Perche' Trieste?
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Perche' Trieste?

l'Opinione
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Perché  Trieste?
Perché Trieste?

 

Trieste non è una città come le altre, Trieste e i Triestini sono abituati a fare le cose per bene. Contrariamente alla vicina Venezia e alle città adriatiche più a Sud, Trieste non è animata da quello spirito mercantile levantino che ha portato l'Italia a trafficare nel bene e nel male e a barattare dignità e identità con benefici di ordine pratico.

Trieste è una città asburgica che ha imparato molto dalle Due Guerre Mondiali e a prendere le dovute distanze dalla dittatura nazista così come da quella di Tito e ancora oltre, sovietica. La vicina Istria con le connesse problematiche che hanno segnato una delle pagine più dolorose della Seconda Guerra Mondiale, ha insegnato a vivere costantemente a diretto contatto con una umanità che se non incentrata sui suoi valori, diviene merce di scambio a favore dei più subdoli e forti. Trieste, città di confine, protetta dalle Alpi che non dividono ma ricordano il legame con una realtà non solo geografica ma anche umanitaria e identitaria.

Un fiore di bellezza che non volge lo sguardo lontano dalle vicende tristi che la circondano. Ha saputo rialzarsi e impugnare il suo presente maciullato a seguito del duro terremoto che colpì il Friuli negli anni Settanta.

Città fredda ma dal cuore caldo che nel nome come la vicina Austria contiene il riferimento all'Oriente, ha posto al centro della narrazione culturale l'uomo con tutti i suoi attributi che affiatano e indirizzano verso una comprensione interiore più grande. Mentre nel resto d'Italia la letteratura s'intratteneva su un Verismo retrospettivo, a Trieste con Svevo i grandi temi della psicanalisi iunghiana avevano già tessuto un nuovo modo di concepire l'uomo come microcosmo e in relazione al suo contesto più vasto e sociale.

I portuali di Trieste stanno mostrando una serietà e un equilibrio che non guarda al tornaconto spicciolo ma deriva da chi ha a cuore il presente del suo mondo e oltre, di tutta la nazione, nonché il futuro delle generazioni che verranno. Onore a loro, grandi lavoratori, uomini di esempio per una rivoluzione sommessa ma non troppo, che anziché guardare a conquiste illusorie, tende a riportare la dignità del lavoratore al proprio centro, perché egli è innanzitutto uomo, padre e marito con una profonda coscienza.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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