La grande fretta del business farmaceutico
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La grande fretta del business farmaceutico

l'Opinione
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La grande fretta del business farmaceutico
La grande fretta del business farmaceutico

 

Se non si cambia e per cambiare bisogna aver imparato, tutto si ripete. E mi accorgo che dalla Seconda Guerra Mondiale e in particolare dalla tragica esperienza del Nazismo in pochi hanno tratto insegnamenti.

È successo difatti che al di là dell'episodio in sé e della propaganda contro una determinata scuola di pensiero e una fazione politica non si sia andati, quasi il Nazismo fosse ascrivibile solo a quella determinata realtà che lo ha innescato. Così non è. Il Nazismo lo ritroviamo, andando oltre la storica figura di Hitler, ogni qualvolta si rende manifesto un abuso perpetrato dallo Stato su un cittadino debole e indifeso. Ogni qualvolta la grande macchina garantista della tutela individuale e sociale verso i più deboli si inceppa. È quanto sta accadendo oggi. Si tende a estirpare un piccolo male arrecando con l'uso di un'intelligenza malvagia e farraginosa un male diffuso e devastante che invalidi il privato e neutralizzi tutte le grandi conquiste sociali.

Volendo entrare nello specifico, v'invito a soffermarvi su un particolare che ha dell'inquietante. I farmaci in commercio da decenni sono ancora molto efficaci, i farmaci degli ultimi tempi, nonostante la ricerca abbia fatto grossi passi da gigante, spesso vengono ritirati dal commercio perché considerati tossici o insicuri. Dov'è più la sperimentazione in laboratorio? Può essere che il business farmaceutico abbia preso piede al punto da anteporre il dio danaro alla salute? Un'assurdità impensabile per molti, una orribile realtà per tanti altri.
La gatta frettolosa fa i figli ciechi, si suol dire.

Siamo sicuri che per ogni farmaco oggi immesso sul mercato vengano rispettati i vari passaggi indispensabili a verificarne e a dimostrarne l'affidabilità? Io ne dubito. Allora, quale sarebbe il compito della ricerca scientifica e medica attuale, dal momento che non riesce più ad assolvere ai suoi originari doveri? Sarebbe ora che tutti noi o quasi iniziassimo a porci questa domanda. Lo dovremmo per noi stessi e per le generazioni che verranno. Senza le giuste domande, è impossibile aspettarsi le adeguate risposte e questa umanità di risposte serie ne meriterebbe tante, eccome!

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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