Al di la' del dolore, il mare. ''Voglio tu sia quello che sei''; l'opera narrativa di Marc Di Maggio
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Marc Di Maggio

Interviste e Recensioni

Al di la' del dolore, il mare. ''Voglio tu sia quello che sei''; l'opera narrativa di Marc Di Maggio

In questa recensione:

Come il mare, le madri smussano gli spigoli della nostra anima, levigano l'irrequietezza e posano raggi di luce là dove il giorno dorme. È delle madri renderci migliori e far sì che le increspature del dolore si appianino in un letto di poesia.

L'amore è perdono e rientro in se stessi ed è quanto le madri insegnano infondendo l'anima al severo codice del mare.

"Voglio tu sia quello che sei" di Marc Di Maggio è più di un romanzo biografico. Esso conduce al cielo, maturando dalle radici del dolore. È un ritrovare chi non c'è più e ci ha messi al mondo con la tacita promessa di nutrirci ed elevarci sempre, prestando fede a chi siamo davvero.

Si viene toccati dal mare in ogni istante della propria vita. Se la vita è  il mare che scorre sotto un cielo che su di esso plana e si adagia, chi siamo riemerge dalle pieghe di un vissuto che transita in noi e che raramente emerge per offrirsi al cielo e alla sua luce. Il cielo è razionale rivisitazione di quanto accade e che noi sul momento non comprendiamo. Esso, in quanto tale, è da noi inteso come fattore di compensazione critica che ci permette di dipanare il turbinoso andirivieni delle onde che c'invortica, deprivandoci della capacità di distinguere gli avvenimenti non colti nella loro distinta solitudine.

Siamo soliti pensare al mare come rappresentazione di una selvaggia maturità  a cui l'uomo guarda da sempre e che  pertanto non può  essere ridotta  a mero sottofondo delle azioni umane. Il mare è forza trascinante che ci tira su e ci permette di risollevarci e di andare avanti nonostante gli schiaffi  della vita. Il suo significato più autentico è nel sommergere e allo stesso tempo salvare ciò che è andato perduto, preservandolo dal logorio del tempo. Qui si esplica l'immagine  di eternità associata a quella della vecchiaia che non è  punto di arrivo o fine ultimo di un'esaustività compiuta, ma al contrario invito a riguardarsi e a riguardare scene di vita per ritrovare gli occhi belli di chi abbiamo amato e che il mare conserva e  preserva.

Nell'altalenare delle onde c'è senso di gioia per  la riconquista felice di ogni attimo e altresì  turbamento per l'improvviso guizzo di luce che sorge e si eclissa nelle tenebre.

È così che un figlio guarda la propria madre quasi ella fosse un panfilo sommerso con il suo carico di vissuto. Leggendo l'opera di Marc Dj Maggio mi sovviene l'espressione presente nell'ultima versione del  film "Titanic", in cui Rose anziana paragona il cuore delle donne a un oceano di segreti. Proprio così  appare nell'effluvio dei ricordi l'immagine della madre di Marc nel romanzo sicuramente biografico anche per percezioni e sensazioni  rinarrate con un'impronta di grande lucidità, come se l'autore volesse sedare i tormenti scaturiti dal tragico episodio di femminicidio. Forse ancor di più  per sentirsi vivo con lei al proprio fianco. Se pensiamo alla vecchiaia di una  madre, della nostra nello specifico, vediamo il sole di novembre stendere  su di lei una coltre di grigia nebbia  tra i cui fili armeggiano e brulicano esili raggi dorati. La vecchiaia è questo: cogliere nello sbiadimento della vita gli istanti festosi ancora in grado di far sobbalzare il cuore. La sensazione che arriva dalle pagine di questo romanzo si traduce nella ineludibile necessità di ripescare attraverso la presenza della propria madre  quel senso di pace e di sicurezza in seguito sgretolati dagli eventi della vita. La comprensione  e il ritorno tra le braccia di chi siamo ci giunge dal legame con la figura materna che un evento brutale come il femminicidio può recidere.

È dei figli rispolverare e conservare nei propri cuori episodi di gioia condivisi perché  in quella gioia c'è  la comprensione di quanto poi sfugge. È in questo la volontà di trattenere il   raggiunto, quell'attimo di dissolta comprensione del tutto che verrà offuscato dalle scelte inspiegabili e troppo private operate dalla propria madre.

