merita un posto di assoluto rispetto il duo "On The Heart Road" costituito da Maurizio Massimi e Roberta Tomassini, a cui è dedicata questa recensione.
Il duo On The Heart Road viene creato da Maurizio Massimi e Roberta Tomassini nel 2019, al temine di una esperienza con una formazione di musica celtica, dove Roberta fu ideatrice di alcuni brani originali, in particolare di Thunderstorm che fu completato ed arrangiato in seguito da Maurizio, come tutti gli altri brani di lì in poi.
La solennità e l'eleganza che pregnano ogni atteggiamento delle figure minimizzano o coprono del tutto l'assenza di prospettiva e riconduce l'osservatore a un'ingenuità, base virtuosa della bellezza metastorica.
Se non si cambia e per cambiare bisogna aver imparato, tutto si ripete. E mi accorgo che dalla Seconda Guerra Mondiale e in particolare dalla tragica esperienza del Nazismo in pochi hanno tratto insegnamenti.
Il Maestro è l'alunno scelto dalla vita, è colui che lascia fiorire la vita ritagliando isole di infinito laddove riposa il disincanto.
In questa recensione:
Associamo l'idea di contemporaneità a uno stato d'animo o a un genere che contraddistingue una frazione di quel flusso continuo e magnetico che chiamiamo vita. La contemporaneità è saper vivere il presente depositando un'impronta su cui altri in futuro collocheranno i loro passi. La contemporaneità nel Jazz si associa a un'idea di elementare purezza che si è capaci di rendere attraverso il linguaggio dirompente delle note. Di questo e altro parlerò nella prossima recensione sull'ultimo album del pianista compositore Roberto Zanetti, una stella nel firmamento musicale del Jazz contemporaneo.
Innamorato del blues, cultore del rock britannico, nasce come chitarrista di piccole realtà locali. La necessità di approfondimento della materia musicale lo porta a frequentare il conservatorio scegliendo il corso di direzione corale quale disciplina che gli permette di apprendere, insieme alla tecnica pianistica, l’armonia e la composizione. Nel 1991 consegue il diploma in Musica Corale e Direzione del coro presso il conservatorio E.F. Dall’Abaco di Verona sotto la guida del maestro Antonio Zanon.
Viviamo costantemente di sorprese senza che ce ne rendiamo conto. Siamo fatti di attese inutili che ci rapiscono la vita e non ci fanno cogliere l'intensità raccolta nelle cose. Siamo fatti di fantasmi che passeggiano sulle nuvole in cerca di appigli che mai esisteranno, e calpestano tutt'intorno i prati che fioriscono.
Dimenticare è a volte non accorgersi di quanto accade e ci risveglia. E' essere lontani dalla vita e da se stessi, dando luogo a una disarmonia prodotta da strumenti scordati.
Gli opposti seguono linee simmetriche che smarriscono la corrispondenza di riflessi da noi ammirata nelle immagini speculari. La specularità è dell'amore, delle stelle gemelle che ruotano in una danza felice, mantenendosi unite nonostante la distanza. Fino a quando il legame non si spezza, continuano ad appartenersi, dopo di che ciascuna si slega per prendere ad andare per conto proprio alla deriva di un universo divenuto di colpo sconosciuto.
I fantasmi sono più vicini a noi di quanto possiamo sospettare. Sono con noi e noi siamo con loro. Sono fluttuanti e a volte ogni barriera tra noi e loro si dissolve. Siamo fantasmi in una vita che non riusciamo a gestire, e quando ciò accade i fantasmi non sono più coloro che profumano di luce perché vicini all'essenza nascosta di ogni cosa, ma figure scialbe senza alcuna consistenza, disperate perché incapaci di farsi ascoltare.
In questa intervista:
La scena è l'unico luogo dove la verità si coniuga alla finzione che si fa strumento di un universo di cui l'attore è una cellula pulsante. Il Teatro e il Cinema assurgono pertanto a luoghi metafisici di un sentire pieno che unisce il regno delle emozioni a una comunicazione di certo consapevole. Partendo da questo, Ines Froio in questa intervista metterà a nudo se stessa, parlandoci dei suoi progetti che la vedono impegnata non solo come attrice ma anche in qualità di poetessa e narratrice, dell'anima.
Ines Froio nasce a Bari il 09/09/1995. Da subito manifesta una spiccata attitudine verso il mondo dell'arte e dei contenuti dell'anima che esprime attraverso la composizione di testi lirici.
C'è desiderio e desiderio. Non tutti i desideri sono uguali, nonostante la parola del cielo sia effusa nella polvere siderale che si spegne sulla terra portando a compimento se stessa. C'è il desiderio che rinviene dalla notte dei tempi a un richiamo di appartenenza e contiene il senso del proprio esserci, e il desiderio che è perdizione nell'attimo che si estingue. Il desiderio che è capriccio di un bambino che urla e pretende .
È tutto danza e brusio la vita. Una danza soffusa e dolce che abita il cuore e ci coinvolge, ad esso fa ritorno. L'estate è la stagione delle forze che danno vita a espressioni eclatanti suscitando emozioni sfacciate.
In questa recensione:
Come il mare, le madri smussano gli spigoli della nostra anima, levigano l'irrequietezza e posano raggi di luce là dove il giorno dorme. È delle madri renderci migliori e far sì che le increspature del dolore si appianino in un letto di poesia.
Marc Jean Di Maggio nasce a Parigi nel 1969. Dopo qualche anno, si trasferisce con la famiglia a Bruxelles e poi in Italia, a Monte Argentario, dove rimane per oltre vent'anni.
Trieste non è una città come le altre, Trieste e i Triestini sono abituati a fare le cose per bene. Contrariamente alla vicina Venezia e alle città adriatiche più a Sud, Trieste non è animata da quello spirito mercantile levantino che ha portato l'Italia a trafficare nel bene e nel male e a barattare dignità e identità con benefici di ordine pratico.
Il due è una costruzione complicata che ha per tetto le fondamenta del cielo. È una casa che ogni tanto scricchiola, con una tegola posta sulla sommità che dà slancio e regge il tutto. Il due è armonia nelle imperfezioni e l'accordo speciale, unico, prezioso che mantiene vivo il senso dell'unione.