La madre è il noi ma anche l'altro. In lei respira una vita propria che è cronologicamente anteriore rispetto alla nostra di figli. In tale prospettiva si comprende la scelta di Marc di ritornare in Toscana a seguito del lutto e di soggiornare nell'albergo dove lei aveva lavorato. L'albergo è la zattera che contiene e preserva la luce di ricordi lontani che il mare riconsegna alla superficie  nella loro carezza lieve e al tempo stesso salmastra per la distanza da un irrimediabile vissuto. La vita è quindi un incedere nella doppia prospettiva di nave galleggiante che salva dalla dispersione della morte e di mare che contiene misteri  profondi e talmente privati da rimanere sconosciuti finanche a un figlio. Il mare è il privato di sogni e speranze in cui troppo spesso anneghiamo. È altresì la chiave di volta dell'esistenza di Marc che, capitano di lungo corso, a lui rimarrà  sempre abbracciato. C'è l'Oceano a separarlo dall'infanzia col suo carico di  esperienze e affetti. L'oceano a traghettarlo oltre il corpo della madre che costantemente riaffiora in quanto gli ha aperto una nuova vita.

Siamo comunque figli dell'oceano. Un tutt'uno  con chi ci mette al  mondo, e a quel sale che ritroviamo nelle   lacrime, noi dobbiamo la nostra esistenza.

Una morte che ci riguarda da vicino è sempre l'occasione per mettere in ordine i nostri accadimenti e per rinnovarci sulle radici che portiamo dentro. In questo trova il suo senso la stessa scrittura  che per Marc si rivela  l'occasione non solo di rianalizzare gli avvenimenti che seppur tragicamente hanno indirizzato la sua esistenza verso la giusta evoluzione, ma anche l'espediente con cui realizzare quel dialogo con chi non c’è più e continua ad essere presente dentro di noi.

Presente e passato s'intrecciano in questo romanzo di una bellezza sconcertante, messa in risalto dalle levità  dei toni e da quella dolcezza che guarisce da ogni forma di insolente accusa. 

È la scrittura che ci salva, sembra suggerirci l'autore Marc Di Maggio. Come il sale del mare è consolazione e cura di ogni ferita, anche della più profonda. Come anche il mare, la scrittura riconduce al sapore materno, insegnandoci ad andare avanti, oltre le meschinità dell'odio e della rabbia, lasciando che sugli sterpi nasca un fiore. Ogni donna è madre di se stessa e in questa presa di coscienza getta l'humus alla crescita dei propri figli, ben quattro in questo romanzo, tutti nati prima che Alberto, il nuovo amore la spiantasse per sempre da questa esistenza. Da qui la necessità maturata in Marc di comprendere l'incomprensibile. La necessità di fornire una ragione appurabile, se non giustificazione vera e propria, a quel gesto inconsulto che lo ha lasciato nudo e solo dinanzi alla vita. Trovare pace non potendo trovare una risposta, è l'unica via possibile che lo porta ad incontrare chi come Alberto ha assassinato la propria donna. Il rapporto di dialogo con l'omicida che Marc incontra periodicamente, dà l'avvio a un racconto parallelo in apparenza ma che è in realtà il tessuto psicologico della narrazione stessa. È la luce nell'ombra e s'infila negli abissi del mare. Grazie ad essa é possibile riscrivere la propria storia, epurandola da ogni dolore, al tempo stesso fornendo all'altro una possibilità di umano riscatto.  

Fare luce nella tenebrosità di un gesto inconsulto che porta alla morte può essere inteso come un tentativo di perdono, la risposta data a sangue freddo a chi è innanzitutto vittima di se stesso.  Per il carattere introspettivo che permea la narrazione, l'opera si presta a essere trasposta sulla scena nella forma di monologo o piece teatrale, così come a una versione cinematografica di pregio. Proprio la luce che la pervade è una carezza tiepida che avvolge il romanzo e conduce il lettore a quell'integrita riassunta in se stesso, frutto del rapporto ritrovato con la madre, roccia e acqua e sostanza interiore cucita al cuore che mai in cenere si ridurrà.

"Voglio tu sia quello che sei" risuona come l’invito in seno alle madri a lasciar andare e a non lasciarsi andare prima che tutto accada.

 

Sarica il PDF: Al_di_la_del_dolore_il_mare_-_Voglio_tu_sia_quello_che_sei_-_l-opera_narrativa_di_Marc_Di_Maggio

Leggi anche: Biografia. Marc Jean Di Maggio

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Link Video: Presentazione libro ''Voglio tu sia quello che sei'' di Marc Di Maggio presso Bar Giulia a Porto S. Stefano

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli